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Lug 21, 2020 Claudio Romiti 3585volte

La farsa dell’eccesso di precauzioni

I droplet passano per il megafono? I droplet passano per il megafono? GGG Fidal - R. Mandelli

Da molto tempo mi sono convinto, il linea con il pensiero del grande filosofo Jose Ortega y Gasset, che il mondo stia attraversando un lungo periodo di crisi storica. Tuttavia, così come dimostrato dal modo con cui l’Italia sta affrontando i problemi derivanti dal Covid-19, ritengo che noi rappresentiamo una sorta di avanguardia del peggio il quale, come si sa, non è mai morto. In tal senso lo sport in generale e l’atletica leggera in particolare costituiscono un fulgido esempio, per così dire, del mio assunto.  E’ bastato seguire la diretta dell’VIII Meeting “Città di Savona”, in onda su Raisport nel pomeriggio di giovedì 16 luglio, per farsene una idea piuttosto pregnante.  In estrema sintesi, abbiamo assistito al solito, desolante spettacolo di italica ipocrisia in cui, come sempre accade in molti ambiti oggetto di pubblica regolamentazione, prevale la forma vuota di qualche inutile adempimento, a tutto discapito di una sostanza che, particolarmente per noi “tapascioni”, non significa altro che blocco a tempo indeterminato delle nostre amate garette podistiche.

Per farla molto breve,  la summenzionata competizione in pista ha mostrato al grande pubblico televisivo tutte le contraddizioni di una situazione che anche su queste pagine sono state evidenziate con dovizia di particolari:  atleti, ovviamente, senza mascherine che prima e dopo la loro prova si sono toccati, abbracciati e assembrati, insieme al numeroso staff tecnico presente all’interno dello stadio. Stadio ovviamente chiuso al pubblico, sebbene ciò non abbia impedito ad una numerosa platea di spettatori di assembrarsi, anch’essi rigorosamente privi della  mascherina, su una collinetta a ridosso dell’impianto sportivo.

Tuttavia, proprio per mantenere la forma dei demenziali protocolli Fidal, con i quali allo stato attuale risulta materialmente impossibile organizzare competizioni non stadia degne di questo nome, tutti i giudici di gara e i vari addetti alle pedane hanno indossato rigorosamente le sempre più ridicole e malsane mascherine per tutto il tempo, pur tenendosi piuttosto distanziati gli uni con gli altri. 

A tale proposito, a parte i numerosi studi prodotti in questi ultimi tempi, nei quali si dimostra la sostanziale inefficacia dell’uso massivo delle medesime mascherine nel contenere il coronavirus, segnatamente all’aperto, proprio in questi giorni un consorzio di importanti enti italiani di ricerca avrebbe dimostrato in laboratorio che i raggi solari sono in grado di inattivare in pochi secondi il 99,9% di una dose elevatissima di Covid-19.

 Ma oramai, dato che pure nella cosiddetta regina dello sport si è installato un principio di precauzione che sembra attenere più al feticismo religioso che non ad un approccio scientifico e razionale, sembra che ci dovremmo rassegnare ad una “nuova normalità” basata su procedure assurde e controproducenti il cui unico effetto sarà quello di eradicare completamente il podismo agonistico amatoriale dallo sport italiano.  Spero vivamente di essere smentito dai fatti.

 
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