La mia maratona di Rotterdam
Quando dò il cinque al sindaco di Rotterdam mi rendo conto di essere ad una grande maratona in una bella città dove si respira aria europea. Oggi siamo in una giornata davvero calda (20 gradi alle ore 13), altre volte (mi dicono) con parecchio vento.
Giacca e cravatta, volto sorridente, saluta e applaude dieci metri dopo la linea di partenza. Siamo alla 38ma edizione di questa maratona che ha sorriso più volte ai colori azzurri, soprattutto in campo femminile. Qui Valeria Straneo ha ottenuto uno dei migliori risultati sulla distanza, qui Catherine Bertone ha ottenuto il suo pass per le ultime Olimpiadi.
La città natale di Erasmo da Rotterdam accoglie ogni anno migliaia di appassionati. Passiamo sul grande ponte a tiranti dedicato al più illustre dei cittadini proprio nel primo chilometro di gara. Le temperature sono miti, giuste per una maratona: alla partenza ci sono 14 gradi. Il centro della seconda città olandese è invaso da runners. L’atmosfera è quella delle grandi giornate. Ogni podista ha la sua storia e arriva qui con mesi di preparazione, con attese, fragilità, entusiasmi. Gli stessi della vita, di cui la maratona è eccellente metafora.
Rotterdam è famosa tra i runners per il suo percorso superveloce. Qui sono stati ottenuti numerosi record nazionali e continentali, tra cui un record del mondo. La gara è super piatta, migliaia le persone a bordo strada per incitare i partecipanti soprattutto negli ultimi 10 chilometri. Vincono, nemmeno a dirlo, atleti keniani, il primo in 2 ore e 5 minuti!
Molte maratone hanno la linea di arrivo davanti al palazzi municipali, Rotterdam non fa eccezione. Un modo per rafforzare un legame tra l’evento e la città che va fiera di esso.
Cosa mi è piaciuto di questa maratona? Il grande pubblico, davvero tante le persone in strada in una città ordinata a armoniosa.
Cosa non mi è piaciuto? Anzitutto alcune delle strade del percorso maratona: troppo strette per gli atleti lenti come me. Queste stradine lungo gli argini o le piste ciclabili vanno bene per i primi e per i podisti che corrono sotto le 3 ore, ma per la massa che arriva al traguardo tra le 3 ore e trenta e le 4 ore e trenta, sono chilometri di sofferenza. Stretti, senza alcuna possibilità di superare. Si sgomita, folla ai ristori.
Ecco, i ristori in gara... E’ l’altra cosa che non mi e’ piaciuta. Solo acqua e sali, un gel al 32mo km. Anche il senso di marcia secondo me non è opportuno. Abbiamo girato in senso orario mentre, a mio parere i percorsi gara vanno corsi in senso antiorario. Nel caso di Rotterdam, si tratta di un percorso a otto (si ripassa sulla linea di partenza al 28mo km) che si fa, appunto, seguendo le lancette dell’orologio.
Ultimo punto: la distanza enorme tra il deposito borse e la linea di partenza: quasi 2 km! Rotterdam non ha certamente il numero dei partecipanti di New York, Tokio o Parigi! Va accorciata questa distanza!.
Una maratona che vale comunque la pena di correre.
I miei voti
- Percorso 6,5
- Ristori 6,5
- Organizzazione: 8
- Costo di iscrizione 7
- Expo 7,5
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