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Giu 23, 2019 Alessandro Tegagni 2315volte

S.Cristina di Ortisei (BZ) - Emozioni e fatiche della Saslong Half Marathon

La partenza La partenza Foto Sito Manifestazione

8 Giugno - Per gente di pianura come il sottoscritto la vita quotidiana non presenta delle pendenze naturali, sia per andare a casa, sia per il lavoro, ma la passione è forte e quelle salite richiamano un sentimento primordiale. Soddisfarlo è complicato, la sua fame è notevole, e allora che si fa? Si punta a gare belle, toste, con panorami unici. La Saslong Half Marathon rappresenta tutto ciò e molto di più. Essere presente non solo con la propria società, ma anche e soprattutto con il gruppo di amici straordinari della RunToMe Asd, fa diventare la gara un'esperienza meravigliosa. 
La Saslong Half marathon è alla sua seconda edizione, lo scorso anno (in cui eravamo presenti) il limite degli iscritti era 400, quest’anno 600, grazie alle numerose richieste da tutto il mondo (perfino dal Canada e dalla Scozia). L'organizzazione ha voluto, giustamente, offrire una competizione di qualità. Nulla lasciato al caso, volontari lungo il percorso, ristori molto ben preparati, percorso ottimamente tracciato e ristoro finale degno della miglior tradizione alto-atesina: canederli con gulash, tortelli alle erbe al burro fuso o lasagne al forno, e ovviamente la preziosa birra. Come detto nulla lasciato al caso soprattutto sul percorso. 
Nelle settimane precedenti la neve scesa ha costretto gli organizzatori al cambio del percorso. Rispetto allo scorso anno, molto più duro, pendenze più impegnative, fango in salita, neve. 
Percorso impegnativo e con una seconda parte di discesa veloce e non tecnica. 
Il panorama è unico al mondo. Il Sasso Piatto che ti guarda da lassù e tu piccolo che gli giri attorno, come un gattino che fa le fusa ai piedi del proprio padrone. L'emozione è  palpabile già sui nastri di partenza. L'ansia di sapere cosa accadrà in quei sentieri mista alla gioia di partecipare favorisce scambi di grossi sorrisi, saltelli sul posto per scaricare la tensione e occhi increduli della bellezza del paesaggio. 
Veniamo alle sensazioni della gara. Già di prima mattina con il gruppo RunToMe di Cremona siamo concentrati: alle ore 6 pronti sul prato per praticare yoga: la partenza è prevista dopo tre ore, ma vogliamo goderci ogni attimo della giornata senza sprecare tempo, respirare quell'aria fresca, pulita. Tra yoga, riscaldamento, tante risate, e rituali personali, verso le 9 siamo già in mezzo ai 600 partecipanti. Siamo pronti, o almeno crediamo di esserlo, non sapendo di preciso quali modifiche al percorso fossero state programmate. 
Si parte, lo speaker in varie lingue ci augura una buona gara. Il ritmo iniziale è lento e già alcuni iniziano a superare, per guadagnare un discreto posto per affrontare le prime salite. L'elicottero alla prima curva ci saluta mentre si alza in cielo, non solo avrà il compito controllare tutti i partecipanti ma anche di fare riprese mozzafiato. 

I primi chilometri passano abbastanza veloci, il ritmo è contenuto, il mio fiato non è ancora del tutto rotto, forse sarà la curiosità di vedere il percorso. Dopo poco iniziano le pendenze più dure, non ci sono più falsipiani, ora si fa sul serio. Chi parte subito forte alle prime rampe si accorge che a metà salita è molto affaticato. Opto per il mio classico mantra: "in salita tieni il passo costante, poi spingi in discesa". Quando posso correre lento lo faccio, altrimenti schiena bassa, mani sulle ginocchia e ritmi di camminata veloce. Vedo che nelle salite, nonostante abbiano una pendenza non trascurabile e il fondo fangoso, riesco a tenere un discreto ritmo. Prendo come riferimento alcune persone davanti a me per aiutarmi anche visivamente.
Le salite proseguono, il terreno è una costante misto tra fango, un leggero strato di acqua della neve sciolta sui lati e in alto il Sasso Piatto e uno stupendo Sole. Dopo 10 km inizio a sentire una leggera fatica di stomaco e le gambe che non spingono a dovere. Non ci faccio troppo caso e proseguo. L'ultima salita è una mulattiera, mentalmente è la fine della parte più dura e inizia la fase di discesa. Salita abbastanza impegnativa, tutta dritta e completamente al sole, quindi la fatica si fa sentire notevolmente. 

La seconda parte della Saslong HalfMarathon è un misto tra discesa, falsipiani e strappi di salita. Il terreno è fangoso, roccioso e in aggiunta anche nevoso. Sono caduto tre volte in tutti i sorpassi. L'andatura aumenta e in alcuni tratti con una pendenza più accentuata cerco di aumentare il ritmo. I chilometri passano veloci e mi ritrovo al diciassettesimo con un problema di fame, e fino a poco più del ventesimo chilometro devo rallentare notevolmente. All'ultimo ristoro mi sembrava di essere come un beduino assetato che vede finalmente la sua oasi. Mangio, mi idrato di sali e dopo quasi cinque minuti decido di partire lento per poi riprendere il ritmo quanto prima.
Gli ultimi due chilometri sono una discesa costante verso l'arrivo, accompagnata dal profumo del legno, dai boschi, e dai prati. Il tifo finale è un toccasana, come anche i trenta metri finali di scatto a causa di un temerario che voleva fare l'ultimo sorpasso.
Arrivato pienamente soddisfatto trovo Claudio, il presidente di Runtome, e iniziamo a scambiare le prime opinioni sulla gara, mentre ci rifocilliamo dalla fatica. Decidiamo di porci appena dopo l'arrivo per attendere tutti i membri Runtome. Arrivano alla spicciolata con il sorriso in volto, e anche lacrime.
Correre un trail è veramente differente da una corsa in piano, è un viaggio, in cui ogni passo non è uguale al precedente o al successivo. Non sai mai cosa ci ti devi aspettare: terreno fangoso, una radice esposta, una roccia scivolosa, freddo o caldo. E' tutta un'incognita, dobbiamo solo camminare o correre veloce e reagire, affrontare ogni ostacolo, piccolo o grande che sia, per arrivare alla fine. 

Saslong HalfMarathon ci vediamo il prossimo anno.

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