Maratona di Malta: proprio non si poteva…?
Dalla mattina di domenica 24 gennaio, il sito della Maratona di Malta non ha altri aggiornamenti dopo l’annuncio https://www.maltamarathon.com/2019_gig_malta_marathon_24th_february.htm
che nel Centro maratona sarebbero state distribuite le medaglie (la maglietta era già stata data alla consegna dei pettorali).
ATTENTION ALL OVERSEAS PARTICIPANTS : We will be distributing the medals to all OVERSEAS GiG Malta Marathon participants (Full Marathon, Half Marathon and Walkathon), on the 24th February from the Nike Store at Tigne Point between 11am and 3pm. Date and time for the distribution of medals to local participants will be announced at a later stage. REMEMBER TO GET YOUR RACE NUMBER TO HELP US WITH QUICKER DISTRIBUTION.
Così i mancati maratoneti, che pare avessero fatto segnare il record di partecipazione dal 1986 a oggi (il precedente record risaliva all’ultima edizione, con 881 arrivati in maratona e 3430 nella mezza, più altre migliaia nei percorsi minori) si sono sottoposti al mesto rito della consegna, in un certo senso giustificandolo con una corsa, diciamo così di scarico (foto 75, 76, 106, dopo i ben più gioiosi allenamenti sul lungomare del sabato, foto 6 e 7)- oppure affollando le palestre o i fitness centre o le piscine di cui gli alberghi erano generalmente forniti (si veda ad esempio la notissima Sabrina Tricarico dalla foto 73 alla 134 diffusa dal suo profilo Fb, che ringraziando Roberto Mandelli per il suo intervento d’arte, qui mettiamo in ‘copertina’ come inno alla gioia che ci riscalda dal freddo patito; o il segretario del Club Supermarathon Italia, Franco Scarpa, scatenato nelle foto 57-58, 131, il che non gli ha evitato anche una sessione di ballo documentata dalla foto 49); oppure, ancora disperdendosi per l’isola, che offre eccellenti possibilità di turismo culturale anche col maltempo.
La domenica mattina, in effetti, il panorama nella frazione di Sliema, sul mare, da dove partono i traghetti per La Valletta, era apocalittico: pioggia fortissima, vento anche a 100 km/h che è riuscito non solo a far cadere a terra moto e bici parcheggiate, ma ha divelto dalla loro base in cemento i lampioni per l’illuminazione (foto 102-104), per non dire di molti alberi. In queste condizioni, correre sarebbe stato non solo faticoso (a parte il vento, le strade litoranee erano sott’acqua – le foto 98 e 99 non rendono l’idea, che appariva meglio dai video che circolavano su internet) ma anche pericoloso (infatti il comunicato del rinvio parlava esplicitamente di safety). So di una maratoneta italiana cui è caduto su un piede un pezzo di marmo dalla casa sotto cui stava passando, e adesso gira zoppa (la prima visita gliel’ha fatta il dottor Rizzitelli: meglio di così!).
Personalmente, ho deciso di andare comunque alla località di partenza della maratona, Mdina, l’antica capitale, un gioiello a circa 200 metri slm nel centro dell’isola: interrotto il traffico autobus in tutta la zona di Sliema, ho dovuto valermi del taxi, mezzi piuttosto economici pur che si contratti, o meglio si paghi, in anticipo. A Mdina ovviamente niente mareggiate, ma un vento impetuoso che letteralmente ti impediva di stare sui bastioni da dove si godrebbe il panorama sottostante (foto da 79 a 83).
Causa maltempo era stato rinviato un funerale, ma non il matrimonio nella cattedrale di San Paolo (a Malta San Paolo naufragò: evidentemente le tempeste erano usuali anche allora e non risparmiavano i santi), di cui sono stato involontario spettatore in attesa di visitare la chiesa, ricca di pitture di italiani del Sei-Settecento. Curiosa anche la lingua maltese della messa e delle iscrizioni, un divertente misto di arabo e di siciliano.
Guardando il percorso, che fino al km 25 si attorciglia nei dintorni di Mdina, mi sono chiesto se non si sarebbe potuto mettere in pratica un tracciato di riserva, che non scendesse al mare (solo gli ultimi 4 km sono sulla costa, e lì era certamente impossibile correre): ma evidentemente è come quando nevica a Palermo, è un evento tanto straordinario e imprevedibile che nessuno sa cosa fare. Certo, il pensiero è andato all’ultima maratona di Venezia: lì non pioveva, ma il ventaccio c’era e l’acqua alta pure (seppure, vi garantisco, meno ‘alta’ che a Sliema), eppure ci hanno lasciato correre…
Le previsioni meteo di Malta parlavano di un’attenuazione dei fenomeni dalle 16: in realtà, almeno fino alle 18 la tregenda è continuata: gli alberghi faccia a mare hanno chiuso le porte per impedire l’ingresso dell’acqua (che comunque è filtrata dalle finestre…). Solo lunedì mattina è apparso qualche squarcio tra le nubi, però il mare era in tempesta ancor più che domenica, e i numerosi podisti che si sfogavano sulle piste ciclopedonali ogni tanto erano investiti dalle ondate (foto 113-129).
E veniva l’ora di partire: gli aerei Ryanair aspettavano le centinaia di podisti italiani, sbizzarrendosi nei loro odiosi balzelli (è ormai diventata una prassi quella di separare le coppie e le famiglie, in modo da indurle a richiedere posti vicini, per tariffe tra i 6 e i 14 euro). Notare che gli aerei non erano pienissimi, almeno un paio di file sul volo per Bologna erano totalmente vuote, eppure… Comunque non ho ceduto, trovandomi seduto ‘random’ a fianco di altri colleghi maratoneti (dal ritrovo in aeroporto ricordo Elisa da Cesena, il supermaratoneta romagnolo Fernando Gambelli, la biologa marina Maria Sole Paroni da Salò, che a Orta corse spingendo il passeggino della figlia), tutti intenti a dialogare trasversalmente coi propri congiunti sistemati in altre file. E a rivolgersi le domande classiche: qual è la tua prossima maratona? torneremo nel 2020? Si propende per il sì, ma forse gli organizzatori potrebbero venirci un po’ incontro…
Va un po’ peggio all’aereo per Orio, i cui passeggeri (tra cui Carla Gavazzeni, la donna che ha corso più maratone nel 2018) già imbarcati sono fatti scendere, senza spiegazioni, e arriveranno a destinazione con 8 ore di ritardo. Risarcimenti? Ma fateci il piacere! A quando dovremo pagare anche l’accesso alle Ryan-toilets??
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