Molto spesso negli ambienti dei podisti si sente dire che per diventare un buon maratoneta bisogna “allenare la mente a comandare il corpo”. Questo atteggiamento può indurre il runner a sottoporsi a duri allenamenti pur di migliorare se stesso e la propria prestazione; e ciò può implicare un pericoloso sovraccarico di sforzo sia psichico che muscolare, se non si fa attenzione a trovare il giusto equilibrio fra intensità degli allenamenti e riposo.
In una ricerca del Dipartimento di Psicologia dello Sport dell’Università di Barcellona (di Carla Alfonso et al. pubblicata su UAB), è stato scoperto che in atleti che avevano effettuato un allenamento troppo intenso, il giorno dopo i ricercatori hanno misurato una sensibile diminuzione dei livelli di umore; in pratica hanno notato dei segni di irritabilità e/o pensieri negativi e depressivi, rispetto ad atleti che hanno effettuato sedute di allenamento di media intensità e adeguate alla loro preparazione. Quindi, oltre alle problematiche muscoloscheletriche, la ricerca suggerisce di porre anche attenzione agli aspetti psicologici come l’umore, per calibrare il giusto allenamento e prevenire nell’atleta un eccessivo stress sia psichico che fisico.
In conclusione queste scoperte ci aiutano a capire che mente e corpo sono strettamente interconnessi e, al contrario di alcuni luoghi comuni, non sempre è “la mente che comanda il corpo”, ma è anche “il corpo che può comandare la mente”.
Lug 12, 2022
Gerardo Settanni (Psicologo dello Sport)