Elsa Pasquali, da Lanzi a santa Giuseppina Bakhita
Deve essere stato molto sorpreso Mario Lanzi quando la “sua” Elsa gli annunciò il desiderio di consacrarsi al Signore e di prendere i voti. Pare abbia anche provato a distoglierla da quella decisione. Siamo nel 1966, Elsa ha 25 anni. Lanzi era arrivato a Schio dopo aver sposato una ragazza originaria del comune veneto. Alle Olimpiadi del 1936 a Berlino si era classificato secondo negli 800 mt piani, a pochi decimi da un atleta tedesco. Aveva corso in 1’53’’, ma il suo personal best lo ottenne su quella distanza nel luglio 1939 con 1’49’’ (stesso anno in cui con 46”7 ottenne anche il record europeo dei 400, a pari merito col leggendario tedesco Rudolf Harbig poi morto in guerra). La sua fama era stata a lungo legata a quella partecipazione olimpica del 1936 dove era riuscito quasi nell’impresa di soffiare una medaglia d’oro ai tedeschi. Rientrato a Schio aveva fatto presente ai responsabili del fascismo la possibilità che nascesse un centro per atletica. Il progetto fu approvato, il campo di atletica fu costruito dal Lanificio Rossi (il famoso Lanerossi) e fu inaugurato da Benito Mussolini nel 1938. Nel 1967 il Centro per l’atletica passò al CONI che ne affidò la direzione proprio a Mario Lanzi. La nascita di quella struttura spiega la tradizione di questa città che è sempre stata un ambiente vivace per l’atletica italiana. Lo stadio di atletica e le strade pianeggianti e collinari della zona furono il campo di allenamento di Elsa che correva quasi sempre dopo le ore di lavoro in fabbrica.
Elsa aveva ottenuto due record incredibili per l’epoca: l’ora di corsa (15,953 km) il 29 dicembre 1965, e i 30km corsi in 2.03’04’’ l’11 febbraio 1966, giorno anniversario della prima apparizione a Lourdes! Lanzi aveva visto le sue qualità e le aveva allenate alla perfezione rendendola veloce e resistente. Stiamo parlando di un’epoca nella quale alle donne non era permesso correre le lunghe distanze. Già questo dice il carattere e la determinazione di Elsa. Figurarsi se qualcuno poteva impedirle di seguire quella vocazione che, come scrive, aveva scoperto proprio sui campi di atletica.
Ed è così che a fine anni ’60 entra dalle suore di San Paolo di Chartres, congregazione missionaria di origine francese, molto diffusa in Asia. Elsa ebbe contatti anche con le suore Canossiane presenti a Schio dal 1864 e da sempre impegnate in ambito educativo con scuole per l’infanzia ed educandati. Da bambina ebbe modo di conoscere Giuseppina Bakhita, la futura santa di origine sudanese, la suora di “cioccolato” molto conosciuta a Schio dove visse 50 anni fino alla morte nel 1947. Nel corso della vita più volte ha fatto riferimenti alla santa africana.
La data ufficiale dell’ingresso nella congregazione religiosa di san Paolo di Chartres è il 10 ottobre 1970. Si trasferisce in Francia per il noviziato ed i primi anni di vita religiosa, fino al 1974. Elsa successivamente ha vissuto quasi sempre a Roma. Nel 1974 inizia gli studi di teologia all’Istituto Regina Mundi, dal 1979 è a Tor Pignattara dove insegna alla scuola materna, dando la sua collaborazione anche alla catechesi nella parrocchia S. Maria Mediatrice. In quel periodo torna la sua carica sportiva, perché, ci dicono, organizza partite di calcio per i ragazzi del quartiere. Nel 1986 la troviamo insegnante in un Liceo di Ferrara e, dopo una breve parentesi in Svizzera, nel 1992 nuovamente nella capitale dove insegna all’Istituto Maria Immacolata in via Tor dei Schiavi. Per nove anni, dal 2000 al 2008, fu superiora della comunità delle Suore di Chartres a Tor Pignattara nonché direttrice di un Collegio universitario femminile. Tanti dei suoi giovani, della cui formazione si era occupata personalmente, erano presenti ai funerali svoltisi a Roma il 9 febbraio. E’ sepolta al Cimitero del Verano a Roma.
A Schio il ricordo di suor Elsa è stato fatto il 15 febbraio con una celebrazione all’Istituto salesiano, dove lo sport è stato sempre di casa. Tante le persone presenti, Elsa era molto conosciuta nella città veneta soprattutto per i suo passato da atleta. Dicono di lei che era una persona socievole che amava stare con tutti. L’hanno sempre caratterizzata un carattere vivace e un temperamento deciso. Anche davanti alle condizioni di salute precarie della mamma non aveva mai vacillato nella sua scelta di consacrazione.
La ricorda anche Orlando Pizzolato, che al Centro CONI di Schio ha mosso i primi passi nel 1972, allora quattordicenne. “Non l’ho conosciuta di persona”, scrive nel suo blog, ma aver letto di questa suora riaccende in Orlando i ricordi del passato: la pista di terra rossa, l’incontro con campioni come Antonio Ambu e Luigi Conti. Con un pensiero a suor Elsa, Pizzolato e quanti si allenano oggi a Schio avranno una compagnia in più, la protezione dall’alto di un’atleta davvero speciale.
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