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Giu 03, 2024 padre Pasquale Castrilli 426volte

"Ciuffi d’erba". La favola della corsa raccontata da Monteforte& Spina

"Ciuffi d’erba". La favola della corsa raccontata da Monteforte& Spina Roberto Mandelli

Un libro pensato per i bambini dai 5 agli 8 anni, una favola sulla corsa, che come spesso capita parla molto anche ai grandi. Questo è Ciuffi d’erba (Città Nuova 2024, 13.90 euro) di Max Monteforte.

Si racconta di un bambino che possedeva un potere speciale: “dove correva spuntavano ciuffi d’erba e anche il cemento si trasformava in un manto erboso”. Con il sogno di convertire il Pianeta intero in un manto verde. Ad ostacolare questo progetto gli Sdraiati, il mondo degli adulti “sempre tristi, passavano intere giornate senza far niente distesi sotto l’ombra di qualche albero”. In particolare un certo Perunsoffio che una volta eletto sindaco fece cambiare il nome del Pianeta in Grigiasfalto. Il finale della storia lo lasciamo al lettore.

Il testo di Max Monteforte, ultramaratoneta, oggi allenatore e co-fondatore del progetto Purosangue, è illustrato dalle tavole di Leonardo Spina, docente di grafica e illustratore di numerosi libri. Spina ci consegna l’immagine di un bambino sorridente con capelli verdi, occhiali cerchiati, canotta rossa e cronometro al collo.

Le pagine conclusive del libretto contengono un testo dello psicoterapeuta Alberto Rossetti, che nella vita si occupa di clinica dell’adulto e dell’adolescente. Le sue pagine trattano, tra l’altro, un punto interessante: l’idea (da correggere) secondo la quale l’attività sportiva sarebbe destinata solamente a poche persone talentuose. Rossetti descrive anche l’importanza della corsa a piedi, e dello sport in generale, per la crescita psico-fisico-relazionale dei ragazzi.

Ciuffi d’erba ci rimanda in qualche modo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione Open Polis (“L’impatto dello sport sulla condizione sociale dei giovani”) secondo i quali l’Italia (ma lo sapevamo da tempo) è agli ultimi posti tra i Paesi europei per impianti pubblici a disposizione della pratica sportiva (131 impianti ogni 100mila abitanti). E dal momento che i minori “fanno sport soprattutto in contesti strutturati, all'interno di impianti sportivi: l'offerta e la condizione di queste strutture è cruciale”. Inutile aggiungere che al Sud la situazione è peggiore sia in termini quantitativi che qualitativi.

Il sogno è che insieme ai “ciuffi d’erba” spuntino persone coscienziose che, amministrando la cosa pubblica, si occupino in maniera adeguata del benessere delle giovani generazioni.

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