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Feb 28, 2023 2184volte

Lo speaker: ad ognuno il proprio ruolo

Barbara Bressi 3^ alla 30 Trentina Barbara Bressi 3^ alla 30 Trentina Ph Sara Veneruso/Racephoto
Riportiamo il post che la runner reggiana Barbara Bressi ha postato oggi su facebook:

Condivido la mia vicenda non per fare sapere al mondo cosa mi è successo (non sono mica la ferragnez), ma per stimolare una riflessione sul comportamento sportivo che diventa fondamentale quando ci si trova in situazioni difficili.
Finalmente, atleticamente parlando, le cose stavano andando bene, di nuovo le gambe cominciavano a girare senza nemmeno troppa fatica e il ricordo di quelle sensazioni risale a circa 7-8 anni fa... C'era voluto tanto tempo per raggiungere quella condizione, un anno di pazienza e allenamenti nei ritagli di tempo, circa 5 a settimana, quando lavoro e famiglia me lo permettevano. Domenica mattina sveglia alle 5:30: tutta la famiglia in partenza per raggiungere Misano possibilmente prima delle 9:00 dato che la partenza della gara è alle 10:00. Arriviamo là alle 9:00, il tempo è pessimo, freddo, vento, pioggia che non cede nemmeno per un secondo... Mi ritrovo li in partenza davanti allo speaker. Purtroppo quest'ultimo ha deciso che quella mattina la partenza della gara la dà lui a voce incurante dello starter che dall'altra parte non si rende conto dello sfasamento del countdown.... La frittata è fatta, sento il suono della pistola ma il mio cervello è ancora a 4 e questo mi consente di mettermi in movimento solo qualche frazione di secondo più tardi. Conseguenza: vengo risucchiata nella pancia del gruppone e non prendo mai velocità, la mia velocità, tutti vogliono passare, ma io sto attenta a non urtare i concorrenti, poi appena potrò accelererò, in fondo il tempo per recuperare una brutta partenza c'è. Purtroppo questa accortezza non è stata considerata da un concorrente che a circa 20-30 m dalla partenza, da dietro arriva come un fulmine a ciel sereno imprimendo una spinta nella mia schiena così violenta che ad un tratto mi viene a mancare l'asfalto sotto i piedi. Mi rendo conto che sono in aria e che di lì a poco cadrò rovinosamente a terra... In quella frazione di secondo penso solo a come fare per farmi meno male possibile. Risultato: gran botta alla testa per fortuna non grave ma clavicola rotta. Insomma il succo del discorso è che non c'è fine all'ignoranza e che la sportività credo e spero debba essere ben altra. La mia clavicola rotta urla vendetta ma convoglierò la rabbia e la desolazione nel ricostruire di nuovo una condizione fisica che mi permetta di raccogliere i tanto attesi e desiderati risultati sportivi.

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Il commento di Stefano Morselli:

Cara Barbara, mi dispiace molto e capisco lo sconforto, sopratutto perchè questo incidente poteva essere evitato. A mio avviso ci sono i presupposti per una richiesta danni ma non al podista bensì allo speaker, i regolamenti parlano chiaro, le gare competitive tanto piu se federali, prevedono un determinato protocollo di partenza.
Lo start lo dà il giudice di partenza con un "ai vostri posti, pronti..." e poi lo sparo a salve in aria.
Lo speaker non è alla console di una discoteca o di una radio, lo speaker non può e non deve fare quello che gli pare, deve rispettare il proprio ruolo e prima di tutto lo deve conoscere.
Federazione batti un colpo: così come devi formare i giudici, devi formare anche gli speaker.
E' ora di fare un salto di qualità in tutti i sensi ed il caso in questione può essere utile a tale scopo.

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