Ricordando Nicola Stella e la sua "Vigarano di marzo"
Giovedì 10 dicembre, nel giorno in cui Paolo Rossi lascia il campo terreno, Nicola Stella, uno dei primi organizzatori di maratone in Italia, è suo compagno nel viaggio in cui non c'è ritorno. Li accomunava lo stesso carattere schivo. Erano sempre educati e, quando commentavano avvenimenti nel loro campo (il calcio per Paolo e le maratone per Nicola), trovavano sempre l'aspetto positivo e, se qualche cosa non andava per il verso giusto, sapevano far emergere il fatto in tutta tranquillità, con commenti sereni e cercando sempre di capire e di far capire l'errore.
La conoscenza con Nicola risale al secolo scorso; era sempre presente in quasi tutte le maratone, non solo per pubblicizzare la sua gara, la Maratona di Vigarano Mainarda, ma per carpire i segreti di una buona organizzazione. Era spesso accompagnato dalla moglie, che lo aiutava a distribuire i volantini. Per spiegare la persona che era Nicola, ricordo questo piccolo aneddoto. Maratona di Cesano Boscone, anno 1999. Nicola, appena mi vede, nel consegnarmi il volantino della sua gara mi dice: “Fausto, ti aspetto alla mia maratona”. Noto subito che il giorno della gara è il 12 marzo, il giorno del mio compleanno, e rispondo: “Certo che ci sarò, ma, visto che è il mio compleanno, magari potresti regalarmi l'iscrizione”.
Nicola, senza pensarci un attimo, mi risponde: “Naturalmente, compila la scheda di iscrizione a consegnala alla mia segretaria”. La segretaria in questione era la moglie che, come detto prima, l'accompagnava e faceva da … segretaria. Oggi, nel documentarmi per la scrittura di questo post, ho trovato una pagina di una classifica dell'edizione del 2001. Scorrendola, ho fatto un salto nel passato e devo dire che mi sono pure un po' emozionato, rileggendo tanti nomi conosciuti.
Simone Lamacchi non era ancora l'organizzatore della Maratona del Custoza, ma a fine gara l'ho visto confabulare con Nicola, che forse gli ha passato la passione come organizzatore. Santo Borrella, futuro mio compagno di squadra nei Runners Bergamo; Gaetano Amadio, che ancora non aveva provato l'ebrezza della caduta da un ciliegio; Francesco Rinaldi, atleta veneto di alta statura e compagno di viaggio di molte maratone corse alla fine del secolo scorso. Eccomi 332° (tempo 3h29'32”), con la divisa dell'Atletica Castel Rozzone. Ecco anche Aligi Vandelli, amico e confidente di Emanuele Zenucchi; Fausto Basletta, futura Pecora Nera, con il quale condividerò lunghi tratti di strada; Libero Zerbinati, fin da allora autentico boss dei Podisti Mirandolesi; Daniele Menichini, “basso” atleta toscano: se messo a confronto con Francesco, era la … metà. Ho ritrovato anche Annibale Montanari, il futuro “capo” della ColleMarAthon; Alfio Balloni, sfortunato atleta: l'anno successivo un cinghiale mise fine alla sua corsa terrena. Ecco anche Lorenzo Gemma, tutt'ora sulla breccia; Andrea Dinardo, che ora si riposa facendo il nonno; Angelo Mastrolia non ancora … indiano, William Govi, che sicuramente anche quell'anno avrà ricevuto l'iscrizione omaggio.
Grazie, Nicola, per avermi fatto “incontrare” questi amici: volti, maglie, ricordi, che in alcuni casi si sono interrotti. Porta il mio saluto ad alcuni di questi, che sicuramente ti avranno accolto a braccia aperte, lassù in cielo, dove da oggi una nuova Stella brillerà.
Che la terra ti sia leggera!
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E tanti personaggi di quella maratona furono messi in musica, sulle note dei "Giardini di marzo", parole di "Stella-Mogol-Podisti", apostrofi invece degli accenti perché allora internet non lo permetteva. [F.M.]
Il Balloni passava e la gente gridava: "gelati";
al chilometro trenta i suoi zuccheri erano gia' finiti.
L'arcivescovo in bianco asciugava il sudore col basco
mormorando "che schifo d'asfalto, per poco non casco".
L'Albinese con lingua impastata elencava primati
farfugliando altri exploits in un millennio ancor non cominciato;
io restavo a sentire vedendolo roso dal tarlo,
la sua faccia mi dava il coraggio di non imitarlo.
Che tempo e'? due e 33?
al ristoro perche' non date il te'?
dopo trenta paletti non ne abbiamo piu',
siamo agli sgoccioli, ipoglicidici:
Dondi City e' ormai lontana
e abbiamo ancora tanta strada fino al Fe',
fiumi torbidi e ponti e praterie
che solo a guardarle vengono grandi malinconie:
la certezza di finire è dentro in me,
ma la forza ai tricipiti, quella ancora non c'e'.
Vigarano di marzo fiorisce tra Pieve e Mainarda:
alla Pieve il trenino piombo' sulla truppa piu' tarda.
Dalla bici il notaio Maisto incito' i corridori:
"se mi carichi in canna son certo che ne verro' fuori".
Valentina al traguardo elogiava gli esausti guerrieri:
nuove glorie augurammo alla splendida attrice di ieri.
Eccoci qui, tutto fini',
che bellezza, le docce son gia' li'!
Se le gambe, come vedi, tremano un po',
mi passa presto, guarda sui tavoli
quanta roba, quanti sapori,
marmellata te ne danno fin che vuoi,
vino bianco, idrosalini e portogài,
che ti estinguono dolcissimi la sete se ancor ne hai.
Nuova linfa, divina, entra in me
e il coraggio di correrne un'altra, ecco che gia' c'e'.