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Feb 02, 2019 2641volte

Corrida: vietato parlar male di Garibaldi!

Giuseppe Cuoghi Giuseppe Cuoghi Foto di Teida Seghedoni

31 gennaio - Premesso che la Corrida è la madre di tutte le corse modenesi, e davanti ai suoi inventori Gigliotti e Finelli bisogna solo mettersi sull’attenti, sarà forse il caso di non esagerare troppo con gli aggettivi e col “fiato alle trombe Turchetti”. Il quotidiano locale esordisce parlando di gara “epica”, di “successo a tutto tondo: numeri, livello tecnico, sorrisi”, e prosegue sullo stesso tono.

A uno che di Corride ne ha corse 35 su 45 negli ultimi 42 anni, al di là dell’entusiasmo campanilistico, si può concedere di riportare la gara entro quadri più aderenti al vero, cominciando dai “numeri”, che non sono deludenti ma neppure esaltanti: 651 competitivi arrivati (l’anno scorso erano stati 665); quanto al “livello tecnico”, i tempi dei primi sono leggermente peggiori del 2018 in campo maschile, considerando che il percorso era stato accorciato, causa un tratto ghiacciato, di almeno 400 metri (senza però correggere la posizione dei cartelli, cosicché tra il km 9 e il km 10 intercorrevano 600 metri): il vincitore, africano de noantri, ha impiegato 35 secondi meno del suo omologo 2018, e siccome la media stava sui 3 a km, significa grosso modo un teorico  minuto e 20” in peggio. Qualcosa meglio in campo femminile, dove la Epis ha battuto la Incerti 2018 di oltre 2 minuti, come hanno fatto anche la seconda e la terza, finite a ridosso; dunque, in termini reali, appena una trentina di secondi meglio della vincitrice dell’anno prima.

Di “epico” non c’è stato proprio niente: avevo sperato anch’io di ripetere l’emozione dell’acqua alta di Venezia 2018 correndo stavolta sulla neve, ma purtroppo è smesso di nevicare in nottata, non faceva nemmeno troppo freddo, e le strade erano in perfette condizioni. Semmai, l’intralcio viene dall’insistenza sul disastroso percorso dei primi due km: una curva ad angolo acuto dopo duecento metri, dove a parte i primissimi, tutti gli altri letteralmente si fermano (primo km corso in 6:35, secondo in 5:30); due altre quasi-soste in via Emilia e Corso Canalchiaro causa le strettoie delle bancarelle da cui emana (ha scritto il notista di colore della Gazzetta di Modena) “l’uppercut olfattivo di effluvi di sulséza che incrociano miasmi tiepido-nauseabondi di vin brulé alla cannella”. Sinceramente, negli anni intorno al 1995, quando la partenza avveniva in senso opposto, si andava più lisci: ma vada pure, noi anzianotti abbiamo una scusa in più per giustificare i tempi crescenti di anno in anno.

Il guaio è che, coll'avanzare dell’età, chi una volta partecipava alla Corrida competitiva adesso la fa non competitiva, o peggio (con la scusa dei prezzi d’iscrizione non adeguati al reddito di cittadinanza) la corre senza pettorale: e se dalle foto di Teida CLICCA QUI possiamo essere indulgenti con certe persone ritratte alle foto 440, 658, 671 della seconda cartella, immaginando che portino il pettorale nascosto sotto i maglioni (però nell’ambiente modenese si conosce l’allergia allo spillino di taluni), per altri che corrono in canottiera (foto 424) è più difficile trovare giustificazioni. Onore invece a Giuseppe Cuoghi (foto 643 e 644) che con questa ha corso tutte le 45 edizioni ufficiali, a Elvino Gennari (foto 25 della prima cartella), al carpigiano Gamba ed Lègn (foto 40 e 41), omaggiato persino da Baldini, all'altro sempre presente Emilio Borghi: tutti al traguardo con onore e quasi sempre con classifica.

Che la gara non sia stata straordinaria l’ho percepito anche dalla premiazione finale, insolitamente breve e priva del codazzo di politici che l’avevano, si fa per dire, onorata l’anno scorso: a parte il sindaco e l’Assessore Bello, che non potevano mancare, degli onorevoli presenti sul palco nel 2018 (un mese e mezzo prima delle elezioni, poi rivelatesi per loro disastrose) oggi si è vista solo l’ex ministra Lorenzin (foto 748 e dintorni), premurosa nel coltivare il distretto elettorale dove era stata paracadutata all’insaputa di chi doveva votarla. Ecco, almeno da lei sono venuti i larghi “sorrisi” di cui parla il quotidiano locale.

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