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Gen 16, 2019 Stefano Severoni / Maurizio Mazzurco 1961volte

Si presenta Maurizio Mazzurco, podista-poeta

Un poeta-podista in enoteca Un poeta-podista in enoteca M. M. - R. Mandelli

Il nostro autore è nato a Udine nel 1956, si è laureato e vive a Roma. Ha pubblicato finora tre libri di poesie: il più recente è Latrando silenzi al vento, Enoteca Letteraria, Roma, 2016. Di sé dice che: “Io, il cosiddetto poeta, non osservo l’attività sportiva (come per esempio Umberto Saba nelle Cinque poesie per il gioco del calcio), ma la pratico: atletica leggera, corsa su strada. La poesia è dedicata agli amici del parco (il nostro insostituibile social network) e a quelli della società Olimpia 2004”. Dice di lui un vecchio amico: “Abbiamo avuto una lunga consuetudine, siamo stati compagni di liceo per cinque anni. Era il più bravo della classe e l’ho sempre considerato un genio (primo nella scuola, nella vita chissà!), ma uno di quei geni capaci di passare i compiti e anche per questo molto apprezzato. Lo posso dire, vero? Era un po’ tenuto nella bambagia dalla mamma, non sudare, rischi di ammalarti… Noi lo abbiamo tirato fuori dal guscio, si è appassionato alla pallacanestro, ha cominciato a giocare, a correre, a sudare! E dopo quarant’anni abbiamo scoperto che fa le (mezze)maratone”. Stefano Severoni, che nella sua storia atletica più di una volta ha incontrato Maurizio alle gare, giudicandolo una persona serena e profonda, venendo a sapere della sua passione per la poesia ha cercato di conoscerlo meglio, con l’intervista cui è premessa la rituale scheda complessiva:

SCHEDA ATLETA

NOME Maurizio COGNOME Mazzurco DATA DI NASCITA 07/02/1956 CATEGORIA SM60  NAZIONALITÀ Italiana ALTEZZA MT 1,67 PESO KG 56 FREQ. CARD. A RIP 43

SOCIETÀ Olimpia 2004 SPECIALITÀ Mezza Maratona ALLENATORE me stesso

TITOLO DI STUDIO Laurea PROFESSIONE Bancario in pensione STATO CIVILE coniugato

RECORD PERSONALI

GARA

TIPO

TEMPO

ANNO

LUOGO

200 M

Pista

34.78

2012

Roma

400 M

Pista

1:14.97

2013

Roma

800 M

Pista

2:45.36

2011

Roma

1.500 M

Pista

5:34.96

2010

Roma

3.000 M

Pista

11:47.21

2010

Roma

3.000 M

Indoor

12:18.70

2016

Ancona

5.000 M

Pista

19:21.34

2011

Roma

10.000 M

Pista

41:49.22

2013

Roma

10 KM

Strada

41:31

2011

Fiumicino (RM)

21,097 KM

Strada

1:21:13

1997

Roma

42,195 KM

Strada

3h24:58

1995

Roma

 

Ed ecco l’intervista:

Quando hai cominciato a praticare l’atletica leggera?

Molto tardi, dopo i vent’anni, saltuariamente. Dopo i trent’anni, con continuità.

Quali motivazioni ti hanno spinto a iniziare?

Il desiderio di muovermi all’aria aperta e di mantenermi efficiente nel fisico. Non ho mai avuto possibilità e ambizione di primeggiare, ho voluto solo conservarmi meglio e più a lungo possibile e devo dire che finora ci sono riuscito. Col tempo ho capito che correndo si cresce interiormente e si creano rapporti umani anche profondi. Vedo lo sport come condivisione umana e partecipazione alla vita, in qualche modo mette alla prova; la corsa in particolare è un’attività un po’ da filosofi. Certo, qualche piccola soddisfazione al mio livello l’ho trovata. Finché durano la salute e il divertimento, vorrei continuare.

Preferisci allenarti in compagnia o da solo?

Servono entrambi, comunque da solo sono abituato, non mi pesa.

Quando corri ti concentri: a) sul gesto atletico; b) sull’immagine interna; c) sull’ambiente circostante?

Un po’ su tutto.

L’allenamento che preferisci e perché.

Sono (purtroppo) molto abitudinario. Mi piace salire al parco vicino a casa, che dopo trent’anni è come casa mia, e macinare chilometri. Non ho l’ossessione della prestazione, posso andare più o meno veloce, l’importante è avere i miei punti di riferimento per controllare a che passo sto andando. Correre tanto per correre mi annoia e mi deprime, soprattutto da solo.

Quante volte ti alleni a settimana?

Tre volte, quasi mai di più, così da trent’anni. L’importante è la continuità.

Com’è il tuo allenamento?

Salgo al parco e svolgo l’allenamento programmato, in genere ogni settimana una volta ripetizioni sul breve (per esempio 10x300m), una volta ripetizioni più lunghe (6x1.000m),  una volta chilometri secondo le necessità.

Quanti chilometri percorri a settimana?

Pochi, una trentina, per la mezza arrivo ai quaranta o qualcosa di più.

Quante gare fai ogni anno?

Più o meno una dozzina (almeno una mezza maratona).

Esegui esercizi di stretching, ginnastica, circuit training, yoga o altro e con quale frequenza?

Stretching e posturale regolarmente quando mi alleno, posturale e un po’ di potenziamento una volta la settimana con l’istruttore in palestra.

Il tuo rapporto con l’allenatore.

Ho avuto un allenatore per qualche anno in passato, il rapporto è stato sempre molto buono. Ma ormai ho ripreso ad allenarmi (se si può parlare di allenamento nel mio caso, molto artigianale e senza alcuno stress) da solo.

Hai un diario in cui annotare programmi, allenamenti, gare, test?

L’ho avuto in passato, ora continuo ad annotare solo i risultati delle gare: sono un po’ la mia storia.

Il successo che più ti ha gratificato?

Aver rifatto una mezza (in 1h45’) dopo l’angioplastica coronarica. (Fra l’altro devo ringraziare l’attività sportiva: sarà anche vero che ho rischiato l’infarto durante la corsa, ma se non avessi fatto sport, l’infarto mi sarebbe venuto di certo perché a riposo non avevo problemi e non mi sarei accorto di niente). Il cardiologo aveva detto che l’attività agonistica era impossibile, ma una blanda attività fisica assolutamente necessaria. così mi ero rassegnato a continuare a correre piano al parco per mio diletto e per prescrizione medica, poi è andata diversamente e ho avuto la gioia di ritrovarmi in mezzo agli altri con il mio pettorale (si veda la poesia qui riprodotta). Non so se si può parlare di attività agonistica, naturalmente vado molto più piano, l’impegno è blando, ma è quasi meglio così, è scomparso ogni stress, mi diverto pure di più e i risultati, anche al mio nuovo livello, continuano a motivarmi.

Quante e quali scarpe possiedi per allenamento e gare?

Uso lo stesso tipo di scarpa piuttosto protettiva per allenamento e gara (attualmente la Brooks Glycerin).

NUTRIZIONE E SALUTE

Come ti alimenti abitualmente?

Cerco di mangiare sano, poco e di tutto, ma preferisco pane, verdura, legumi, frutta e (ahimè) formaggio. Raramente bevo vino.

Assumi integratori alimentari?

I sali dopo l’allenamento e la gara.

Le tue scelte dietetiche sono suggerite dal medico, dal dietologo, da riviste, personali o altro?

No, da nessuno .

Oltre alla tradizionale visita per certificato medico sportivo agonistico, ti sottoponi ad altre indagini come esami del sangue periodici e con quale frequenza?

In particolare dopo l’angioplastica sono in terapia “a vita”, e mi sottopongo a esami e visite specialistiche varie con frequenza da semestrale ad annuale.

Accusi altri disturbi?

No, nessun disturbo.

In caso di problemi fisici a chi/che cosa ricorri?

Al fisioterapista di fiducia.

Ti fai massaggiare abitualmente o solo in caso di infortuni?

Solo in caso di infortuni.

Avverti qualcosa d’insolito nelle fasi pre-gara? Sai gestire l’ansia?

Ormai l’ansia è totalmente assente.

Ti sei mai sottoposto a un esame baropodometrico? A una valutazione posturale?

Tempo fa.

Hai mai effettuato test di valutazione? Quali e con che frequenza?

No.

SPORT

Leggi libri e riviste di atletica leggera?

Nessuno.

Segui trasmissioni televisive su questo sport?

Saltuariamente.

Quale sito frequenti maggiormente?

Maratoneta e Podisti.net.

Lo sportivo che preferisci e perché.

Non ho particolari idoli né fra gli amici di corsa, che pure stimo e in parecchi mi hanno dato tanto, né fra i campioni. Degli atleti italiani, a parte Mennea che ammiro per la sua dedizione e la sua tenacia, sono legato a Bordin, il primo maratoneta italiano olimpionico.

Un giudizio sulla tua società sportiva e i motivi della scelta.

Olimpia 2004 è una piccola società tranquilla, senza invidie e con un’atmosfera amichevole e familiare, dove si cerca la condivisione, senza perdere di vista l’obiettivo agonistico adatto per ognuno.

«L’importante non è vincere, ma partecipare con il massimo impegno e al limite delle proprie possibilità» (De Coubertin). Sei d’accordo?

Sono quasi del tutto d’accordo, a me personalmente non ha mai interessato, a proposito del massimo e del limite, tirare troppo la corda, anche perché forse non avevo grosse possibilità di primeggiare. Molti miei amici che da giovani l’hanno fatto, forse si sono presi qualche bella soddisfazione in più, ma adesso sono tutti rotti.

I tuoi obiettivi sportivi?

Se c’è la salute, continuare il più a lungo possibile, accompagnando il naturale invecchiamento.

La tua famiglia condivide la tua passione sportiva?

No.

Nel tempo libero cosa c’è oltre all’atletica?

Scrivo poesie da quando ero ragazzo. Così dicono di me: «Per quasi 50 anni Maurizio ha praticato la poesia come strumento per guardarsi dentro, cercare di capire il mondo e gli altri». Ne ho scritte alcune anche di argomento sportivo, come lo intendo io. 

Eccone due molto significative.

Correre ancora (il grillo e la formica)

“Ha rischiato l’infarto. Non potrà,
mai più, praticare l’agonismo.”
(Sono stato soltanto
primo fra gli ultimi, ultimo fra i primi).

Il cardiologo ha aggiunto: “Tuttavia
un’attività fisica in controllo
non è solo importante, è necessaria”.

Nel cardiofrequenzimetro ritrovo
due cari piccoli insetti fuori moda.
Cammina silenziosa la formica
accompagnando un passo dopo l’altro
il mio cammino e la mia corsa lenta
nel sereno albeggiare
e, se mi lascio andare in progressione,
canta subito il grillo “Dove vai?

Il cardiologo ha dato indicazioni
precise”. Il grillo e la formica
mi fanno compagnia coi miei pensieri
mentre risalgo al parco all’aria aperta
dove mi sento a casa come a casa
se non incontro qualcuno degli antichi
compagni che si presta a rallentare
per andare un po’ insieme.

Grazie al mio bravo muscolo
involontario, sono ancora qui:
intrecciare discorsi e silenzi,
creare comunione nella consuetudine,
partecipare così alla vita, schiudersi
a una nuova giornata di fatica
in sobria attitudine filosofica
al sole appena sorto.
Soffia un filo di vento fra gli alberi,
corriamo piano su questo tappeto
di foglie rugginose e non sappiamo
altro che quest’aria e questo silenzio
che riempiamo alla meglio.
L’importante è correre
ancora.

Podismo nel buio

Uscire di casa che è ancora notte
ben coperti per difendersi dal freddo
gelido dell’inverno.
Incrociare
rari passanti nel buio
chiusi a iniziare la loro giornata.
Salire al parco nell’aria aperta
sentirsi a casa quasi più che a casa
incontrarsi
intrecciare discorsi
creare comunanza nella consuetudine
partecipare così alla vita
schiudersi
a una nuova giornata di fatica.
Tornare a casa prima dell’alba.
Finché c’è la salute e finché dura
sotto l’effetto dell’adrenalina
tu chiamalo, Pascal, divertimento.

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