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Ago 21, 2020 Claudio Romiti 6514volte

Proibizionismo dei protocolli: non si corre, così non si va in grane?

Azzeccagarbugli: "questa corsa non s'ha da fare!" Azzeccagarbugli: "questa corsa non s'ha da fare!" Roberto Mandelli

Ho una domanda che non saprei a chi rivolgere: chi scrive i protocolli?

Ho letto i protocolli di alcune federazioni, oltre a quello della Fidal, e mi sembra che i signori (che sparano regole impossibili da attuare seriamente), non abbiano MAI praticato quegli sport. In pratica mettono in ginocchio tutte, ma proprio tutte le piccole società. Il mio modesto parere è che si sia fatto un passo per dare il colpo di grazia a molti sport, ma soprattutto a molti amatori (di qualunque disciplina). Attualmente c'è in voga un gran "fai da te", non c'è più bisogno di far parte di una società, di un gruppo e tantomeno tesserarsi, a che serve? Insomma, mi piacerebbe sapere chi sono quei signori che scrivono regole senza conoscere lo sport che devono trattare.

Il nostro amico Gabriele Ferrari ci pone in modo intelligente la domanda delle 100 pistole: chi scrive i protocolli della Fidal e di altre federazioni sportive al tempo del coronavirus? 
In particolare, ritiene che coloro i quali hanno elaborato “regole impossibili da attuare seriamente” non abbiamo mai praticato i relativi sport.
Sta di fatto che in questo modo si è inferto un colpo quasi mortale al mondo sportivo amatoriale,  disincentivandone seriamente la pratica.
Pratica, mi permetto di aggiungere, che rappresenta un presidio di salute, soprattutto in un paese, l’Italia,  in cui ogni anno muoiono circa 240.000 persone per le malattie del cuore (ictus e infarto). Un numero che probabilmente  tenderà drammaticamente a crescere, dal momento che in questi mesi di emergenza sanitaria la Società italiana di cardiologia segnala un aumento nell’ordine del 30% di persone decedute per tali cause.

Ovviamente, chi scrive i succitati protocolli, a prescindere dal grado di preparazione e competenza specifica,  sembra farlo attraverso una visione estremamente ristretta nonché prudenziale. Per lui, come per buona parte dell’establishment di questo paese, pare esistere un solo serio rischio di malattia e di morte: il Covid-19. Tutto deve essere fatto per bloccarne la diffusione, anche se i medici più autorevoli che operano in prima linea ci dicono da molti mesi che il virus è clinicamente quasi estinto, nel senso che la stragrande maggioranza dei nuovi “casi”, così come l’informazione più drammatizzante definisce i contagi, non manifestano alcuna sintomatologia.  In tal senso sembra confermata la tesi, basata su una accurata ricerca di laboratorio del professor Clementi - illustre virologo del San Raffaele di Milano -  secondo la quale l’ultimo dei coronavirus conosciuti avrebbe imboccato la stessa strada di altri suoi predecessori, adattandosi all’ospite attraverso il fenomeno dell’omoplasia.  In pratica, così come dimostrano  in maniera  evidente i numeri da tempo,  Sars-Covid-2 sarebbe già ‘sceso a patti’ con l’uomo.

Ma tutto questo non ha affatto scalfito la tendenza ad adottare il presupposto che sta a monte della cosiddetta “nuova normalità”, con cui giustappunto si continua a paragonare tale virus al bacillo della peste bubbonica.  E dunque, al netto di tutta una serie di considerazioni di natura antropologica, impossibili da approfondire nel breve spazio di un articolo,  viene da sé che i vari comitati di espertoni tendano a realizzare protocolli attraverso i quali raggiungere l’utopia degli zero-contagi.  D’altro canto, se lo stesso contagio equivale alla malattia, che oramai in buona parte dell’immaginario collettivo richiama lo spettro delle sale di rianimazione,  l’idea di far praticare lo sport in una sorta di aureo isolamento individuale (per così dire),  costituisce la bussola per qualunque cervellone chiamato ad elaborare le nuove regole.
Regole che, vorrei ricordare, non discendono da alcun provvedimento che abbia forza di legge, bensì da tutta una serie di Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, i quali sono semplici atti amministrativi (non sanciti cioè dalla approvazione delle Camere come imporrebbe la Costituzione).

Quindi, in barba alla Costituzione più bella del mondo (almeno così dicono),  la Fidal e le altre federazioni,  Enti di promozione sportiva inclusi,  hanno creato un sistema di regole e di procedure onde impedire al “mostro” invisibile di diffondere tra gli atleti una malattia clinicamente languente.  Poi beninteso, come evidenziato più volte dal professor Gattinoni - altro illustre medico che opera in Germania -  la composizione pletorica di detti comitati, nei quali ogni membro cerca di inserire una sua proposta,  determina protocolli estremamente complessi e con parecchi elementi contraddittori,  difficilmente applicabili nella loro interezza. 

Il risultato finale di questi guazzabugli,  che per noi podisti hanno raggiunto l’apoteosi con la demenziale misura, recentemente reiterata dalla Fidal,  di farci correre almeno per i primi 500 metri di gara (se si è in più di 50) con la mascherina,  è una sostanziale paralisi  a tempo indeterminato delle competizioni sportive di massa.  Poiché, come suggerisce Fabio Marri, tutti cercano di pararsi il didietro dalle eventuali conseguenze di un semplice contagio; e nessuno si assume la responsabilità di adottare una sorta di disobbedienza civile, almeno per ciò che concerne le misure più demenziali concepite per la “nuova” normalità sportiva.  In questo senso anche nello sport il terrore di essere tacciati di fiancheggiare il virus risulta da tempo assai superiore di quello di prendersi il contagio medesimo.

 
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6 commenti

  • Link al commento Fabmarri Giovedì, 27 Agosto 2020 00:14 inviato da Fabmarri

    Bene. A questo punto, come direttore (per quel tanto o quel poco che mi sento di rappresentare dei nostri lettori), credo che il dibattito sullo specifico argomento possa chiudersi. Ringrazio, nonostante tutta la sua 'carica' polemica, la signora Bonito delle ulteriori precisazioni, da cui mi pare di capire che ognuno degli 'esperti' in campo possieda una doppia personalità: quella dello scienziato, schivo e chiuso nel suo lavoro, e quello del partecipante a talkshow o a dibattiti giornalistici, in cui magari dice il contrario di quanto sta 'scoprendo' in laboratorio. Ipotesi verificabili e falsificabili, certo; e capovolgimenti di fronte quotidiani o quasi, come mi è capitato di ricavare anche oggi leggendo una dichiarazione (giornalistica, s'intende!) di una virologa insigne, apprezzata e pagata (dalle tv), secondo cui lei l'aveva previsto (lei che - cito a memoria - a gennaio si era schierata col partito di "è poco più che un'influenza"). Le tante ipotesi sono verificate e falsificate giorno per giorno, a seconda del numero dei "positivi" e della loro qualità (giovani incoscienti, vecchi cadenti, comorbilici, asintomatici, intubati, vaccinati ecc. ecc.); e nemmeno tutta la letteratura 'scientifica' è attendibile allo stesso modo, date le pressioni e le ambizioni di carriera che sottostanno alle pubblicazioni accademiche (questa è l'unica cosa che mi sento di dire professionalmente).
    Dunque riprendiamo il dibattito 'medico' quando ci saranno fatti veramente nuovi, e nelle sedi opportune
    Quanto alla parte giuridica del dibattito, da non giurista, ma da studioso che si picca di andare in fondo alle parole e alle cose che ci stanno sotto, credo che nessun costituzionalista possa dichiarare che i DPCM tanto abusati siano "pienamente" legali: non sono previsti dalla Costituzione, ma sono retaggio di consuetudini o leggi anteriori alla Repubblica e spesso all'Italia come Stato attuale. Li si tollera in casi di estrema urgenza, non per l'uso regolare che se ne sta facendo. Anche qui, a proposito di "verificare e falsificare", aspetteremo che qualche tribunale discuta e possibilmente risolva una qualche causa specifica intentata da un cittadino o da un ente con personalità giuridica; ma coi tempi italici, la cosa si saprà all'incirca all'epoca della cinquantesima maratona di Vercelli. Per ora, aspettiamo, speriamo (poco) e cerchiamo di dedicarci allo sport praticato se ce lo lasciano fare.

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  • Link al commento Renata Bonito Mercoledì, 26 Agosto 2020 10:48 inviato da Renata Bonito

    Non mi stupisco della “fonte” citata dal sig. Romiti, che non fa altro che confermare il chiaro schieramento ideologico in cui si colloca. Evidentemente sfugge un dato non secondario: il metodo scientifico vive di ipotesi verificabili e falsificabili, non di dibattiti televisivi, polemiche politiche, fazioni quasi calcistiche per l’uno o per l’altro. Per questo ho invitato il sig. Romiti a consultare le fonti scientifiche (non giornalistiche) dal lui stesso invocate, sulle quali lo stesso prof. Clementi (insieme agli altri 9 illustri ed esperti della materia) lontano dai riflettori e dalle telecamere, con la misura di uno scienziato anziché gli eccessi di un opinionista, ha affermato “Una possibile ipotesi di lavoro, sostenuta dalla nostra osservazione, da confermare in studi più ampi, è che le misure del lockdown e del distanziamento sociale abbiano prodotto un doppio effetto sulla popolazione. Da un lato, hanno ridotto il numero degli infetti. Dall’altro, i nuovi casi di infezioni risultano caratterizzati da una carica virale inferiore come conseguenza del distanziamento sociale, delle misure igieniche, e del diffuso uso delle mascherine e dispositivi di protezione, così come suggerito dalle nostre rilevazioni e da altri studi recenti. In assenza di conferme molecolari sulla mutazione genetica del virus nel senso di una inferiore aggressività nella nostra area geografica [...]” (traduzione mia, della pubblicazione scientifica già citata nel mio precedente commento). Valga lo stesso ragionamento sul dibattito in campo giuridico, molto ampio, articolato e ricco, cioè tutto il contrario delle affermazioni spavalde di chi, ignorando la complessità del tema, si limita a brandire a proprio sostegno le opinioni più favorevoli.
    Purtroppo di questi tempi in cui tutti pavoneggiano conoscenze riciclate, l’umiltà di fronte al sapere e alla complessità del reale è virtù ormai caduta in disgrazia.

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  • Link al commento Antonio Leonardi Lunedì, 24 Agosto 2020 14:53 inviato da Antonio Leonardi

    ...mi associo a quanto scritto da Lollini e dal commento del Signor Romiti, quanto scritto dalla Signora Bonito appare quanto meno la brutta copia di un azzeccagarbugli apertamente schierato…

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  • Link al commento SANDRO POLI Lunedì, 24 Agosto 2020 14:06 inviato da SANDRO POLI

    buongiorno Claudio,
    credo che nessun organizzatore abbia voglia di avventurarsi in un percorso da Lei definito della disobbedienza civile anche perché sarebbe poi chiamato a risponderne in prima persona nelle varie sedi siano esse penali e/o civili.. Quando i protocolli torneranno ad essere scritti da qualcuno che ha i " piedi per terra" credo che molti organizzatori torneranno ad organizzare eventi di massa.

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  • Link al commento Claudio Romiti Sabato, 22 Agosto 2020 23:15 inviato da Claudio Romiti

    Normalmente di fronte ad attacchi personali di questa natura, con insinuazioni basate su un evidente pregiudizio, tenderei a non rispondere. Tuttavia, dal momento che la signora Bonito ritiene di poter smentire tutta una serie di conclusioni che il professor Clementi, insieme ad altri 9 illustri clinici ed esperti della materia, continuano a divulgare ovunque dalla fine di maggio, mi limito a segnalare il link di uno degli innumerevoli articoli che riportano in sintesi le conclusioni medesime. In quanto al termine "omoplasia", è stato il professor Zangrillo, citando sempre alcuni studi eseguiti sotto la direzione dello stesso Clementi, a parlarne con dovizia di particolari in alcuni programmi televisivi di approfondimento (Zangrillo, per la cronaca, è il prorettore della Università in cui opera Clementi). https://www.ilgiornale.it/news/politica/i-dieci-scienziati-senza-paura-evidenze-cliniche-crisi-1872553.html. Inoltre, sul piano della legittimità dei decreti del presidente del Consiglio dei ministri, non io bensì illustri giuristi del calibro di Sabino Cassese, di Michele Ainis, Giovanni Guzzetta e tanti altri hanno espresso fortissimi dubbi. E' dunque reciproco, e non meno suffragato da prove, il consiglio
    di informarsi meglio.
    Buone cose.

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  • Link al commento Renata Bonito Sabato, 22 Agosto 2020 16:56 inviato da Renata Bonito

    Una domanda certamente molto intelligente, del Presidente Ferrari, che avrebbe meritato una risposta perlomeno intellettualmente onesta, da parte di chi, nel condividere un pensiero sui media, dovrebbe sentirsi gravato della enorme responsabilità che la potenzialità diffusiva di questa comunicazione impone. Invece, ad un interrogativo aperto, libero da orientamenti preconcetti, è seguita una presa di posizione fortemente ideologizzata, e, a mio avviso, colpevolmente e gravemente superficiale nei suoi contenuti.
    Non conosco le Sue competenze in campo medico, né in campo giuridico, ma sono certa che Lei abbia gli strumenti culturali per verificare le fonti che cita e per non piegarle strumentalmente a sostegno di Sue posizioni personali alquanto discutibili. Certamente Lei non è giornalista, quindi non è tenuto al rispetto dei doveri deontologici che sanzionerebbero la mancata verifica puntuale delle informazioni diffuse, ma non dovrebbero occorrere precetti scritti per richiamare l’autore di una rubrica alla massima serietà e al massimo scrupolo possibili: sarebbe sufficiente ispirarsi alla la nota legge di kantiana memoria.
    Ritengo che sarebbe assai auspicabile spendere un po’ di tempo in più per approfondire questioni delicate come quelle trattate da Lei nel Suo pezzo. Il prof. Massimo Clementi (di cui Lei cita affermazioni estrapolate da chissà quale fonte sul web), che peraltro, tra le molte voci sull’argomento non rappresenta certo né l’unica, né la più autorevole (consulti il suo h-index) ha pubblicato il lavoro che Lei forse menziona, i cui risultati non avallano affatto le frettolose e approssimative conclusioni (a mio parere assai gravi) che Lei espone circa il presunto “armistizio” tra il virus e l’uomo. E la distanza tra quello studio e le Sue affermazioni mi inducono a segnalarLe la fonte che Lei in tutta evidenza non si è premurato di consultare https://www.researchgate.net/publication/341901435_Lower_nasopharyngeal_viral_load_during_the_latest_phase_of_COVID-19_pandemic_in_a_Northern_Italy_University_Hospital
    Anche le Sue incursioni in campo giuridico mi appaiono sfornite dell’adeguata coscienziosità che ci si attenderebbe da chi scrive rivolgendosi ad una platea tanto ampia. E qui mi esprimo con cognizione di causa, essendo argomenti che tratto per professione. La gerarchia delle fonti, la natura relativa o assoluta della riserva di legge, la possibilità di delega a fonti secondarie, e in definitiva la costituzionalità dei provvedimenti limitativi delle libertà civili, sono da Lei liquidati con una grossolanità che è sintomatica a mio avviso non solo di scarsa conoscenza della materia, ma anche della vena demagogica che impronta tutto il Suo discorso.
    Non voglio entrare nel merito del tema serio posto dal Presidente Ferrari, sul quale non ho competenze né conoscenze per esprimermi, ma mi pare che l’argomento abbia rappresentato per Lei solo l’occasione per sollevare una polemica nettamente connotata ideologicamente.
    Renata Bonito

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