Rodolfo Malberti saluta ma (per fortuna) non se ne va
La sera di Capodanno è giunto, nella casella postale di tanti, l’annuncio del dottor Rodolfo Malberti, brianzolo, specialista di Ortopedia, traumatologia e Medicina riabilitativa presso il suo studio di Desio: dopo trent’anni lascia la carica di Medico sociale presso l'ASD Atletica Desio, ricoperta appunto dal 1990. A questa, dal 2011 si erano aggiunti analoghi incarichi presso la Ginnastica San Giorgio '79 Desio (di ginnastica ritmica nazionale), e il Gruppo Marciatori Desio; senza contare la lunga militanza, dal 1984 anno della laurea, presso società calcistiche quali Lecco, Seregno e un pochino anche di Inter.
Per non dire del suo apporto come responsabile sanitario a molte gare internazionali, come la presenza fissa alla 100 km di Seregno anche quando fu campionato mondiale, dal 2013 in poi.
Nel suo messaggio, “Rudy” ringrazia per il “sostegno non solo finanziario, soprattutto sostegno umano, mostrato in diversi momenti di questi 5 anni, che hanno visto centinaia di volte i nostri atleti salire sui podi di tutto il mondo. Avrò sempre il mio mega staff, Brianza Sport & Salute, compagno di viaggio. Staff che dico ‘mio’ per affetto, per amicizia, per collaborazione e professionalità, non per gerarchia professionale”.
A fianco (e nel sito http://www.rodolfomalberti.com/rmj2/) scorrono centinaia di risultati d’eccellenza nell’ultimo quadriennio olimpico: cominciando coi successi in Italia e all’estero di Nasef (primo alla maratona di Pisa, alle mezze di Ravenna e Boario nel 2016) e Mokraji (secondo alle maratone del Mugello e di Tangeri, terzo alla mezza di Trecate), poi ancora di Nasef nel 2017 (1° alla maratona di Plovdiv, alla mezza di Seregno e Scorzè, alla Monza-Resegone), con varie doppiette (insieme a Tyar alla maratona di Varna); alla vittoria a pari merito nella mezza di Chiavari per Bamaarouf e Mokraji, tripletta alla Meratenight 10 km (Nasef, Tyar e Bamaarouf); Bamaarouf 1° alla Brixen Dolomiten Marathon; Mokraji 1° alla Marcialonga running…
E saltiamo al disgraziato 2020 che doveva essere olimpico, con l’emergere nel cross di ragazzi come Molteni, Polizzi, Secchiero: Molteni che fa sue varie corse in montagna e Secchiero che lo emula nel triathlon (dove già fu riserva all’Olimpiade di Rio), mentre la cadetta Polzonetti primeggia in diverse gare nazionali sugli ostacoli e nel salto in lungo.
E chi l’ha detto che Malberti smonta di sella? Lui, non solo continua a seguire atleti “suoi” personali (Yassine Rachik, Andreatta-Abbiati nel beach-volley, Maxim Prodan pugile ucraino, Laura Pellicoro, Mattia Moretti, Fatna Maraoui nazionali di atletica leggera) e pensa in grande, a quel “profumo di Sol Levante” che può significare Olimpiade. La quale a sua volta non è vista solo come una kermesse, ma “un mezzo importante per esaltare l'impegno di tutti nella promozione della dignità di chi soffre”; una “promozione d'amore”, che si aggiunge alla lotta al razzismo e al bullismo, che Malberti aveva eretto a simbolo nelle canotte dei suoi atleti partecipanti ai Campionati Italiani di Maratona di Ravenna del 2018.
E, non da ultimo, alla continuazione del sostegno a varie Onlus ed organizzazioni: Bindun, Associazione Senegalesi Legnano e dintorni (presieduta dall’atleta ed amico Mamadou Cissé), Ass. Sportiva Forze Armate del Senegal (Dakar), Zenzero Onlus, AVIS Desio, CRI Desio.
Il pensiero finale (che solo in questo caso diventa un addio) Malberti lo rivolge ad Attilio Pozzi, il fotografo non solo sportivo di tutta la regione, caduto sul lavoro a 65 anni, nel dicembre 2019; ma se l’Uomo, purtroppo, non tornerà più, un altro collega, Roberto Mandelli, per lungo tempo resterà ancora al fianco di tutti gli sportivi lombardi.