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Apr 27, 2020 padre Pasquale Castrilli

Prete e runner al tempo della COVID 19

Sportivi dentro e attorno alla chiesa di S. Michele a Pianezzo (LC) Sportivi dentro e attorno alla chiesa di S. Michele a Pianezzo (LC) Roberto Mandelli

La vita di un sacerdote-podista è parecchio, direi doppiamente sollecitata in queste settimane.

Sono pienamente d’accordo sulla tempistica e sui contenuti del messaggio che i vescovi italiani hanno indirizzato al governo ieri sera, 26 aprile, a proposito del nuovo DPCM che non prevede la possibilità di celebrare messa se non per i funerali (ai quali sono ammesse 15 persone). Non si capisce perché possano riaprire fabbriche, esercizi commerciali, mezzi di trasporto, musei e librerie, ma non si possa, con le dovute accortezze e rispettando il distanziamento, celebrare l’eucaristia. ”Una scelta miope e ingiusta”, la definisce Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire.

Le sofferenze di questo periodo sono state numerose per tutti. Le famiglie con bambini piccoli o con persone disabili confinate negli appartamenti, la solitudine degli anziani, la perdita di un reddito per i lavoratori precari… Tutti ci siamo impegnati in una situazione che ci ha trovati impreparati ed ha instillato nel nostro vissuto paura e diffidenza.

Alle norme che hanno vietato la frequentazione delle scuole, degli ambienti di lavoro, dei parchi pubblici, ai divieti per la corsa e l’attività sportiva fuori casa, si è affiancata, in questi mesi, anche l’impossibilità di incontrarsi come comunità di fede, per pregare e celebrare, ascoltare insieme la Parola di Dio e nutrirsi dell’Eucaristia. Non c’è stato nessun periodo della storia della nostra Penisola in cui i credenti siano stati privati dei sacramenti per un tempo così lungo. Anche durante le guerre si celebrava messa. L’emergenza sanitaria ha motivato queste restrizioni, che sono state rispettate e assunte. Ma la situazione odierna non giustifica più le misure di ristrettezza, soprattutto nel Sud del Paese meno colpito dall’epidemia.

A nostro avviso, sarebbe stata intelligente e matura la ricerca di soluzioni pratiche osservando su questo argomento quanto sta succedendo anche in atri stati europei. Non sono senz’altro pensabili messe con centinaia di persone che stiano fianco a fianco, ma sono praticabili alcune soluzioni:

  • rispettare nella maniera più assoluta il distanziamento di almeno due metri tra le persone indossando l’opportuna mascherina;
  • prevedere un numero di fedeli proporzionato alla dimensione del tempio;
  • favorire le celebrazioni all’aperto;
  • moltiplicare il numero delle messe festive per dare possibilità di partecipazione ad un numero maggiore di persone;
  • autorizzare le messe feriali, dal lunedì al venerdì, che hanno, già in condizioni normali, una presenza limitata di persone;
  • sanificare le chiese con cadenza regolare.

Con l’aiuto di tutti, ci si può arrivare.

 
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