21 di Reggio Emilia: Atletica Reggio puntualizza
Spettabile redazione,
ho letto l’articolo del signor Fabio Marri pubblicato il 28 marzo 2022.
Fortunatamente sono sostenuto da un personale atteggiamento aperto, volto a tesaurizzare le critiche costruttive: questo è lo spirito che anima l’Associazione Sportiva Dilettantistica Atletica Reggio che mi pregio di rappresentare, qui e ovunque, negli oneri ed onori, nell’afflato di questo Ente impegnato in una crescita costante, valoriale, sportiva, sociale. E con queste premesse e con questa disciplina Atletica Reggio raggiunge anche riconoscimenti numerici, grazie alle emozioni che nascono con l’etica dell’impegno e del dare.
Pertanto, non posso esimermi dal replicare ad una penna che ho trovato più malmostosa che costruttiva, più una lama, che un’affettuosa pacca sportiva.
Sinceramente sorpreso che un podista amatore di lunga data, anche giornalista, quale è il signor Marri abbia stilato un articolo che (non solo io) ho trovato molto lontano dal realista. Non vi ho trovato alcunché del garbato “dire e non dire! Tastare e non toccare! Insinuare senza ferire! Avanzare retrocedendo!” che il grande Gadda proponeva a chi vuole dare consigli. Insomma, ho letto una serpeggiante ed affatto nascosta vena acida, insoddisfazione in ogni proposizione, per ogni dove della 21 di Reggio!
Da un giornalista mi aspettavo la narrazione dei fatti, più che le sminuenti opinioni dell’estensore, il quale ha proposto una personale e deviata cronaca sportiva, poco documentata, molto distante dal benessere dato e ricevuto dai più: in somma, un giornalismo che fa più male, che bene.
Perciò mi sono domandato quali siano le motivazioni che l’abbiano indotta ad una radicale stroncatura della 21 di Reggio, che ha dato emozioni forti, gioia, condivisione, tempi eccellenti, grande divertimento, il gusto di mettere in moto un evento sportivo senza fine di lucro che non si teneva da due anni. Quali lenti smerigliate ha indossato Lei? Dove guardava? Che cosa ha ascoltato?
Vengo alle Sue parole:
“…un percorso che a qualcuno non è piaciuto granché…”: forse avrebbe potuto (dovuto, come giornalista?) sentire la stragrande maggioranza che lo ha apprezzato, per inserire una riga di obiettività, fuori dal Suo foro interno.
“…ristori di sola acqua in bottigliette da 375 cc che andavano sprecati in massima parte…”: quando si dice lamentarsi del troppo e non patire la sete (purtroppo bottigliette più piccole non sono molto apprezzate da chi corre a ritmo intenso e noi abbiamo dissetato tutti, insomma i numerosi atleti presenti hanno apprezzato).
Anche il percorso a Lei non è piaciuto, come non esita a informare i lettori : “…forse le meno panoramiche dell’insieme (il bello verrebbe da Coviolo in poi, mentre noi oggi da Coviolo riprendevamo la via di Reggio…” “…percorrendo peraltro una minima parte del centro storico, con esclusione ad esempio della piazza Prampolini alias del Tricolore, glorioso arrivo delle antiche edizioni della 42”
Menziona l’esclusione della storica Piazza Prampolini come un minus. In quanto reggiano posso chiarire che la 21 non è neppure passata davanti al Museo Civico “Lazzaro Spallanzani”, non ha attraversato una sola porta dell’antica cittadella…e che dire dell’omissione della piazzetta dei leoni, San Prospero, patrono e simbolo di Regium Lepidi?
Ma seguendo con ordine le Sue puntute critiche, osservo che il tracciato ha previsto il rientro a Reggio Emilia, da Coviolo, perché era stata organizzata una mezza e non una 42; nel caso avessimo optato per una maratona avremmo sicuramente scelto un percorso differente. Viceversa abbiamo scelto di “fluidificare” il centro storico per costruire un percorso veloce, velocissimo, sartoriale per consentire agi atleti di generare ottimi tempi su una 21 chilometri.
In questo, per vero, siamo stati bravi, non è una mia opinione, ma è dimostrato dal numero di primati personali infranti. Lo stesso Amaniel, vincitore assoluto, ha confidato che su questo tracciato si può scendere sotto i 60 minuti. Capisce che la bottiglietta dell’acqua, i colli reggiani, il podio poco celebrativo, i fotografi, la piazza Prampolini assente, passano un poco in secondo piano.
E abbiamo gestito la sicurezza e i presidi, l’ordine e l’organizzazione e tanto altro, con l’appoggio e l’apprezzamento anche dell’Amministrazione, oltre alla soddisfazione – mi ripeto – dei più.
D’altro canto, per la visita a Reggio Emilia, proprio nel trascorso week end, c’erano le giornate del FAI, quindi la visita in gruppo a Regium Lepidi non era il nostro obbiettivo, né il nostro core.
Seguitando nella Sua filippica, non manca di eccepire anche “Parcheggi non comodissimi, se si esclude quello Zucchi a pagamento (che tempi, quando i maratoneti parcheggiavano allo Zucchi per 1 euro complessivo!)” ... “la mancanza di un deposito borse in zona arrivo (dove pure di spazi ce ne sarebbero in avanzo, foss’anche all’aperto)”
Ah, oh, eh…. mala tempora currunt, per stare in tema…!
Ma ha provato ad interrogarsi su un deposito borse all’aperto (e se fosse venuto a piovere…) , si è immaginato la logistica di un luogo coperto, allestito ad hoc in periodo ancora emergenziale COVID (ricordo che questo cessa per legge solo al 31.03.22), in cui avremmo dovuto gestire oltre quattrocento borse, senza sapere con quale ordine sarebbero state ritirate.
Il signor Marri non manca di appuntare pure che il parcheggio “…ha costretto quasi tutti noi a correre avanti e indietro, parcheggio – ritiro pettorale – riparcheggio per lasciare la borsa – partenza – e dopo l’arrivo tornare al parcheggio per mettersi qualcosa addosso, perché 14 gradi e un po’ di vento non consigliano di starsene mezzi nudi in piazza…”
Forse ha confuso qualche data, dal momento che domenica 27.03.22, in piazza del Teatro Municipale di Reggio Emilia, c’erano 20 gradi abbondanti…
“…Mancava anche il consueto corredo di fotografi amatoriali, a quanto pare respinti dall’organizzazione, che aveva venduto l’esclusiva delle foto a una premiata ditta…oltre tutto ristretto alla zona traguardo)”. E ti pare.
Per dovere di verità La informo che i fotografi non erano solo al traguardo, ma anche in direzione Coviolo.
Riconosco invece che l’organizzazione ha un accordo commerciale con l’agenzia cui ha ceduto i diritti e mi dispiace dirlo, ma lo faccio solo perché punto sul vivo. Riconosco che la royalty che riceveremo dall’agenzia andrà devoluta a sostegno di ragazzi ucraini che Atletica Reggio ha già accolto gratuitamente da qui fino a quando ce ne sarà bisogno. Touchè.
Seguo il Suo inchiostro rosso “…sembra stia diventando la prassi, il premio di consolazione degli organizzatori, alle prese col crollo delle sponsorizzazioni e col calo di partecipanti (facendo il conto della serva, i 180 o più mancati oggi rispetto al 2019, ai prezzi odierni significano 4500 euro di incasso in meno, a fronte dei 2040 euro di montepremi annunciati - su cui forse si è risparmiata qualche briciola visti i tempi non eccelsi delle italiane piazzate).”
Il Suo “conto della serva” mal si accorda con la nostra filosofia, molto disinteressata al tornaconto e – mi consenta – l’approccio generale agli eventi, visto che non mettiamo in piedi manifestazioni sportive in funzione di ciò che incassiamo a priori.
E in merito ai 2.040 Euro su cui si “sarebbe” risparmiata qualche briciola, davvero spiace leggere che se la prenda pure con i tempi delle “italiane piazzate”.
Facciamo dei distinguo? Le italiane e le …? Allora, perché non distinguiamo gli eccelsi dai meno validi, altrimenti detti “tapascioni”?
Quali consigli vengono per il nostro futuro dalla Sua matita rossa?
Ci faccia sapere… ma per costruire, perché questo sarebbe lo spirito di uno sportivo, non dico con il cuore buono, ma che ha respirato la buona riuscita della manifestazione podistica che ha cercato di stroncare nel Suo pezzo.
Sarebbe stato interessante che si fosse dato il tempo di fare due chiacchiere con qualcuno degli organizzatori, o dei tanti volontari, sostenitori, appassionati, persone contente, emozionate, tanto che un nostro ragazzo fresco dei mondiali di Belgrado era in piazza a spostare le transenne e caricare i camion.
Forse, Signor Marri, Lei era troppo sudato e infreddolito in una domenica di solicello a 22° per darsi tempo di interloquire in presenza.
Va beh.
Nel concludere questa mia doverosa replica, ricordo a chi desidera saperne di più, a quanti leggono questa testata e non sono stati presenti il 27.03 alla “21 di Reggio” ma hanno diritto ad una lettura animata da un approccio realmente sportivo che Atletica Reggio è una asd provvida di una forte connotazione etica.
Per sostenere le mie parole da oggettività e non da opinioni, offro ai lettori qualche dato.
Atletica Reggio lo scorso anno nel secondo anno di pandemia, ha promosso due borse di studio universitarie.
Atletica Reggio sempre nel 2021 ha ideato e finanziato interamente un progetto didattico (Amarsi) strutturato su alcuni punti dell’agenda 2030 e agito in una scuola primaria di Reggio Emilia, mettendo a disposizione allenatori, nutrizionisti e psicologi dello sport in un percorso di sensibilizzazione degli studenti e delle famiglie.
Atletica Reggio svolge pro-bono attività per Africa Athletics, una onlus che porta la cultura dell’atletica leggera in un posto sperduto nel Malawi, dove servono sogni e sostegno per poterli fare avverare…
Atletica Reggio è una asd di storia gloriosa, che non insegue il denaro, ma coltiva valori e grazie a questo spirito è passata in pochi anni da poco più di 200 associati a circa 800. Questo è il nostro patrimonio e ne siamo orgogliosi.
Signor Marri spero che il mio testo giunga ai Suoi lettori come contro notizia, un po' più obbiettiva e meno pregna di acidi urici e che almeno procuri qualche sorriso, ce n’è tanto bisogno!
Stia bene, cordialmente
Paolo Codeluppi
Presidente di Atletica Reggio