Grado: Maratone nel fosso, Mythologia e Deontologia
Riceviamo e – come usa dirsi – volentieri pubblichiamo questo ulteriore post di Alessandro Genuzio -General Manager Mytho Marathon.
Egregio Direttore, la ringrazio per essersi esposto ed essersi preso la "responsabilità del titolo" che a mio modo di vedere poteva essere diverso da quello proposto... Rimango del parere che in questo caso e anche in altre occasioni la vostra testata non si sia mai espressa in maniera corretta ed oggettiva nei confronti del nostro evento, forse perché non compriamo i vostri spazi pubblicitari?... non voglio pensar male...ma questo dubbio non me lo toglie nessuno... Senza fondamento la giustificazione relativa alla tempestività della notizia... bastava infatti prendere spunto dal comunicato stampa e successivamente approfondire la tematica, ma forse non avreste potuto innescare la polemica che invece vi porta molte più visualizzazioni... Trovo invece, molto grave e di pessimo gusto, che su questa testata venga data la possibilità ad un organizzatore (in questo caso Marco Colavitti) di commentare il lavoro di un altro organizzatore... Io non mi permetterei mai pubblicamente di giudicare il lavoro di un altro collega, perchè so cosa c'è dietro l'organizzazione di una manifestazione... sbaglierò? Forse si... ma per me prima di tutto esiste il rispetto del lavoro altrui... Ringrazio invece il signor Colavitti che non sapendo come rispondere al mio intervento, abbia voluto snocciolare il suo interessante curriculum...magari tra i lettori di questa importantissima testata ci sarà qualcuno interessato a trovargli un nuovo incarico... Ps. non avere i social nel 2024 non significa non essere leoni da testiera [sic], significa semplicemente non essere al passo coi tempi... Detto questo rimango a disposizione per un incontro conoscitivo davanti ad un bicchiere di vino... Cordialmente.
Lasciamo al giudizio dei lettori (ed eventualmente dei partecipanti alla maratona) la seconda replica del signor Genuzio, dopo la tempestiva pubblicazione – da parte nostra – della prima. La questione del contendere era quel tratto di 450 metri (secondo la misurazione di Genuzio) percorso coi piedi a mollo o nel fango, rilevato dal concorrente Colavitti all’interno di un commento altamente elogiativo (https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/12325-il-mytho-fa-scalo-a-grado-tra-mare-laguna-e-monti-innevati.html ); e poi ripreso dal sottoscritto, in un altro commento denso di elogi ma che non taceva – secondo uno stile che i miei lettori conoscono da un quarto di secolo – certune problematiche, ad esempio le millantate docce al traguardo su cui il signor Genuzio nulla replica (https://podisti.net/index.php/cronache/item/12326-la-luminosa-giornata-di-grado.html ).
Se poi da questo il General Manager (che di mestiere fa il Marketing & Communication Consultant, secondo il suo profilo Instagram, con evidente e legittima vocazione per gli affari, e principale specializzazione negli sport invernali) deduce che la nostra testata non si è mai “espressa in maniera corretta ed oggettiva nei confronti del nostro evento, forse perché non compriamo i vostri spazi pubblicitari?”, ci costringe a rileggere (come chiunque può agevolmente fare grazie al nostro motore di ricerca) la quindicina di volte in cui ci siamo occupati della Mytho Marathon dall’ottobre del 2021, pubblicando tutti i comunicati che ci giungevano dagli organizzatori, anche in mancanza di qualsiasi contratto pubblicitario.
Accusandoci di scarsa correttezza e oggettività, forse il General Manager si riferisce tardivamente alla pubblicazione di una lettera aperta dei precedenti organizzatori in zona (quelli dell’Unesco: https://podisti.net/index.php/commenti/item/8416-cividale-aquileia-una-o-due-maratone-la-parola-all-accusa.html ), avvenuta il 9 marzo 2022, che risulta abbia totalizzato oltre 3300 lettori, evidentemente con esclusione degli organizzatori del Mytho che in ogni caso non ebbero niente da dire. (Con altrettanta malizia di Genuzio, dovremmo dire che la sua organizzazione, stizzita per la pubblicazione dell’altra campana, ci abbia negato qualsiasi sponsorizzazione, peraltro non richiesta, e concessa invece ad altre testate purché raccontassero sempre e solo che il rancio era ottimo e abbondante…?).
Eppure, nonostante tutto ciò, abbiamo sempre pubblicato i resoconti ufficiali, tranne in quest’ultima occasione nella quale il sottoscritto è venuto di persona (come un utente qualunque, senza qualificarsi, pagando la quota come tutti, senza meritarsi nemmeno quel calice di prosecco offerto ai privilegiati nell’Expo), e poi ha gradito l’invio del primo commento di Colavitti, cui si è rifatto nel proprio racconto: a proposito delle mie asserzioni (nel bene e nel male) aspetto eventuali smentite.
E ancora sul dente che duole del tratto acquatico, il General Manager scrive che dovevamo “prendere spunto dal comunicato stampa e successivamente approfondire la tematica”. Ma il Comunicato stampa giunto in redazione domenica alle 14,22 (dunque un’abbondante ora prima che si concludessero gli arrivi della maratona) non fa il minimo cenno alla questioncella, poetizzando invece in questo modo “Dopo due giorni ingrigiti dalle nuvole e dalla pioggia, domenica il sole ha baciato l’intero territorio accendendo i colori su un grande evento capace di catalizzare non solo fatica e sudore, ma anche scorci meravigliosi, sorrisi e abbracci in una festa collettiva”, e dicendo del “via alla 42K alle 9.30 del mattino tra gli applausi dei tanti spettatori” (saremo ciechi e sordi, ma noi “tanti spettatori”, al di fuori dei nostri familiari, non li abbiamo notati in partenza; e semmai li abbiamo dovuti scansare negli ultimi 2 km di lungomare quando dovevamo scorrazzare sulla stessa pista pedonale).
Curiosa poi la definizione di “molto grave e di pessimo gusto” (also sprach Genuzio) per aver noi dato la parola a un organizzatore che critica un collega, il tutto onde “innescare la polemica che invece vi porta molte più visualizzazioni” (che in realtà sono venute solo DOPO che il signor Genuzio ha cominciato, lui sì, a polemizzare, e tutto sommato non sono poi quel granché arrivando, dopo tre giorni, a 800 accessi ripartiti su due articoli: ma d’altronde, una maratona partecipata da meno di 300 podisti non può pretendere 3000 lettori…).
A parte che gli organizzatori di gare si dividono in due categorie: i praticanti che organizzano per passione e festeggiano se chiudono il bilancio in pari (Colavitti), e i Marketing & Communication Consultant che lo fanno per guadagnare, noi siamo stati ben lieti di ospitare l’intervento di un atleta con un passato dignitoso e una grande esperienza in questo genere di manifestazioni: lasciamo al signor Genuzio le sue ironie sul curriculum di Colavitti, esibito solo in un secondo momento (inizialmente, dal sottoscritto) unicamente per dimostrare che non si trattava di un turista per caso ma di uno che sa come sono fatte le maratone, e che ha ampiamente dimostrato quel “rispetto del lavoro altrui” che il Marketing & Communication Consultant nega, salvo poi non impiegarlo nei confronti di noi podisti e “giornalisti” rei di raccontare anche i fatti sgraditi a madama la marchesa.
Quando nacque Podisti.net, un quarto di secolo fa (quando i social praticamente non esistevano, e l’informazione sulle gare era data solo dagli organizzatori o dai giornalisti prezzolati che il signor Genuzio auspica), l’intenzione dei fondatori era dare voce a chi partecipava alle gare rilevandone pregi e difetti, il che avrebbe aiutato sia gli organizzatori onesti e autocritici, sia i podisti in cerca di nuove esperienze. Malgrado la conclamata negatività della attuale recensione di Colavitti, ci risulta che almeno una società podistica di fuori regione abbia chiesto a lui informazioni su come iscriversi alla prossima edizione del Mytho. Ma non per questo chiederemo né la tangente né un calice di Prosecco al Marketing & Communication Consultant.
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