Chicago Marathon, corsa che segna la storia
Ho visitato svariate volte Chicago: oltre ad essere una metropoli cosmopolitica ed eclettica, è soprattutto un luogo che emana un’energia straordinaria. La si provi ad immaginare in una grande kermesse sportiva quale la Maratona.
Analizziamo i numeri di domenica scorsa 13 Ottobre, quando si è tenuta la 46^edizione di questa gara. Al via ben 45mila partecipanti provenienti da 12 nazioni diverse, di tutti e cinque i continenti del pianeta. Percorso interamente pianeggiante che partendo ed arrivando al Grant Park, autentico polmone verde della città-simbolo dello stato di Illinois, ha attraversato tutte le aree caratteristiche come la zona portuale del Navy Pier ed il Millenium Park; dando la possibilità ai maratoneti di correre in una cornice panoramica indimenticabile.
L’apparato logistico organizzativo è stato composto da oltre 10mila volontari che hanno fornito agli atleti un supporto impeccabile, dalla consegna pettorali all’assistenza del finish line. Il pubblico statunitense con il suo calore ha incitato i corridori dal primo all’ultimo km ed è stato la marcia in più della Bank of America Chicago Marathon; che ormai da svariati anni a ragion veduta è stata classificata tra le sei Major Maratone al mondo.
Per ciò che concerne la cronaca della gara: il primato è di Korir John dal Kenya che con una progressione finale dal 37° km si è aggiudicato la vittoria con il velocissimo tempo di 2.02:44; medaglia d’argento per l’etiope Esa Huseydin Mohamedcon 2:04:39; a chiudere il podio in terza posizione sempre dal Kenya Kipruto Amos in 2:04:5 .
Sul versante femminile tripletta kenyana con la vittoria di Chepngetich Ruth in 2.09:56 (record mondiale: https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/12347-maratona-di-chicago-record-del-mondo-per-ruth-chepngetich-2h09-56.html ), seguita al secondo posto da Asefa Kebede Sutume 2:17:32, e terza classificata Cheptai Irine 2:17:51.
In conclusione possiamo affermare che Chicago è una maratona da annoverare nell’agenda del podista internazionale.
Aggiunge Marco Colavitti:
Va spesa qualche parola anche sul primo uomo: ha fatto un "negative split" clamoroso, correndo in 1h02' la prima mezza e 1h00' la seconda, con una grande accelerazione dal 33° in poi. E all'arrivo ha dedicato il successo al compianto Kelvin Kiptum, suo ex compagno di allenamenti. Secondo me in futuro ne sentiremo parlare ancora.