Mugello, una prima volta da ripetere
La maratona del Mugello, la più antica d'Italia, ha festeggiato la 46esima edizione. Fino all'anno scorso si svolgeva il sabato pomeriggio, e per noi era faticosa la logistica famigliare, ma quest'anno che è stata spostata alla domenica mattina, è entrata a far parte del nostro elenco di maratone da sperimentare.
La partenza, fissata per le 9.45 ci ha permesso di effettuare la trasferta senza una particolare alzataccia. Il meteo non prometteva niente di buono e un paio di cartelli nella periferia di Borgo San Lorenzo impietosamente annunciavano “allerta arancione” con temporali e forti raffiche di vento. L'organizzazione sicuramente rodata ha smaltito i circa 530 atleti, iscritti alla maratona e alla 24 km competitiva, nelle pratiche pregara di routine.
Qualche goccia di pioggia prima della partenza ci ha fatto equipaggiare come se dovessimo partire per una spedizione sotto le cascate del Niagara, invece poi, tranne una mezz'ora di pioggia moderata, il resto del tempo ha visto un meteo perfetto per correre, con cielo coperto, assenza di vento e addirittura qualche accenno di schiarite. Forse un po' troppo umido, ma non lamentiamoci.
Il percorso quest'anno ha subito delle variazioni ma, essendo per noi la prima volta, non abbiamo termini di paragone. Soggettivamente molto bello e panoramico. Il morbido susseguirsi di salite e discese date dalle colline toscane, il passaggio per Vicchio, paese natale di Giotto, e per il borgo di Scarperia, hanno distratto la mente dalla fatica. Purtroppo il circuito del Mugello lo abbiamo visto solo dall'esterno ma il rumore delle moto in corsa lo abbiamo sentito anche da molti chilometri di distanza.
I ristori, precisi e abbondanti, con frutta fresca a volontà, e particolarmente attenti alle intolleranze alimentari (proponendo gallette al posto del pane), erano gestiti da volontari disponibili e sorridenti.
All'arrivo grande festa fino all'ultimo arrivato con ristori sempre riforniti e un farro party in sostituzione della solita pasta. Il farro dev'essere un cereale localmente prodotto in quanto anche il pacco gara era generosamente ricco di alimenti che lo vedevano protagonista.
Bel percorso, bella medaglia, ottima organizzazione: quindi, perché non tornarci?
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