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Lug 05, 2023 1128volte

“Muoversi” by Luca Speciani: una proposta nuova e diversa

“Muoversi” by Luca Speciani: una proposta nuova e diversa Roberto Mandelli

Ho sott’occhio i due ultimi numeri di una rivista relativamente all’esordio (siamo al numero 3 datato aprile e al numero 4 datato giugno, la cui copertina Mandelli si è divertito a moltiplicare: il periodico è bimestrale, il prossimo numero è in uscita per il 20 luglio; ne esiste anche una versione online, muoversimagazine.it, e per acquisti c’è shop.editorialecec.com).

La fucina da cui l’opera viene fuori è quella rinomata di Luca Speciani, podista, medico, dietologo, giornalista e tante altre cose, che già edita altre riviste non banali ed ha almeno una pagina Fb con cinquemila amici (https://www.facebook.com/luca.speciani). Dunque ci si può aspettare uno stile rigorosamente argomentativo, ma piano e accattivante, fatto meno per gli specialisti da 3’30”/km che per i profani, i sedentari che decidono di “muoversi”, di svolgere attività fisica, senza puntare come prima tappa alla maratona di New York o all’UTMB.

Perché muoversi è salute (correre, senza estremismi, lo è ancora di più), è il recuperare la vita sana, non dirò del Neanderthal o dell’Homo sapiens - comunque born to run -  ma quella dei nostri progenitori, che si spostavano a piedi, mangiavano i prodotti della natura e andavano a letto con le galline. Abitudini che la nostra civiltà evoluta ha smarrito, coi risultati che si vedono: la vita media aumenta, ma soprattutto perché si inventano sempre nuove medicine e terapie che ti tengono in vita a qualunque costo e senza dignità.

Appunto al “correre o camminare” è dedicato il prologo del direttore editoriale Speciani nel n. 3: non c’è contraddizione tra le due cose, occorre solo “muovere il proprio corpo nel modo più gioioso e stimolante che madre natura concede”, per “divertirci e stare bene con noi stessi, con il nostro corpo, con i nostri cari (condividendo il muoversi come attitudine sociale vera, non artificiale) e a contatto stretto con la natura”.

L’arte del “correre in modo nuovo e divertente” è declinata nel fascicolo in varie articolazioni, come le corse a ostacoli (soprattutto quelle in ambienti naturalmente selvaggi), il fartlek, il nordic walking, l’orienteering, il cammino di Santiago e le ascensioni alle Grigne, il triathlon e la tapasciata col solo scopo di arrivare in fondo buttando giù forse qualche etto. Arte sorretta dal Pilates (purtroppo noi podisti-podisti ci accontentiamo di correre e basta) e coadiuvata dalla sana alimentazione, il tutto ad accrescere anche il nostro potere immunitario facendo a meno della chimica (come da anni raccomanda Speciani).

Il numero 4 arricchisce e completa i temi accennati sopra: “perché muoversi fa bene”, “la corsa è meglio di una medicina”; fisioterapia, pesi e cardiofrequenzimetro, i sentieri delle Orobie, il nordic walking sulla spiaggia e la continuazione del cammino di Santiago (ovviamente ce ne sarà per parecchie altre puntate, ora con Riccardo Bianco, economista che a 58 anni ha deciso di “rimettere ordine nella propria vita”, siamo solo alla prima notte in ostello con francesi rumorosi e maleducati).

Se posso esprimere preferenze soggettive, dirò che di questo fascicolo mi hanno preso di più (dopo Santiago il cui espletamento rimane per ora la mia voglia inappagata) i resoconti di Guido Farina (professionalmente, un geologo) sul suo orienteering nei boschi cuneesi, e di Chiara Sacco (cultrice di alpinismo e di yoga) sul suo anello orobico.

Ma istruttivi in ben altro senso sono i pezzi di Guido Marini (gastroenterologo, ecografista ecc.) sulle medicine di cui possiamo fare a meno grazie alla pratica fisica, di Massimo Ranica (fisioterapista e riabilitatore) sul rinforzo muscolare, e infine la risposta di Speciani sul superallenamento. Siamo insomma in buone mani.

Denuncio un conflitto d’interesse: in questo n° 4 ho scritto qualcosa anch’io. Saltatelo pure, ma purtroppo preparatevi che nel prossimo numero ce ne sarà l’ultima puntata.