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Dic 30, 2020 Daniela Gianaroli 1757volte

La maratona di Ravenna nell’anno dantesco: per ora è solo un romanzo…

La maratona di Ravenna nell’anno dantesco: per ora è solo un romanzo… Adattamento di Roberto Mandelli

Da poche settimane è uscito alle stampe il romanzo di due Andrea, Bassi e Panzavolta, Di corsa (Cesena, «Il Ponte Vecchio», 2020, pp. 294, € 15), concepito nel 2018 quando le circostanze attuali, che hanno portato all’annullamento della maratona di Ravenna 2020, non erano proprio immaginabili. Ma siccome la vicenda è tranquillamente riferibile al 2021 del settimo centenario dantesco, prendiamolo come un auspicio di quanto si possa effettivamente realizzare.

Il fulcro della narrazione è, dunque, la maratona di Ravenna (organizzata con un ambizioso progetto di smaltimento dei rifiuti nel rispetto dell’ambiente: il “successo” verrà svelato nell’epilogo), cui progressivamente si avvicinano tutti i personaggi, alcuni per correrla, altri per un “colpo” grosso, altri, più marginali, per una trasgressione che costerà cara.

Le varie storie vengono portate avanti autonomamente, fino all’esito finale, che non svelo per lasciare il piacere della lettura.

Il “colpo” è ideato da un singolare professore americano esperto e maniacale studioso di Dante Alighieri, i cui versi cita di continuo alla moglie Sandra  (bella figura di ricca ereditiera texana innamorata follemente di un  marito sempre immerso negli   studi), e alla squadra assoldata appunto per il “colpo”, lontana anni-luce dalle terzine dantesche. E poi incontriamo Maria, infermiera appassionata di corsa, ma per nulla competitiva, che si fa scrupoli quando deve superare un avversario in gara, allenata con rigore dalla collega Carla che ne coglie tutte le potenzialità. Sarà un brutto  incontro durante un allenamento a renderla più sicura e determinata. Il resoconto della sua prestazione in maratona è veramente coinvolgente.

Singolare è Igor, per la precisione Elena, criminologa che non esita ad intervenire in casi di bullismo o di tentativi di stupro con metodi tutt’altro che ortodossi, ma efficaci! Anche lei è iscritta alla maratona.  Poi c’è Sebastiano, di origini sarde, che si innamora della corsa in Africa, dove lavora su piattaforme petrolifere, dopo un allenamento epico con il giovane campione locale Julius Kipter. Tornato alle radici, gareggiare diventerà una ragione di vita, sempre con la musica a dettare il passo. Zompo infine, mite professore di scuola, che vive con i genitori e la paghetta settimanale, dopo un incidente da lui causato diventa aggressivo verso tutti, e anche nella corsa esercita la sua malvagità programmando astuti tagli di percorso per essere premiato come terzo di categoria…

Il giorno della maratona il cerchio si chiude e le storie si incrociano lungo le strade e tra i monumenti di Ravenna che ci sembra di toccare con mano.

Gli autori, la cui esperienza di corse appare a ogni pagina, portano il lettore, con realismo ed ironia, in questo mondo così variegato e chi ne ha dimestichezza credo ci si possa ritrovare con piacere.

Senza volerlo, un contributo originale alle celebrazioni dantesche?

Mettiamolo insieme agli auguri di buon anno arrivati proprio oggi dalla maratona di Ravenna:


Questo 2020 che, fortunatamente, ci sta per lasciare, ci ha fatto capire l’importanza delle cose semplici e che davamo sin troppo per scontate.
Un caffè al bar con un amico.
Un abbraccio.
Una pacca sulla spalla.
Una pizza, una birra e quattro risate. [ndr: a Ravenna, meglio ancora due piade annaffiate colla Cagnina...]
La bellezza delle “cose normali”.
Tornerà, ne siamo certi.
Vogliamo e dobbiamo esserne certi.

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