La vita dura un attimo.
Il 21 giugno, appena dopo l'alba, Francesco Canali ha finito il tempo da trascorrere su questa terra.
I suoi insegnamenti continueranno a vivere nel cuore di chi gli è stato sempre vicino.
La SLA lo ha messo in croce negli ultimi vent'anni, ma non è riuscita a strappargli il suo sorriso rimasto indelebile.
Francesco lo presentava a tutti coloro che lo andavano a trovare, l'unico modo per incontrarlo da quando passava le giornate in un letto tra le pareti della sua casa. Il mondo fuori, il mondo dentro di lui racchiuso in un inesprimibile silenzio.
Ogni visita era sempre troppo poco davanti a una vita che, con l'alibi di essere frenetica, tende a far dimenticare quali sono veramente i momenti importanti.
Ricco della sua fede in Dio, Francesco non si è mai lamentato delle sue condizioni. Accoglieva gli ospiti con la testa appoggiata su cuscini dai colori sgargianti, scelti apposta per ribadire che la vita non è mai grigia.
Lo piangeranno in molti, e i più lo ricorderanno per le innumerevoli opere benefiche volte all'aiuto dei malati di SLA e finalizzate alla sensibilizzazione su questa malattia.
Agli amici verrà a mancare una persona con cui parlare, che andava alle radici e non si fermava sulle foglie di un'apparenza prima o poi destinata a cadere.
Il ricordo non si spegne nelle anime dense di amore.
La vita di Francesco è stata un inno alla vita.
Come può la morte gettare nell'oblio tutto questo?
NdR. Per altri dettagli vedi https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/11912-francesco-canali-non-c-e-piu-ma-vogliamo-pensare-che-ancora-vivi-e-sorridi.html e soprattutto i rimandi alla "Gazzetta di Parma" del 21-22 giugno.