We Run Rome annullata: chi paga i danni?
Dopo l’annullamento della decima edizione dell’Atleticom We Run Rome, dispiacere e sconcerto degli organizzatori, e naturalmente degli atleti che erano pronti a disputare la gara, non sono ancora svaniti.
Camillo Franchi Scarselli, presidente di Atleticom e quindi del comitato organizzatore della gara, ribadisce un concetto già espresso a caldo: «Alle 22:45 della sera precedente alla gara, un giornalista, dopo un susseguirsi di notizie davvero stupefacenti partite poco prima delle 19.00, ci ha comunicato dell'ordinanza alla firma del Sindaco, che di fatto avrebbe in un attimo cancellato il lavoro di tanti mesi. La comunicazione a noi è stata poi inviata per PEC solo nella tarda mattinata del 31, senza alcun riferimento all’autorizzazione ricevuta il 27 (tre giorni prima), contenente tutti i pareri favorevoli per poter procedere. Abbiamo letto su alcuni organi di informazione che fermando la gara (a poche ora da via) era stata “evitata una bomba epidemiologica!”. Tutto senza neppure convocarci per chiederci e ragionare su quali fossero i protocolli che avevamo già da giorni messi in atto nel rispetto scrupoloso delle disposizioni sanitarie vigenti. Evidentemente un evento controllato e sottoposto al severo rigore dei protocolli federali può essere più pericoloso di un evento spontaneo senza controlli (quanti ne abbiamo visti il 31 dicembre?).
Voglio oggi ribadire le nostre scuse e un sincero ringraziamento ai tanti podisti iscritti (moltissimi venuti a Roma apposta) e agli oltre 500 tra operatori della Protezione Civile, alla Polizia Municipale, ad Associazioni e fornitori, nonché alla FIDAL sotto le cui insegne era iscritta al calendario nazionale l'Atleticom We Run Rome 2021.
La gara si sarebbe svolta in una “bolla” predisposta per gestire al meglio (e appunto nel pieno rispetto dei protocolli) le circostanze in cui tutti viviamo. Noi non ci permettiamo assolutamente di entrare nel merito degli argomenti sanitari, ci mancherebbe. Dico solo che, in un sopralluogo effettuato alla vigilia lungo la Via del Corso (anticamente la “via della Corsa”) osservavo che certamente il corridoio transennato che avevamo progettato sarebbe stato probabilmente più sicuro del caos in cui mi stavo trovando. La sicurezza viene sopra ogni cosa e siamo perfettamente consapevoli che tutti dobbiamo dare il massimo per contrastare la diffusione del virus. Ma noi eravamo e restiamo convinti di aver fatto tutto il necessario, in costante coordinamento con tutti gli Uffici del Comune e della Federazione. Quanto è accaduto, apparentemente senza uno stato emergenziale realmente mutato rispetto al 27 dicembre, ci lascia una profonda amarezza oltre ad aver arrecato un grave danno economico e d’immagine che chiederemo ci venga risarcito».
Tra gli iscritti a questa decima edizione dell’Atleticom We Run Rome, c’era anche il professor Francesco Landi, direttore UOC di Riabilitazione e Medicina Fisica del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, docente di Medicina interna e geriatria all'Università Cattolica e fra i responsabili del nuovo Day hospital post-Covid, nonché membro del Consiglio di Amministrazione di Sport e Salute, il quale, non nascondendo il proprio disappunto, ha dichiarato: «Ero pronto a correre la Atleticom We Run Rome perché resto fermamente convinto che lo sport sia un’arma vincente contro il Covid 19, e quindi, naturalmente nel pieno rispetto della sicurezza e delle precauzioni che in questo caso specifico erano state rigorosamente rispettate dall’organizzatore, è importante continuare a farlo».
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NdR. Alle parole del professor Landi, tra i massimi competenti in fatto sanitario, aggiungiamo quelle di Luca Baraldi (attuale amministratore delegato della Virtus Bologna, campione d’Italia in carica di pallacanestro, dopo aver ricoperto incarichi dirigneizali ai massimi livelli calcistiti, in Parma, Padova, Lazio, Bologna e nella Lega Calcio), che, sempre in merito alle ultime decisioni dei politici punitive dello sport, ha dichiarato al “Corriere della Sera” del 31 dicembre:
“Mi pare di leggere un grave errore di valutazione rispetto ai valori dello sport. – Perché è diverso bere una birra all’interno di una arena sportiva rispetto a un bar? Mi devono spiegare questa scelta contro lo sport, evidentemente chi ci governa non ha mai messo una tuta”.
2 commenti
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Domenica, 02 Gennaio 2022 22:21
inviato da R Lollini
Peccato non leggere nemmeno un accenno ad una restituzione della quota agli iscritti...
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Domenica, 02 Gennaio 2022 21:56
inviato da stefanomorselli
Mi auguro che il sindaco ed i suoi consiglieri si rendano conto che la loro scelta ha causato un danno e di conseguenza provvedano a risarcire l'organizzazione almeno di tutti i costi sopportati. Sul danno d'immagine non credo ci sia, risulta evidente che l'organizzazione non ha nessuna responsabilità.
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