Condivido la mia vicenda non per fare sapere al mondo cosa mi è successo (non sono mica la ferragnez), ma per stimolare una riflessione sul comportamento sportivo che diventa fondamentale quando ci si trova in situazioni difficili.
Finalmente, atleticamente parlando, le cose stavano andando bene, di nuovo le gambe cominciavano a girare senza nemmeno troppa fatica e il ricordo di quelle sensazioni risale a circa 7-8 anni fa... C'era voluto tanto tempo per raggiungere quella condizione, un anno di pazienza e allenamenti nei ritagli di tempo, circa 5 a settimana, quando lavoro e famiglia me lo permettevano. Domenica mattina sveglia alle 5:30: tutta la famiglia in partenza per raggiungere Misano possibilmente prima delle 9:00 dato che la partenza della gara è alle 10:00. Arriviamo là alle 9:00, il tempo è pessimo, freddo, vento, pioggia che non cede nemmeno per un secondo... Mi ritrovo li in partenza davanti allo speaker. Purtroppo quest'ultimo ha deciso che quella mattina la partenza della gara la dà lui a voce incurante dello starter che dall'altra parte non si rende conto dello sfasamento del countdown.... La frittata è fatta, sento il suono della pistola ma il mio cervello è ancora a 4 e questo mi consente di mettermi in movimento solo qualche frazione di secondo più tardi. Conseguenza: vengo risucchiata nella pancia del gruppone e non prendo mai velocità, la mia velocità, tutti vogliono passare, ma io sto attenta a non urtare i concorrenti, poi appena potrò accelererò, in fondo il tempo per recuperare una brutta partenza c'è. Purtroppo questa accortezza non è stata considerata da un concorrente che a circa 20-30 m dalla partenza, da dietro arriva come un fulmine a ciel sereno imprimendo una spinta nella mia schiena così violenta che ad un tratto mi viene a mancare l'asfalto sotto i piedi. Mi rendo conto che sono in aria e che di lì a poco cadrò rovinosamente a terra... In quella frazione di secondo penso solo a come fare per farmi meno male possibile. Risultato: gran botta alla testa per fortuna non grave ma clavicola rotta. Insomma il succo del discorso è che non c'è fine all'ignoranza e che la sportività credo e spero debba essere ben altra. La mia clavicola rotta urla vendetta ma convoglierò la rabbia e la desolazione nel ricostruire di nuovo una condizione fisica che mi permetta di raccogliere i tanto attesi e desiderati risultati sportivi.