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Dic 04, 2019 Francesca Andone 6180volte

Mikhael e Victor, da domenica Lodi-Capo Nord per i tumori infantili

Un passo dopo l'altro si arriva in capo al mondo Un passo dopo l'altro si arriva in capo al mondo Bellanza- Mandelli

Nel caos di Facebook mi fermo per caso su una pagina “A Capo Nord contro il Neuroblastoma”; in copertina, in un paesaggio montano, compare un ragazzo sorridente equipaggiato con zaino e saccoapelo, che spinge un trasportino con uno splendido weimaraner. Incuriosita leggo la loro storia, i protagonisti sono Mikhael Bellanza e il suo fidato amico a 4 zampe  Victor. Hanno l’incredibile progetto di partire da Zelo Buon Persico (Lodi), dove vivono, per raggiungere Capo Nord a piedi. Come se l’impresa non fosse già abbastanza folle, rendono tutto più complicato partendo l’8 dicembre e facendo il viaggio in pieno inverno.

Scorrendo fra i post più vecchi scopro che sono già stati protagonisti di un’impresa simile lo scorso anno, andando a piedi a Parigi. Anche in quella occasione partirono in dicembre, attraversando le Alpi in pieno inverno. Documentarono ogni tappa, e in ogni foto Victor risaltava per la sua eleganza e bellezza mentre Mikhael indossava sempre maglietta e pantaloncini, anche quando attorno erano circondati da strade innevate.

Più leggo la loro storia più cresce la voglia di conoscerli, di capire come un ragazzo di 24 anni decida di imbarcarsi in un’impresa così stupefacente per noi comuni mortali.

Ho appuntamento una sera in settimana, nel paesino da dove partiranno: giunta sul luogo concordato li riconosco subito, d’altronde come si fa a non notare un gigantesco Weimaraner accompagnato da un ragazzo in tenuta estiva a fine novembre?

Salutando Victor penso subito “ è più grande di me! “ quindi al suo padrone domando di getto:

Quanto pesa?

44 kg! Quest’anno tutto il carrellino con lui dentro sarà 100kg (sembra che  legga nella mia mente impegnata a calcolare il peso da trasportare e la conseguente fatica!) Quello dell’anno scorso in pianura era molto leggero, si sentiva solo in salita. Quest’anno l’attrezzatura è diversa e non so come sarà.

Mentre entriamo nel locale tutti gli occhi e i sorrisi sono per Victor, qualcuno si avvicina per fare i complimenti e chiedere informazioni.

Come ti viene in mente di fare una vacanza di questo genere? Perché non fai come le persone normali che per andare a Parigi prendono un aereo?

Ehm… non lo so! Mi viene naturale, spontaneo, a me piace camminare! Ho preso un bracco proprio perché amo correre e lui mi segue ovunque.

Mi risponde timidamente, come imbarazzato dallo stupore e dall’interesse che questi suoi viaggi suscitano.

Tutto è iniziato con la prima vacanza fatta con lui. Poi siamo partiti una seconda volta andando verso la Svizzera e tornando a casa sempre a piedi. Al termine dei viaggi postavo le foto su facebook e vedevo che le nostre avventure suscitavano interesse. Proprio in quel periodo vidi l’intervista di un mio amico, Raffaele Gerbi: raccontava la sua esperienza di padre, del dolore nel dover dire addio al figlio Thomas morto a soli 3 anni per un neuroblastoma. Quelle parole mi hanno commosso, così ho pensato di unire i miei viaggi alla raccolta fondi dell’associazione “Lottiamo contro il Neuroblastoma” dell’Associazione UNA-Milano ONLUS per la ricerca e la cura dei tumori infantili!

Qui il link per la raccolta fondi: https://www.retedeldono.it/iniziative/una-onlus/mikhael.bellanza/a-capo-nord-contro-il-neuroblastoma

 

Come fai a prepararti fisicamente per un’impresa del genere?

Corro, cammino, vado in giro a maniche corte.

Ride, ripensando al mio stupore nel vederlo in t-shirt e maglietta.

Ma è vero che indossi sempre abiti estivi per abituare il corpo al freddo?

Si, è vero. In casa non ho né riscaldamento né l’acqua calda proprio per questo motivo.

Non posso credere a quello che mi ha appena detto! Vedendo la mia faccia ride e per rassicurarmi mi dice: Un po’ di acqua fredda non ha mai ucciso nessuno!

Praticavi sport prima di iniziare questi viaggi?

Sì, corro, ho fatto sia gare su strada che trail. Qualche anno facevo anche triathlon. Con Victor ho partecipato ad alcune competizione di cani cross.

Victor ci interrompe abbaiando, reclama cibo anche per lui. Gli allungo qualcosa dal tavolo, e come la maggior parte dei cani ci si avventa come se non stesse mangiando da mesi!

Perché hai scelto Parigi lo scorso anno?

Per quello che rappresenta, Parigi è la città dell’amore.  

Lo guardo stupita, non mi aspettavo questo tipo di risposta, allora rilancio subito:

E allora, come mai Capo Nord quest’anno?

Perché è in capo al mondo, è il posto più lontano e difficile da raggiungere qui in Europa, e cercare di arrivarci in inverno rende tutto più complicato.

Quello che per me è inimmaginabile per Mikhael è invece quasi una cosa naturale da pensare, progettare e mettere in pratica.

Riguardo al viaggio sai già che percorso farai per arrivare a Capo Nord?

Con naturalezza mi risponde: No, ogni giorno valuto la tappa successiva! Ho alcune mete intermedie prestabilite, Chiavenna, S.Moritz, Monaco di Baviera, Berlino, Rostock dove prenderemo il traghetto per la Svezia, poi proseguiamo per 100km in Finlandia e infine in Norvegia.

Purtroppo, non riusciamo a fare tutto il viaggio a piedi perché saremmo dovuti passare dalla Russia, ma è un problema per Victor e per il visto che ha una durata limitata, ed è difficile sapere esattamente la data d’ingresso e uscita.

Come ti sei preparato per il freddo, soprattutto per Victor?

Ho un trasportino nuovo coibentato, te lo faccio vedere! Tira fuori il telefonino e anche Victor con le sue zampone si appoggia sul tavolo per vedere la sua futura casa. Un fabbro mi ha fatto tutta la struttura del carrellino, un altro artigiano la cuccia coibentata. È dotato anche di una stufa per riscaldare l’interno, ovviamente da accendere quando lui è fuori, ma poi le pareti mantengono la temperatura. Victor ha parecchi vestiti (si mette a contarli ad alta voce, cercando nella mente di ricordarli tutti):  ne ha 6, più scarpe, calze, scaldacollo, crema per le zampe e occhiali per il vento.

Ho capito che Victor avrà più vestiti di te! Anche questa volta farai il viaggio in pantaloncini e maglietta?

No, questa volta no! Avrò i vestiti da alpinista, adatti a temperature sotto i  meno30 °, là dovremmo arrivare a meno 20°.

Che scarpe userai?

Scarpe da trail Hoka, sono impermeabili, le stesse che ho usato a Parigi, ne dovrò portare 4 paia, uno ogni 1000km, visto che sono 4000km in totale.

Ripenso ad alta voce, 4 paia , è vero, non avevo fatto il conto di tutti i km.
Quanti km farai al giorno?

Penso di fare 30/40km. Di solito all’inizio faccio più fatica, mentre più vado avanti e più ne faccio.

Quando sei andato a Parigi non hai pensato “ma chi me lo ha fatto fare? Mai più una cosa del genere?”

Assolutamente no, ho iniziato a immaginare e quindi progettare Capo Nord mentre arrivavo a Parigi, anzi in quei giorni difficili mi ha aiutato tanto pensare ad una nuova avventura. Comunque tornato in Italia mi sono preso un anno di riposo.

C’è qualcosa che ti manca quando fai questi viaggi? una persona, una cosa, il divano?

Guardando Victor mi dice con disarmante semplicità:

No a me basta avere lui a fianco, e potrei stare anche per terra!

Rimango in silenzio per qualche secondo, che bello venire sorpresa positivamente da persone come Mikhael.

Ho letto i post del vostro viaggio a Parigi, al di là dei km fatti e dei luoghi attraversati, c’è stato un secondo viaggio fatto dalle persone che avete incontrato, in ogni tappa avete conosciuto qualcuno che vi ha incoraggiato, sostenuto ed anche aiutato in modo concreto.

Si, è stata la cosa più bella. Abbiamo incrociato tantissime persone che ci hanno dimostrato il loro affetto  e solidarietà. Moltissime ci hanno portato da mangiare, ci hanno aiutato a trovare un posto riparato  dove accamparci, qualcuno addirittura ci ha ospitato. Mentre sono in viaggio, tutte le mattine quando mi sveglio non so dove dormirò la sera successiva, ed è una cosa che mi affascina moltissimo, ho la consapevolezza che so che qualcosa capiterà, qualcuno mi fermerà per parlarmi, qualcun altro per darmi da mangiare.

Mentre Victor è riuscito a convincere anche il vicino di tavolino a passargli qualche patatina gli chiedo:

Hai qualche timore in particolare per questa avventura?

Le preoccupazioni sono legate al fatto che saremo sempre in strada. La pioggia è la cosa che mi fa più paura, essere bagnato sotto zero, senza poi avere la possibilità alla sera di stare all’asciutto. Inoltre i paesi scandinavi sono scarsamente abitati in alcuni zone, magari… c’è un supermercato ogni 50km.

Ho già fatto preparare  i volantini in tutte le lingue, italiano, svedese, norvegese, tedesco, finlandese e danese, per spiegare a chi incontro cosa sto facendo.

C’è qualcuno che ti segue constatamene da qui?

Si, tutte le sere mando la mia posizione ad una persona. Tutti i giorni pubblico sulla pagina FB il resoconto della giornata. Ci sono 3 amministratori della pagina che mi aiutano: Raffaele, dell’associazione contro il neuroblastoma, e altre 2 amiche che m’aiutano per le traduzioni/pubblicazioni.

Una curiosità: che origini ha il tuo nome?

Prima devo capire come si pronuncia poi indagherò sull’origine! Scherzi a parte, io sono Italo-Marocchino, mia madre Italiana e mio padre originario del Marocco, ma il nome non c’entra nulla con le origini.

Mi risponde ridendo, chissà quante persone gli avranno fatto questa domanda, ma lui ha ugualmente la battuta pronta.

Lo sai che il mio unico sponsor è mia nonna Rita? Se non ci fosse lei tutto questo non sarebbe possibile!

 

Non si arrabbia con te per queste pazzie? Lo sa che stavolta vai fino a Capo Nord?

Non è molto contenta, ma ormai è abituata. Secondo me non ha capito bene qual è la meta, le ho detto che vado a Nord, ma senza specificare.

 

Non si arrabbia che vai in giro in maglietta e pantaloncini anche d’inverno?

Lei abita in Calabria, non mi vede.

Scoppiamo entrambi a ridere.

Fra qualche battuta e mille carezze a Victor saluto questo 24 enne sognatore. È bello confrontarsi con persone per cui è normale ciò che noi consideriamo folle. Forse è proprio questo che attrae, il guizzo, la pazzia, la determinazione che permette ad alcuni di fare cose straordinarie.

Victor e Mikhael, saremo con voi in viaggio verso Capo Nord in questa che sarà una grande sfida mentale e fisica per aiutare  l’associazione contro il Neuroblastoma.

 

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