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Apr 15, 2020 Ettore Comparelli 1877volte

UMSO: la UltraCompaCorsa ai tempi del coronavirus

I protagonisti della brigata tapasciona I protagonisti della brigata tapasciona Vignetta di Marco Terraneo

 

Bagài,

sa l’è dùra stà serà sù in cà tùt al dì! Colpa di sto cavolo di virus che ci costringe ad una lunga quarantena. Per passare la giornata faccio un po' di corsetta in corridoio o in giardino, pedalo sulla cyclette, un po' di su e giù dalle scale; e mangio come un porcello; ma tirà l’ura de ‘ndà a durmì a l’è lunga …

E allora vado a sfogliare i ricordi delle mie “imprese”, le vecchie foto, la prima Maratona, i vecchi album, rileggo racconti in cui ritrovo gli amici che non posso incontrare e che mi mancano tanto. Michael l’americano, compagno di mille avventure, i Drs (Dead Runners Society) la prima mailing list di corsaioli, la Brigata Tapasciona di Podisti.net, il Road, il mio grande Club dal 2003, i miei sempre generosi Marziani, gli AranciOloni di Podismo&Cazzeggio, i ParkRunner del Parco Nord, gli Impossible Target dell’Ultra Milano Sanremo e l’ultima mia scoperta: il Club Super Marathon, la tana dei fuori di testa.

Quante avventure vissute insieme, quanti ricordi, quante emozioni che rivivo leggendo i racconti e guardando le foto!

Da rinchiuso in casa ogni occasione è buona per “scappare” con la fantasia; ed allora partecipo con gioia a tutte le iniziative virtuali inventate dagli amici per raccogliere fondi a favore delle strutture ospedaliere impegnate nella lotta al Covid-19: il Miglio Smart di Marco, il 1° Crown Challenge Road di Captain Ale, la 1° Straincasa di Matteo, le 11 Maratone della Speranza del vulcanico Paolo, il 2° Crown Challenge Cherries Road, il Miglio Lombardo, e chi più ne ha più ne metta.

Ma tutto questo non mi basta ed allora una GARA me la invento io! Mi iscrivo, e la corro! Ma deve essere una gara lunga, lunghissima, un sacco di km, deve impegnarmi ininterrottamente per giorni e notti. Nasce così la prima ed ultima edizione della UMSO, Ultra Milano Sanremo Orta di 5130 km no stop e senza mai uscire da casa!

Partenza ed arrivo dal salotto di casa. Pronti via e con la mente sono già in Corso Venezia a Milano in attesa dello start; circondato dalla solita massa di amici puzzolenti di canfora, emozionato come se fosse la prima volta! Allo sparo li lascio andare via e parto con calma; tanto ho tutto il tempo che voglio!

Batto il cinque agli amici e mi lascio trasportare dalla gioia di esserci; alla vista de la mia bèla Madunìna ca te brìlet de luntan mi viene un groppo in gola; confesso: ho temuto di non rivederla più! E invece Lei a l’è sèmper là e mi protegge. I chilometri si accumulano ed arriva la prima crisi ma sull’asfalto leggo “DRS il ritiro non è previsto, non si fanno prigionieri”. Ed in via Washington mi accoglie il ristoro “abusivo” dei DRS con soppressata, caciocavallo, coca cola e vìn brùlè e riparto ritemprato. All’arrivo in Duomo sento l’urlo straziante del Tapa-Sciancato che invece dell’agognata medaglia al collo, si vede consegnare in mano una “figurina”! Anca la Madùnina la guarda giò preocupada: “Figliolo, ma cosa ti hanno fatto?”.

Riparto e raggiungo il Parco Sempione, il “mio” Parco: ho lavorato qua di fronte per 26 lunghi anni e ci passeggiavo sempre in pausa pranzo. Saluto la finestra del mio ufficio e continuo implacabilmente a correre.

Davanti alla fontana del Castello trovo tutti gli amici Marziani, compreso qualcuno che è tornato quaggiù per farci compagnia ed aiutarci a fare del bene perché i Marziani corrono per una buona causa, SEMPRE! Partiamo insieme per scorrazzare per le vie del centro distribuendo fiori e sorrisi a tutti i passanti. E’ già l’alba ed in Galleria ci sono altri Marziani e con loro corro fino alla Darsena, Piazza Gae Aulenti, la Milano da bere, Brera, il Quadrilatero della moda.

Ripasso dal Duomo e c’è un lungo tendone in cui mi danno un pettorale; e corro su e giù per Corso Sempione circondato dai miei compagni di squadra. Passo da Via Canonica e davanti alla storica sede del Road Runners Club Milano mi accoglie il boato di soci ed amici e mi commuovo.

E ripercorro le mie amate tapasciate di giorno e di notte: sotto i ciliegi in fiore, tra il verde e l’antico, tra il tardubi e la risulina, tra ciàr e scùr, in so e inzò dal lamber, tra le salamelle e l’hospice, strachemas cun i avisìt, quatar salt cui sciatt, la “mia “vighignulada, con le pecore e cunt i avucat, tra rìs e mergon, tra i runchètt el laghetùn, tra i casìn, tra campi e rogge. Una dopo l’altra sempre in corsa per la “gamba d’argento”.

Sono già passati giorni e notti ed ancora sto correndo; dopo un lungo vialone di periferia arrivo ad un bar dove trovo degli amici vestiti di arancio, nero, viola e rosso; si parla inglese, spagnolo, polacco, cinese, russo e si va tutti insieme alla partenza della ParkRun e mi danno il token e mi chiedono il barcode; passo dal checkpoint de La42Runstation, riposo un po' e quando mi sveglio sono all’Officina della Corsa ed è notte e mi accompagnano per una “lucciolata” nel Parco.

E all’alba arrivo in Darsena; c’è gente strana: uno corre con le crocs, una ha in spalla uno zaino da 40 kg, uno corre dormendo; c’è uno pelato che urla nel megafono; un casino bestiale; si parte lungo il Naviglio ed a Pavia occhio alle rotonde che sono diventate quadrate e finalmente c’è il check point a Casteggio e poi di notte mi faccio tutti i ristori con la Fata Turchina e poi mi sembra di essere in autostrada con la dolcissima Annina e stiamo correndo e “ci hanno fregato il ponte! Non arriveremo mai …” e poi a Sanremo c’è uno con la barba che urla “Devi toccare l’acqua! Tocca l’acqua del mare di Sanremo!” e faccio il bagno in mare ma l’acqua è gelata. E adesso tutto bagnato come ci ritorno a Milano di corsa? Per fortuna mi fa compagnia la crew “stra-figatz”: il trio Lucia-Natalia-Valeria corre con me fino a Milano ed è tutto un ciciarà da fa fischià i urech!

E subito si riparte; è ancora l’alba e mi sembra di essere in autostrada con Gabriella & Franco ma sicuramente sto sognando e continuo a correre e dopo il casello proseguo verso Gozzano, lago d’Orta dove trovo Sergino l’arrotino, sorridente con la bandierina in mano che mi manda giù al Lido.

In spiaggia c’è un raduno di gente strana: ancora quello che corre con le crocs, quello che sono 90 anni che continua a correre, quella coi capelli verdi, quello che ha corso 5000 km in due mesi, quello che “e stasera si tromba”; il capobanda dall’aspetto sembra uno normale, ma “sembra”, perché in realtà è il più strano di tutti; da bambino gli piacevano i puzzle e adesso ogni volta che passi dal via ti mette al collo un pezzo di medaglia-puzzle da un chilo e mezzo. E si riparte sempre in salita fino alla cima del Mottarone e poi si scende e si sale alla Madonna del Sasso e si corre intorno al lago; passano i giorni ed arriva gente nuova e si ritorna sulla strada ed il capo ti dà un’altra medaglia ed urla “E adesso la fate 20 volte di fila e se fate i bravi stasera vi porto a mangiare sull’isola”. E di notte scoppia un grosso nubifragio e la barca va alla deriva ma il capo si mette a camminare sulle acque e ci porta tutti in salvo; ma su questo episodio ho qualche dubbio, forse è stato solo un sogno.

E sono passati tanti giorni che ho perso il conto e continuo a correre e sento uno che grida in tv “E’ finita! E’ finita! Il virus è sparito! Abbiamo vinto! Potete uscire di casa e tornare a correre”.

Tornare a correre? Ma tì ta sé propi scemo! Sono mesi che sto correndo come un pirla! Non ce la faccio proprio più a correre! Ma vaffanculo va'! Io adesso mi rinchiudo in casa e non esco più …

Ettore “corri-che-ti-passa” Compa

 

 

 

 
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