Gabriele Turroni si racconta dopo la 100 di Winschoten
Sabato 11 settembre ha avuto luogo la 100 km di Winschoten in Olanda e l’Italia ha ben figurato con la vittoria di Marco Menegardi in 6h37’09” che ha preceduto Iulian Filipov (6h41’07”) e Piet Wiersma (6h49’47”). A seguire Massimo Giacopuzzi (6h57’48”), Silvano Beatrici (7h06’58”), Filippo Bovanini (7h21’17”), Gabriele Turroni (7h21’56”), Martino Angelo Marzari (7h35’11”) e Giorgio Calcaterra 7h42'46".
Notevole le prestazioni delle donne italiane con il poker femminile formato da Francesca Bravi (7h43’45”), Federica Moroni (7h47’53”), Denise Tappatà (7h54’08”) e Lorena Brusamento (8h12’19”), a seguire Hinke Schokker (8h13’21”), Lian Stadhouders (8h14’16”), Francesca Rimonda (8h15’50”).
Di seguito le impressioni di Gabriele Turroni (A.S. 100 km del Passatore, poi giunto ottavo in 1.16:22 alla Mezza di Romagna del 3 ottobre)
Ti aspettavi la prestazione di poco al di sopra le 7 ore e 15?
Desideravo avvicinarmi il più possibile al tempo delle 7h15, sono soddisfatto. Ora passo dopo passo bisogna lavorare per fare meglio.
Le 7h15’ dovrebbe essere uno dei criteri per cercare di indossare la maglia azzurra e poter rappresentare l’Italia in gare internazionali di 100km. Non è da tutti, è per pochi e bisogna lavorare duramente e costantemente possibilmente sostenuti e indirizzati da esperti del settore delle ultramaratone.
Da quando ci stai lavorando?
Da inizio giugno, dopo la 100km di Imola (sostitutiva del ‘Passatore’). Grazie alla possibilità data dal selezionatore Paolo Bravi e in seguito la preparazione con il coach Enrico Vedilei.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?
Questa era la 7^ 100km, ogni gara ha trasmesso emozioni belle e meno belle. A Imola con la famiglia all'arrivo, la più emozionante.
Gabriele da giovanissimo ha esordito sulla distanza della 100km all’età di quasi 26 anni, il 30.05.2015 alla 100 km del Passatore, Firenze-Faenza con un crono di 10h17’03” e ha fatto il salto di qualità a Imola il 22.05.2021 abbattendo il muro delle 8 ore e conquistando il podio di vice Campione italiano Cat. M23 con il crono di 7h57’32” e classificandosi sesto assoluto.
Continuerai a limare il personal best? Come?
Sì, un passo alla volta. Programmando allenamenti e ascoltando il fisico quando richiede riposo.
Con le ultramaratone non si scherza, mettono a dura prova fisico e mente dell’atleta gli sforzi enormi protratti per diverse ore, che richiedono opportuni periodi di recupero e riposo per ristabilirsi e per riorganizzarsi.
Prossimi obiettivi individuali e di squadra?
Migliorare il tempo nelle distanze più brevi, e il prossimo anno provare a fare meglio nella 100.
Cosa ti rimane della gara?
Il clima di festa e l'opportunità di aver conosciuto altri ragazzi con lo stesso obbiettivo. Spero di ritornarci un giorno.
Sembra essere stata un’esperienza unica per il movimento delle ultramaratone italiano, un numeroso gruppo di atleti uomini e donne con risultati prestigiosi e vittoria italiana maschili e femminile. Ottima scelta da parte di Paolo Bravi e Monica Casiraghi, che hanno creato questo progetto teso al benessere e alla performance di tanti atleti, in buona parte giovani e quindi con bei margini di miglioramento.
Qual è stato il tuo percorso sportivo?
Da bambino giocavo a calcio, dopo i 20 anni ho iniziato a correre e gradualmente mi sono appassionato sempre di più, ora è una delle cose che mi fa stare meglio e diverte di più.
Come sei cambiato attraverso lo sport?
La corsa mi ha aiutato ad essere più concentrato sui miei obbiettivi.
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere e performance?
Allenatore, personal trainer, fisioterapista, amici e famiglia. Ogni risultato è frutto di un lavoro di squadra.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
All'inizio erano un po' preoccupati...vedevano la 100km come una gara estrema. Ora mi vedono felice per quello che faccio.
Cosa hai scoperto di te stesso praticando sport?
Mi sento libero di fare qualcosa che mi appassiona al 100%.
Certo, per un ragazzo poco più che ventenne una 100km potrebbe impensierire familiari e amici, ma se si è motivati e ben allenati e se si ottengono risultati prestigiosi la fatica passa in secondo piano e resta la soddisfazione di sentirsi campioni.
Come hai superato eventuali crisi?
Ho avuto un infortunio abbastanza pesante nel 2019. L’ho superato programmando il recupero e curando aspetti della corsa che avevo tralasciato, come tecnica di corsa e lavori in palestra.
Soprattutto quando si è ancora giovani si ha tanto da imparare e ogni imprevisto diventa una lezione importante per far meglio in futuro e prevenire ulteriori criticità.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?
Per i ragazzi, provare tanti sport e attività e capire cosa ti accende il fuoco dentro.
Ritieni utile lo psicologo nello sport?
È sicuramente una figura che può aiutare.
Sogni da realizzare?
Fare il meglio possibile in questo sport e non porsi limiti.
Sembra che per Gabriele il meglio debba ancora venire considerato la sua giovane età, la voglia di impegnarsi e dedicarsi a questo sport e la guida di persone esperte e competenti.
Qualcosa che ti aiuta nelle difficoltà?
Cerco di focalizzarmi sul percorso di gara.
Importantissimo il focus sulla gara,: bisogna essere presenti a se stessi e concentrati in gara.
Ti ispiri a qualcuno? Se parliamo di ultramaratona, senza fare nomi, abbiamo una vecchia guardia dalla quale c’è da imparare molto.
L’Italia può vantare tanti ultrarunner della ‘vecchia guardia’ che hanno raccolto il testimone del compianto Vito Melito e dei fratelli Gennari, a cominciare dai sopra nominati Monica Casiraghi ed Enrico Vedilei, e dal ‘fratello maggiore’ ovvero allenatore in campo, Giorgio Calcaterra.
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