RTP (Return To Play): regole auree e niente fretta
Mi presento, non per vantarmi ma per chiarire le peculiarità delle mie esperienze lavorative, sportive e anche familiari: anni 68 appena compiuti, cardiologo ospedaliero per 40 anni, ecocardiografista come primo interesse con esperienza anche in cardiologia interventistica e sala operatoria di cardiochirurgia
https://www.linkedin.com/in/alessandro-dr-cialfi-ab868477/?originalSubdomain=it
https://www.mmsrl-medicina.com/dr-cialfi-alessandro.html
tuttora atleta master di atletica SM65, consulente cardiologo Istituto Medicina dello Sport (CONI) di Milano dove partecipo a numerose visite di idoneità ogni anno, socio aggregato FMSI e padre di figli sportivi, in particolare figlia medico di 26 anni atleta titolare volley serie A2 oltre che medico sportivo della sua squadra. Quindi mi sono trovato dal 2020, come moltissimi altri in questo mondo post Covid, coinvolto in una serie infinita di: tamponi, isolamenti, quarantene, ripresa agonistica e naturalmente il famoso RTP!
Cominciamo a ribadire che fare sport non è pericoloso. Per quanto ne so, nelle Olimpiadi estive dal 1896 al 2021, ci sono stati solo 2 casi mortali in epoche lontane presumibilmente attribuibili a doping. E’ bene partire da un’affermazione positiva, altrimenti in un paese di non sportivi, come risulta l’Italia, si tende a far passare il messaggio che è meglio “mangiare pop corn” davanti alla TV magari guardando un “sano” talk-show e aumentando la circonferenza addominale piuttosto che scegliere e “amare” un’attività sportiva. Perché lo sport è sicuramente una dipendenza, ma anche una vera e perpetua passione.
Molte infezioni virali delle prime vie aeree possono coinvolgere il cuore e causare una miocardite. In epoca pre-Covid non si è data una rilevante importanza a ciò, tanto è vero che, soprattutto negli sport di squadra e per gli atleti titolari, si suggeriva di prendere 1 compressa di Tachipirina 1000 (o prima del 2000 di assumere Aspirina 500 o 1000 mg) qualche ora prima delle competizioni e non si faceva stare a riposo (il famoso detto “gioca e non … rompere!"). La miocardite è’ una malattia per fortuna poco frequente, subdola e di non facile diagnosi, attualmente solo la risonanza magnetica cardiaca con e senza mezzo di contrasto permette una diagnosi altamente probabile. Viceversa l’uso degli ultrasuoni non è di grande aiuto perché l’ecocardiografia non permette la caratterizzazione tissutale, cioè non è in grado di dire se c’è un’infiammazione del cuore, come dico spesso “l’ecocardiogramma non rappresenta il discount della risonanza” (dato che è molto meno costoso e più accessibile), ma molti colleghi medici non l’hanno capito. La miocardite colpisce prevalentemente i soggetti giovani e quindi più sportivi della restante popolazione, ma si risolve spesso senza o con pochi sintomi tranne nei rari casi di miocardite fulminante (non pensiamo sempre alla IELLA, altrimenti non si riesce a vivere).
Poi è arrivato Sars Cov2 ed è subentrato il panico anche per il possibile coinvolgimento cardiaco. Fortunatamente nel giro di pochi mesi sono usciti molti articoli nella letteratura medica anglosassone assai rassicuranti che mostravano un coinvolgimento assai limitato del cuore per infezione da Covid soprattutto nei soggetti sportivi giovani e quindi proponevano un controllo post-infezione assai limitato. In pratica per gli atleti con pochi o nessun disturbo da Covid risulta centrale una visita medica accurata, ma non sono indispensabili esami “a tappeto”. E’ ovvio che un ricoverato in ospedale o in rianimazione deve suscitare maggiore cura da parte di un medico dello sport, ma fortunatamente poche persone giovani rappresentano questo insieme.
In Italia, come spesso accade, si è scelto una strada differente e la FMSI ha proposto 3 protocolli centrati sullo studio del cuore (aprile 2020 per atleti agonisti, gennaio 2021 e gennaio 2022). Il primo protocollo era complesso (esami sangue tra cui troponina e interleuchina, Test cardio-polmonare, Ecocardiogramma, ECG Holter e visita finale) con una spesa non inferiore a € 600. Dei dilettanti non si parlava (ricordo che dilettanti non significa praticanti di uno sport con minore allenamento o impegno fisico, in Italia per esempio il volley di serie A1 a differenza del calcio è considerato sport dilettantistico), ma da gennaio 2021 tutto è cambiato: regole anche per loro (dilettanti e quindi anche runners) con una barriera temporale di 30 giorni. Se aspetti 30 giorni dopo la guarigione fai pochi esami per RTP (costo € 200-250), se non aspetti, devi fare tutti gli accertamenti come per i professionisti (costo almeno € 600).
Questo rappresenta una “TASSA sullo SPORT” che, come al solito, ha sviluppato l’ingegno italico. Invece di asserire che si trattava di una procedura costosa, clinicamente inutile per la modalità a tappeto della richiesta di esami stessi; sono emersi sempre più centri medici sportivi che hanno praticato RTP con esami ridotti (solo test da sforzo ed ecocardiogramma e non ECG holter, test cardio-polmonare ed esami sangue) utilizzando varie formule come una nuova idoneità annuale. In pratica sconto, paghi circa € 200 invece € 600; e chi mai non preferisce spendere meno? L’importante è non affermare che “il re è nudo” e cioè che il protocollo non ha basi scientifiche, ma unicamente economiche e quindi veramente mette le mani nelle tasche degli italiani (o nei casi dei minorenni trasferisce tutto alla fiscalità generale).
E adesso giungiamo al protocollo gennaio 2022, redatto perché ovviamente quasi nessun centro rispettava quello del gennaio 2021, tuttavia non si discosta dai precedenti per la complessità; in sintesi se sei professionista o dilettante con “fretta di ottenere la riabilitazione post Covid” devi eseguire test ergometrico ed ecocardiogramma per RTP; se sei dilettante a seconda della tua età (maggiore o minore di 40 anni) e dello stato vaccinale (2 o 3 dosi, meno o più di 120 giorni dalla II dose) devi aspettare 7 o 14 per RTP ma fai solo test ergometrico (anche gradino! Assurdità per il 2022) e quindi spendi meno.
Naturalmente non esiste alcuna base scientifica nella scelta del numero 7 e del suo multiplo. Si tratta di una reminiscenza del Nuovo e Vecchio Testamento, vi ricordate devi perdonare “7 volte 7”. Così adesso assistiamo a uno sconto ulteriore, si scende a circa € 250 per agonisti e circa € 100 per dilettanti con pazienza; è fine gennaio: siamo sempre nel periodo dei saldi. Tutto ciò non ha senso perché se il famoso quesito è: “l’atleta ha una miocardite post infezione da Sars Cov2 ?” l’ecocardiogramma non è in grado di formulare la diagnosi e parimenti il test ergometrico non dà elementi significativi.
In conclusione:
1) se avete un’infezione delle prime vie aeree (non solo Covid) con febbre anche bassa (per esempio 37,5°) e tosse, non fate attività sportiva agonistica e rimanete a riposo per qualche giorno. Capisco che se avete preparato per mesi una maratona e avete prenotato viaggio, soggiorno e iscrizione vi dispiaccia parecchio. Credetemi: non si corre con questi sintomi, tanto difficilmente potrete raggiungere un tempo soddisfacente. (Quando prenotate fate un’assicurazione per annullamento viaggio in caso di malattia).
2) riprendete con gradualità dopo un’infezione, cercate di non avere fretta, magari evitate all’inizio ripetute. Tutti (anch’io) vorremmo essere sempre al “top”, non è possibile anche dopo una “banale” influenza
3) eseguite le vaccinazioni previste, anche quella anti-influenzale, possibilmente a distanza di qualche giorno da una competizione importante
4) Per RTP non abbiate fretta, non ha senso buttare via parecchi euro, eseguite solo il minimo necessario, cioè test ergometrico. Non crediate che sia meglio “fare un esame in più” per conoscere il vostro stato di salute; ogni esame è il completamento di una valutazione clinica (visita). Non esiste un esame biologico che “l’azzecca” nel 100%, è necessario sempre inserire tutti i dati nel contesto dello stato clinico di un soggetto. Per quanto riguarda l’ecocardiografia non è detto che i cardiologi ospedalieri o ambulatoriali non esperti nel rimodellamento del cuore dell’atleta, siano in grado di capire quali siano le modifiche normali dovute all’allenamento dalle reali malattie. In pratica rischiate che vi vengano segnalati aspetti ritenuti patologici invece sono fisiologici (cioè normali) in un soggetto ben allenato, per esempio un triatleta.
5) I disturbi da non trascurare sono i seguenti: debolezza inspiegata, mancanza di fiato anche per modesti carichi di lavoro, palpitazioni intense durante sforzo (non riuscite a contare il numero dei battiti per l’elevata frequenza o sono chiaramente irregolari), avvertire fastidio/dolore in sede sternale durante/dopo attività fisica.
In questi casi cercate un medico che vi visiti e non prescriva solo esami da eseguire. Mi sono sempre adirato con i colleghi che decidevano il destino di una persona davanti a uno schermo LCD oppure al bar dell’ospedale tra un cappuccino, brioche e battuta sulle ultime partite di calcio senza mai guardare il volto della persona che volevano curare. Un medico deve (ripeto) guardare la persona che si affida a lui e visitarla, altrimenti basterebbe un algoritmo per cercare le malattie.
Ultimo suggerimento (finalmente qualcosa di serio): percorso di corsa nel Triangolo Lariano. Partenza dal parcheggio Alpe del Vicerè, Capanna Mara, bocchetta di Lemno, rifugio Riella, bocca di Lecce, salita Palanzone lato nord (ultimo terzo, riesco solo passo rapido) quindi discesa Palanzone lato sud e ritorno al parcheggio. Vista ottima, 1 sola fontana dopo Riella, attenzione che il cellulare prende ripetitore svizzero e se fate un messaggio, vi spenna. Dopo il primo lockdown a maggio 2020 sono subito andato qui a correre, non ne potevo più. Vi ricordate le fandonie: i runner infettano le altre persone con le scie (c’era anche un’animazione sul sito del ministero dell’interno). Ho corso con buon ritmo nonostante la pausa, ma dopo il rifugio Riella sono planato su un tombino come in fumetto di Paperino. La fotografia mostra il regalo di Sars Cov2 per Alessandro Cialfi: 4 punti per assaporare la libertà di correre!
Un caro saluto a tutti gli sportivi.
Lascia un commento
I commenti sono a totale responsabilità di chi li invia o inserisce, del quale restano tracciati l'IP e l'indirizzo e-mail.
Podisti.Net non effettua alcun controllo preventivo né assume alcuna responsabilità sul contenuto, ma può agire, su richiesta, alla rimozione di commenti ritenuti offensivi.
Ogni abuso verrà segnalato alle autorità competenti.
Per poter inserire un commento non è necessario registrarsi ma è sufficiente un indirizzo e-mail valido.
Consigliamo, tuttavia, di registrarsi e accedere con le proprie credenziali (trovi i link in fondo alla pagina).
In questo modo potrai ritrovare tutti i tuoi commenti, inserire un tuo profilo e una foto rendere riconoscibili i tuoi interventi.