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Mar 26, 2020 4856volte

Coscritto Mandelli, su la maschera: si va ai posti di combattimento!

"La man veloce che percorrea la faticosa tela" "La man veloce che percorrea la faticosa tela" Foto: G. Leopardi / R. Mandelli

I podisti sono gli ‘untori’? (parola che adesso tutti usano, perfino Bonaccini che di libri ne ha letti pochini e difficilmente tiene sul comodino una copia dei “Promessi sposi”). Quand’anche fosse vero, e così non è: perché mi piacerebbe vedere la statistica su quanti partecipanti alla maratona e gare collaterali di Salso-Busseto del 23 febbraio si sono ammalati di Covid…
Ma pensiamo pure al peggio, sia pure quello che sostengono gli antisportivi; e allora il podista, e da anni paziente 1 del podismo (nel senso che settimanalmente pazienta ore e ore sui percorsi lombardi a fotografare proprio tutti) ha deciso, in queste settimane di forzata reclusione, di aiutare gli altri: nella minore delle ipotesi, aiutare familiari, vicini e amici a respingere quegli attacchi virali che secondo alcuni sarebbero diffusi dai corridori ‘illegali’ dei nostri giorni.
Dunque, in un primo momento l’ex tornitore Mandelli, stante la scomparsa dal mercato delle agognate ‘mascherine’ (ovvero la constatazione che quelle offerte dalla Protezione Civile, bontà loro, fanno abbastanza compassione), è andato a ripescare in cantina le mascherine operaie che usava per schivare le polveri grosse e sottili delle officine (o più spesso non usava: eppure è arrivato agli ics-anta in ottima salute).
Ne aveva ancora parecchie, ma è chiaro che quelle finiscono presto. Allora, sfruttando la disponibilità di manodopera a basso prezzo, come è sempre stata quella della signora Giancarla (che indossa la mascherina anche quando scende le scale per andare al cassonetto), e la sua inventiva da lavoratore manuale, o manovale che dir si voglia, ha brevettato senza chiedere diritti d’autore una sua speciale mascherina, anzi due tipi.
Uno composto di quattro strati di Scottex, due per lato, a racchiudere una striscia di pellicola o di carta da forno. Un altro dove il rivestimento esterno è fatto di cotone (lavabile), ricavato dai bei tovaglioli della dote risalente ai primi anni 70: cucito a taschina, nel cui interno si mette la carta da forno, sostituibile quando si lava l’involucro esterno.

Mascherine artigianali

Volete dire che proteggano meno delle FFP3? Sarà, ma intanto fermano gli eventuali schizzi alla Gad Lerner o alla Massimo Gramellini o Massimo Cacciari, che potrebbero uscirti mentre parli o tossisci o ti incavoli davanti al fondotinta di Lilli Gruber.
Cut&paste, come dicono gli informatici, metti in azione la Singer di casa, e così si avvia una produzione in serie che servirà prima a saturare le necessità di figli e nipoti (vedete nella galleria qui sopra, prima una nipotina di Roberto che si è assoggettata alla prova, e poi, visto l'esito positivo, tutta la famiglia che si è 'mascherata'), indi fatalmente si espanderà al condominio: magari anche per far capire a quei certi inquilini che, giunti ormai a una certa età, hanno deciso di essere superiori a leggi e norme di buona convivenza, e  ogni giorno ricevono figli nipoti e nipotesse allegre, invasive e senza mascherina. Chissà che l’esempio de Los Mandellos non insegni al prossimo che si può pensare un po’ più in là del proprio comodo.
E poi, siccome quel proverbio dice che “il bene è qualcosa come il fuoco, che più lo appicchi più si diffonde”, non è detto che la produzione non esorbiti dal quartiere di Concorezzo e prenda le strade, un tempo popolate di corridori e oggi solo di gente che va a fare la spesa (magari, un  po’ troppo spesso). Dai giornali di oggi sappiamo che il comune di Sommariva Bosco ha commissionato a un laboratorio artigiano locale la confezione dei presidii per tutta la popolazione.
E i beneficiati ascolteranno di buon grado la ‘predica’ che il benefattore Roberto gli impartirà, da podista, amico dei podisti ma soprattutto della salute pubblica: per favore, saltate qualche allenamento, che per arrivare allenati al supertrail della Valmalenco c’è tempo!

 
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