Maratona di Assisi 2000, una storia fatta di donne
Qualche settimana fa un nostro lettore ci ha chiesto se riuscivamo a recuperare la classifica della seconda Maratona di Assisi “Millennium for peace”, la corsa che concluse l’anno del Giubileo (cominciato il 1° gennaio con la maratona partita da Piazza San Pietro sotto la benedizione del papa sportivo Giovanni Paolo II), e purtroppo chiuse anche l’esperienza delle maratone nella città di San Francesco.
Abbiamo già rievocato due volte la prima, del 1999: https://www.podisti.net/index.php/commenti/item/5516-vent-anni-fa-un-millennium-tra-assisi-e-roma.html#!Milesi_Davide_2011_Foto_Roberto_Mandelli_920x460
La ripresa è programmata per il 2023 (https://sanfrancescomarathon.it/), ma è già stata rinviata più di una volta: ragione per cui questa classifica (ancora stampata su carta e spedita per posta ai partecipanti, con l’affrancatura in lire), recuperata nell’archivio dello scrivente, è un autentico documento storico che ci fa rivivere il podismo di un quarto di secolo fa, quando una maratona collocata in una data e una località sicuramente scomoda riusciva a cumulare 762 arrivati, tra cui 93 donne.
Le classifiche d’epoca sono appunto separate per genere, e solo mettendole insieme si ricostruisce qualche coppia che corse in società, o qualche maschietto che ‘spinse’ la sua collega o amica. Tra le donne vinse l’allora giovanissima Sara Ferrari, figlia di tanto padre, ma di cui oggi è difficile trovare tracce dirette (attenzione all’omonimia con una ragazza del 1999, velocista tesserata Guastalla-Reggiolo). Ma grazie all’archivio Fidal (e alla consulenza di Michele Marescalchi) recuperiamo la nostra Sara, ferrarese del 1977, tra il 2000 e il 2002 tesserata per la Maratona di Torino, accreditata solo di un 2.49:35 alla maratona di Ravenna del 2005; aveva però vinto anche a Vigarano 2004, e prima aveva corso la maratona di Milano del 2002. Quella vittoria di Assisi la proiettò in nazionale, alla maratona dei mondiali di Edmonton in Canada del 2001 dove arrivò 26^ in 2.36:07 (ma a 19 anni, nel 1996, era arrivata 10^ nei 5000 ai mondiali giovanili di Sidney).
Bene, ad Assisi la Ferrari, con 2.48:42 (media dei 4’ a km: ricordo a chi non c’era che gli ultimi km della maratona raggiungevano il centro storico con una salita impegnativa), superò di 37 secondi l’ucraina Galina Zhulyeva, classe 1966, che nel marzo precedente aveva registrato un 2.34:35 alla maratona di Barcellona, suo personale, come pure rimase imbattuto il tempo di 1:12:42 segnato alla mezza di Gargnano (ITA) tre mesi prima di Assisi.
La Zhulyeva, che nel 1998 e 1999 aveva vinto a Cesano Boscone con 2.37:21 e 2.34:50, continuò a eccellere per molti anni: vinse a Ravenna nel 2002 con 2.44:49 (davanti alla “nostra” Antonella Benatti, che pure ad Assisi 2000 era arrivata quinta in 2.54:01), a Lubiana nel 2003 in 2.38:13 (maratona, ahinoi, in cui quinto uomo si piazzò tal Roberto Barbi), e ancora a 44 anni registrò un 2.44:10 a Vigarano.
Il podio di Assisi 2000 fu completato con 2.51:42 da Margherita Grosso, piemontese del 1964, allora tesserata per la Fiat Sud Formia, che a 42 anni, nel 2006, era ancora capace di 2.57 alla maratona di Firenze, e nel 2019, come F 55, ha toccato per due volte 1h36 nella mezza.
Ma lasciando stare altri nomi illustri (ho detto della Benatti, che in quella gara ‘trascinò’ anche il cognato Luca Salardini verso un grandioso, per lui, 3.23:21), mi lascio andare allo scorrere della classifica, che all’8° posto vede la modenese/reggiana Monica Bondioli, che in quegli anni aveva vinto le prime due edizioni della maratona di Pisa, e qui precedette di poco (3.02 contro 3.07) l’ultramaratoneta lecchese Monica Casiraghi, iridata dei 100 km e più volte trionfatrice alla mitica Swissalpine di Davos. Appena dietro, due veterane, prime della F 45, la piemontese M. Grazia Navacchia e la milanese di origini emiliane Chiara Boschini.
Poco più giovane la romagnola M. Luisa Costetti, classe 1961, seconda F 40 in 3.29; il futuro marito Enrico Vedilei è arrivato in 2.42, 13° assoluto e secondo M 35; la sorella Franca la segue a mezz’ora, ma il di lei futuro coniuge Ivano Folli ha concluso con Maria Luisa in 3.29.
Un quarto d’ora dopo arriva un altro pezzo di storia del podismo, la milanese di Cernusco Rita Zanaboni, protagonista di tante gare (a fine 2022 supererà le 550 maratone e ultra!), preceduta di poco da un’altra futura aderente al Club dei supermaratoneti, la 36enne riminese Tea Lombardi (nel 2022 raggiungerà le 178 maratone).
Più avanti con gli anni è Renata Cecchetto in Grillo, vicentina del 1950 trapiantata a Bolzano, e che conquisterà il record di più maratone corse in un anno da una signora (35, se non erro, più o meno alla pari col record maschile di William Govi): finisce in 3.52, due minuti meno di un’altra veneta, Daniela Lazzaro, del ‘53. Il giovane marito di Renata, Marco Grillo, militare classe ’67, è stato un pelino sotto le 3.10.
Ma adesso tocca alle modenesi, o meglio carpigiane, sfilare sotto lo striscione: Lorena Losi in 3.58 (suo figlio Daniele Orlandi è arrivato in 3.44), meno di due minuti più tardi arriva Lorella Zanella, veneta trapiantata a Carpi, che purtroppo una decina d’anni dopo ci sarà strappata da un male inesorabile; in 3.54 aveva finito il suo compagno Franco Venturi. L’infornata prosegue, quasi che si fossero messe d’accordo, intorno alle 4.02 con Daniela Montanari, graziosa tabaccaia riccioluta della Podistica Madonnina, scortata dal fidanzato Fabio Roccato (il “keniano bianco” della Madonnina, capace di 2.40 quando “tira”); e Piera Zaldini, altra carpigiana (di Budrione), allora prof di matematica alle superiori, oggi medico ospedaliero: suo marito Tommaso Minerva, cofondatore e mente informatica di Podisti.net, ha finito in 3.52.
Poi altre due signore modenesi: in 4.07 arriva, insieme al suo abituale accompagnatore Giorgio Anceschi, Paola Martello, poi in 4.24 Daniela Gianaroli (che ha già cominciato a correre i suoi dieci Passatore). Hanno un piccolo pezzo di vita in comune: Daniela è originaria di un paesino dell’Appennino dove, qualche anno dopo, Paola stabilirà la sua oasi di serenità.
Anche Carmela Dondi è modenese, per l’esattezza di Castelfranco, e conclude la sua fatica in 4.33 (il marito “Fabietto” Setti ha chiuso in 3.53).
Ma l’ultima pagina della classifica è un altro libro di storia: i capelli rossi della fiorentina Ilaria Razzolini chiudono in 4.43, più o meno allo stesso ritmo delle maratone che Ilaria correrà ancora vent’anni dopo, quando si dedicherà ad accompagnare l’amica Chiara. Due minuti dopo arriva la padovana Natalina Masiero, che presto diventerà una specialista di trail rischiando le ossa sulle alture di mezza Italia come ben sanno i lettori di questo giornale. Mentre con 5.08 arriva Angela Gargano, una quasi-quarantenne barlettana che sta posando le prime pietre del monumento fatto di 1000 maratone concluse col marito Michele Rizzitelli entro il ventennio che verrà (ad Assisi 2000, Michele è arrivato esattamente un’ora prima di lei).
Invece ha già 61 anni, ma tanta storia con sé (e cinque figli), Eleonora Bottazzo, trevigiana-pavese classe 1939, che qui finisce sotto le 5.15, qualche anno dopo si aggiudicherà il primo posto F 65 alla prima maratona di Vercelli, e nel 2011 arriverà a 125 maratone.
Sono sicuro che tante altre, qui non nominate, hanno dentro di sé storie da raccontare; e così sarà per i maschietti, dal vincitore Calvaresi in giù, di cui ci occuperemo alla prossima puntata.
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