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Gen 25, 2022 Michele Marescalchi 3120volte

Calendario nel Covid-marasma, chi lo accresce e chi lo avalla

A Monteforte si è saggiamente rinviato di un anno A Monteforte si è saggiamente rinviato di un anno M. Marescalchi-R. Mandelli

Quanto vi sto sottoponendo è un mio pensiero, valutazione strettamente personale sul calendario degli eventi di Corsa su Strada. Parto da un presupposto e da quanto più volte espresso agli enti preposti ai calendari delle corse su strada: dico e affermo, già dal 2020 dopo il primo lockdown, che le manifestazioni che non potevano effettuarsi avrebbero dovuto non spostarsi, ma rimandare alla stessa data dell’anno successivo; sovrapporsi ad altri eventi era ed è un danno per tutti, una sorta di guerra dei poveri.

Ho più volte fatto pressione anche ad alto livello in Fidal che si ponesse una sorta di divieto per non penalizzare altri eventi (ma non vi è stata risposta). Certamente tutti coloro che decidono di spostarsi nello stesso anno, se non lo facessero, scrivono che rischiano di perdere sponsor e consensi: ma quelli che si ritrovano addosso, nella stessa data e la settimana prima o quella dopo, eventi pure di un certo spessore, pensate che non abbiano pure loro grossi problemi? Sicuramente molti di più con gli eventi che si ritrovano attorno.

Poi una mia considerazione che riguarda il buon senso e la buona educazione nei confronti di chi fa parte della stessa famiglia (che sia Fidal o EPS non cambia nulla): il cambiare data e spostarsi dovrebbe prima avere un avallo da parte dell’Ente di cui si fa parte, e questo prima di darne comunicazione, invece NO: si cambia, si annuncia e poi magari si avrà l’avallo in tempi successivi. “POCO CORRETTO”.

Questo vale anche per chi si inserisce fuori da ogni tempistica nel calendario, e ancor prima di averne avuto consenso, lo annuncia e addirittura lo presenta con conferenza stampa: questo mi fa tornare alle riunioni di calendario che si tenevano a Roma, dove si annunciava con toni fermi e autoritari che il calendario era quello, poi nell’arco al massimo del mese successivo entrava di tutto. Ma poi ecco l’ulteriore dilemma, ma la FIDAL dov’è, cosa fa? Niente, ASSOLUTAMENTE NIENTE, anzi alla fine avalla questi cambi di data; il protocollo 28 del 14 gennaio scorso recita:

“A seguito della crescita esponenziale del numero di contagi da Covid-19, e della conseguente entrata in vigore di ulteriori norme a contrasto della situazione pandemica, la Federazione, per andare incontro alle società organizzatrici, ha ritenuto opportuno sospendere fino al 31 marzo le norme relative al pagamento di sanzioni in caso di variazioni di calendario e alle scadenze per il possesso dei requisiti necessari perché le società siano autorizzate ad organizzare”.

Vedo una FIDAL assente per la corsa su strada sin dall’insediamento dell’attuale gestione; già era assente in quella precedente, dettando solo regole e clausole da capestro, quella attuale le ha mantenute e nulla ha proposto o fatto per cambiare e migliorare, nonostante il tanto predicare in fase di pre-elezioni. Mi viene in mente, e l’ho più volte scritto e ribadito, la frase che mi disse un organizzatore campano “noi siamo il Bancomat della FIDAL”.

Ma diamo a Cesare quel è di Cesare, i complimenti per il buon senso e il rispetto per gli altri organizzatori agli eventi che hanno deciso di passare al 2023; i complimenti alla FIDAL regionale Emilia-Romagna per le decisioni prese in difesa degli organizzatori delle corse su strada, non chiedendo tasse gara (escluse maratonine e maratone che sono di competenza nazionale) ma anche per queste prendendosi l’impegno, per quelle che non erano più in calendario, nel caso di rientro di  restituire loro la quota di competenza del regionale.

Una Fidal E/R che non ha chiesto per tutto il 2021 il prescritto euro per ogni arrivato, anzi è l’unica regione che già da anni chiedeva solo l’euro per i classificati.

Altra considerazione: ma tutti questi presidenti regionali per una volta non potrebbero prendere esempio dalla politica dei presidenti di Regione (quasi incredibile), che riescono a mettersi ad un tavolo e si pongono davanti al governo con una linea eguale e in piena sintonia tra di loro? I nostri comitati Regionali Fidal viaggiano ognuno per conto proprio; e non faccio sviolinate se dico che da mie informazioni l’unica Fidal regionale che ha lavorato in modo coerente con la situazione attuale di pandemia e di crisi economica, anche per il 2022, è l’Emilia-Romagna. Di altri comitati ho saputo di valutazioni e posizioni sconcertanti, se poi qualcuno vorrà contestarmi allora entrerò nel merito.

P.S. Volutamente non ho citato coloro che hanno deciso di passare all’anno successivo, e meritano un plauso almeno da parte mia, ma non ho citato neppure coloro che si sono spostati: però ribadisco, è “UNA GUERRA TRA POVERI”, nessuno ci guadagna e saranno ancor di più quelli che ci rimettono. Senza contare lo sconcerto e il “cosa fare e dove andare” per i podisti, i quali si ritrovano a dover fare scelte magari a malincuore, alla luce del sovrapporsi delle manifestazioni.

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