Caso Trieste Running : la Corsa della Bora prende le distanze
Le dichiarazioni di Fabio Carini hanno suscitato sdegno in tanti triestini. Ecco una veemente reazione di Tommaso de Mottoni, presidente di ASD SentieroUno, organizzatore della Corsa della Bora, una manifestazione che ha saputo fare breccia e superare tante discriminazioni, oltre a ricavare una posizione significativa nel calendario nazionale e internazionale delle manifestazioni podistiche.
“Per noi la multiculturalità di Trieste è un grande valore, non ha senso attribuire a una città una reputazione del tutto infondata per una dichiarazione facilmente fraintendibile di un singolo. Vogliamo rincuorare gli atleti che Trieste non è razzista” afferma Tommaso de Mottoni, organizzatore de La Corsa della Bora, il primo evento di trail-running di Trieste e del Friuli Venezia Giulia.
“Alla luce della dimensione mediatica assunta dalla vicenda, e mossi dalla volontà di ribadire il carattere internazionale della città e lo spirito con il quale i nostri sportivi da sempre vedano nella multiculturalità un valore sacrosanto, ci teniamo a prendere le distanze dalle dichiarazioni reali e quelle attribuite” chiarisce.
" Trieste - continua De Mottoni - è stata da sempre un crogiolo di culture, razze e religioni. L’architettura, la letteratura e l'arte figurativa ne sono una testimonianza di unica bellezza. Poche sono le città nel mondo in cui tante chiese e diversi credi coesistono, l’uno accanto all’altro, da centinaia d'anni.
Oggi Trieste, come ieri, è punto di incontro di culture e di grande fermento artistico e scientifico, con ricercatori e scienziati da tutto il mondo, ma anche meta turistica di primo livello.
“Riteniamo che la realtà sportiva e associativa di Trieste sia una delle più inclusive e multiculturali – prosegue de Mottoni -. La Corsa della Bora è in prima linea per portare nel mondo i valori di multiculturalità e collaborazione, che rappresentano non solo la nostra gara ma tutta la nostra città. Crediamo nello sport dove tutti si confrontano sul campo al fine di crescere e migliorare con il confronto”.
Alla Corsa della Bora partecipano più di 27 nazioni, con atleti da tutto il mondo, volontari di associazioni italiane e slovene li accolgono lavorando all'unisono e facendo della diversità un motivo di orgoglio, più che di divisione o di discriminazione.
“Lo sport deve essere un momento di inclusione, di crescita e di superamento delle differenze di colore politico di razza e di religione. I nostri colori sono i colori del Carso: del calcare bianco che incontra l'azzurro del mare al rosso del sommacco. Gli unici di cui ha senso parlare” conclude de Mottoni.
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