Rodolfo Lollini
Corre i 5000 per la prima volta… al Mondiale!
Avete presente quando un amico Vi chiama per proporre una gara che non avete mai fatto? E Voi rispondete che forse non è il caso, ma alla fine, per il quieto vivere, ci andate… Ecco, a Jonathan Busby è successa una cosa simile, peccato che a chiamarlo non sia stato un conoscente, ma i dirigenti della federazione di atletica di Aruba e la gara erano i 5000 metri mondiali a Doha, ieri 27 Settembre.
Se pensate che Aruba sia solo un dominio e-mail e trovate strano che un suo rappresentante possa disputare dei campionati mondiali, siete in ottima compagnia. Invece no, Aruba è una stato indipendente. Un’isoletta ex colonia olandese nel Mar delle Antille.
Sfruttando la wild card offerta dalla IAAF, Jonathan può schierarsi al via, sebbene non abbia conseguito il crono minimo di qualificazione. Anzi, per essere precisi, senza aver alcun tempo sulla distanza registrato in stagione… Per il trentatreenne è un massacro. E vorrei vedere Voi se andaste a fare un 5000 ed in batteria Vi trovaste con tutti quei califfoni in gara. C’è anche il nostro Crippa che peraltro fa la stessa fine di Busby, eliminato pure lui. Al ritorno a casa Jonathan potra dire che si, è stato eliminato, ma è stato sfortunato perché è finito in una brutta manche. Pensate che non ce l’ha fatta nemmeno Yeman, ;-)
La storia però non finisce qui. E’ adesso che viene il bello. Busby in gara va in crisi. Complice l’emozione, un inizio troppo veloce ed il clima da sauna di Doha. Però non è in ultima posizione, dietro c’è un collega. Probabilmente anche lui non è lì per meriti tecnici, ma solo per consentire alla IAAF di piantare un’altra bandierina-stato sulla torta di questi mondiali. Si tratta di Braima Sunclar Dabó, proveniente dalla Guinea Bissau. Busby all’ultimo giro crolla e si accascia sulla pista, disidratato e quasi incosciente. Il buon samaritano Dabò però non lo sorpassa. Potrebbe far finta di nulla, evitando l’ultima posizione. Invece si ferma e lo sorregge, accompagnandolo per i 250 lunghissimi metri che mancano al traguardo.
La scena manda in delirio il pubblico del Khalifa Stadium e consente a Busby di chiudere insieme a Dabó in 18’10” e qualche centesimo, tempo che non gli avrebbe consentito di vincere nemmeno un campionato regionale master nelle categorie dove i concorrenti cominciano ad avere i capelli bianchi. Prima di crollare al suolo, da buon tapascione, Busby ferma il cronometro del suo GPS. Verrà squalificato, ma è già entrato, insieme a Dabó, nella storia dell’atletica.
Quando finirà la “scomunica” di Linus alla FIDAL Lombardia?
Domenica scorsa 22 Settembre, ho partecipato alla DJ100, evento ciclistico con partenza da Milano, zona velodromo Vigorelli, per rimanere in tema. Percorso velocissimo che portava a Castano Primo, si proseguiva in direzione Abbiategrasso per poi tornare a Milano, coprendo appunto 100 chilometri. Per quel poco che capisco di questo sport, ancora meno che di running, il che è tutto dire, si è trattato di una manifestazione molto ben organizzata. Pensate che il tracciato era presidiato con traffico praticamente bloccato ad ogni incrocio o semaforo. Peraltro ho notato che in città gli automobilisti non fanno discriminazioni tra runner o amanti della bicicletta. Quando vengono bloccati esprimono il loro disappunto con analogo vigore ;-).
Immagino che a questo punto alcuni di Voi abbiano interrotto la lettura per verificare se podisti.net avesse cambiato nome in ciclisti.net. State tranquilli, non è così ed ora cercherò di arrivare al punto. Per partecipare e divertirmi in questa gara, ho dovuto presentare i dati relativi al mio tesseramento presso la FCI, la Federazione Ciclistica Italiana. In caso contrario avrei dovuto fare una specie di tesseramento giornaliero, come avveniva anche per la FIDAL nell’era pre Runcard. In tutti i casi la manifestazione era sotto l’egida della FCI. La stessa cosa succede quando Radio DJ organizza gare di Triathlon. Anche in questo caso mi risulta che la FiTri sia pienamente coinvolta.
Come ricorderete, prima di occuparsi anche di altre discipline, la grande passione per lo sport del DJ Linus è partita con il running. Le prime DJ Ten riguardavano appunto delle corse da dieci chilometri a Milano poi abbinate all’opzione sui cinque che col passare del tempo sono state replicate con successo in altre città in tutta la penisola.
Da qualche anno a questa parte, la FIDAL, almeno a Milano, è stata completamente tagliata fuori. Non conosciamo il motivo di questa “scomunica”, che ai nostri occhi appare ancora più strana, alla luce della costante collaborazione della DJ con FCI e FiTri. Noi pensiamo sia un vero peccato, in quanto insieme alla parte più ludica e non competitiva, ci sono anche tanti agonisti che partecipano.
Ormai per la DJ Ten, programmata nel capoluogo lombardo per il prossimo 13 Ottobre, è troppo tardi. Sarebbe bello che per il 2020 anche la FIDAL fosse nuovamente coinvolta in questa giornata milanese di festa della corsa. Anche perché, a ben guardare e senza alcuna intenzione polemica, ad esempio la DJ Ten romana, prevista il 24 Novembre prossimo venturo, avrà anche l’opzione agonistica FIDAL. Se questo articolo potesse contribuire, seppure in minima parte, a riaprire la collaborazione tra FIDAL Lombardia ed un organizzatore di grande successo come DJ Linus, ne saremmo lieti.
Già buono il primo ciak al “Miglio di Segrate”
Le prime edizioni sono spesso causa di preoccupazione per gli organizzatori e sinonimo di problemi per i partecipanti. Invece sabato pomeriggio 21 settembre 2019 a Segrate (MI) è filato tutto per il verso giusto in occasione del 1° Miglio di Segrate, 8^ prova del Club del Miglio 2019 che ripartiva dopo la sosta estiva. Naufragata l’opzione Saini, chiuso per lavori di manutenzione, la gara ha trovato asilo presso la Scuola Leopardi.
Molto meglio così, anche perchè il contemporaneo concerto di Jovanotti a Linate avrebbe comportato non pochi problemi agli atleti per raggiungere il centro sportivo Saini, in quanto molte strade erano state chiuse al traffico.
L’Atletica Segrate, con la collaborazione del Comune di Segrate, presso la struttura scolastica ha messo a disposizione ampi spazi, spogliatoi con docce e tutta la logistica necessaria. Organizzazione curata nei minimi particolari tanto che chi Vi scrive è riuscito anche a recuperare il suo GPS, malgrado lo avesse seminato negli spogliatoi.
Il tracciato partiva dalla piccola pista in cemento da 200 metri della scuola che andava percorsa per due volte. Si usciva poi nel parco per un anello dal fondo misto tra sterrato, erba e lastricato. Ripetuto due volte anche il giro esterno, si rientrava e sprintava per un’ottantina di metri scarsi, fino alla linea di partenza.
Dopo il solito gioioso prologo su distanze ridotte riservato ai più giovani, si è passati ai senior. Bella la manche femminile, vissuta sul duello tra la classe 2002 Sara Gandolfi (Atletica GISA) che ha prevalso in 5’25”38 su Joanna Drelicharz (Atletica Lonato), vera star SF40 tanto da essere stata invitata per una batteria master di ottimo livello anche al recente Golden Gala di Roma. Terza classificata Eva Volpari dell’Atletica Arvedi.
Gare maschili altrettanto divertenti e combattute. Nella prima (da SM65 a salire) arrivo mozzafiato tra Emilio Lazzaroni (Ambrosiana) e Giovanni Galmarini (Gallaratese) che hanno lottato gomito a gomito. Vittoria del primo per una manciata di centesimi. Il miglior crono della giornata è stato conseguito da Simone Zago (Atletica Stramilano) con 4’58”14. Per tutti i dettagli potete trovare i risultati cliccando qui.
Ora, dopo una sosta nel prossimo weekend, partirà la rumba degli ultimi appuntamenti, uno dietro l’altro, ma attenzione perché saranno tre e non due. Dopo le tappe a Chiavenna (SO) il 5 Ottobre e a Carate Brianza (MB) il 12, il Club effettuerà le premiazioni del circuito il 19 Ottobre a Milano, in occasione del Miglio di Milano. Gara che avrà luogo nella prestigiosa cornice del centro cittadino, tra l’Arco della Pace ed il Castello Sforzesco. Per il momento ci fermiamo qui, ma ritorneremo sull’argomento. Intanto per favore segnate anche questa data col circolino rosso sul Vostro calendario.
Mugello trafficato ma bello
Borgo S. Lorenzo (FI) - Si è svolta ieri, domenica 22 Settembre, la Maratona del Mugello, gara che vanta una buona tradizione, essendo giunta alla sua edizione numero 46. Andiamo subito al risultato tecnico con la vittoria di Carmine Buccilli dell’Atletica Santa Marinella in 2h2838”, con largo margine su Abdelilah Dakhchoune (GS Maiano) e Matteo Lucchese (AVIS Castel San Pietro) giunti ad oltre 13 minuti.
Quinta assoluta e prima tra le donne Federica Moroni (Golden Club Rimini) che ha chiuso in 2h55’17”. Anche qui ben distanziate le prime avversarie, ovvero Sonia Ceretto (Maratoneti Tigullio) in 3h20’06” e Marta Doko (GS Lamone i 3h 37’ 41”.
Per tradizione, il programma della manifestazione offre sempre anche un'altra opzione, la cui distanza nel corso degli anni è variata dalla maratona alla mezza, diciamo così, abbondante. Per il 2019 fissata in 24 chilometri. Numeri pressoché gemelli di partecipanti, in quanto a concludere la gara sono stati 264 agonisti in maratona e 263 nel percorso più breve (vinto da Massimo Mei in 1h25'14 e da Teresa D'Amico in 1h 53'08).
Tra questi ultimi abbiamo intervistato una nostra vecchia conoscenza, Armando Bertolasi (2h 26'43), buon maratoneta emiliano che ha già viaggiato e corso con Podisti.net a Boston: “La gara mi è piaciuta molto. Ho trovato un po’ di saliscendi che mi sarà utile visto che sto preparandomi alla trasferta ad Atene. Percorso piacevole, panorami sempre belli. Il tracciato è presidiato ad ogni incrocio dai volontari che hanno fatto un ottimo lavoro. Peccato che si corra su strade aperte al traffico ed infatti mi è capitato di vedere anche qualche faccia-a-faccia poco piacevole tra concorrenti ed automobilisti, fortunatamente senza conseguenze. Alla fine mi sono gustato un ottimo ristoro e fatto la doccia presso una vicina struttura, servita anche da un servizio navetta, per i più stanchi. Ottimo lungo, solo un appunto, i chilometri in realtà erano 25 abbondanti, ma va bene così. Ci ritornerò”.
Le Survivor cross diventano vere Series!
Difficile parlare di cross quando il termometro è sopra i 30 gradi e gli allenamenti diventano delle saune, ma oggi siamo in compagnia di Stefano Longo ovvero mister Survivor Series e siamo curiosi di saperne di più su questa manifestazione che ha esordito nel 2018. Per chi non le conosce, puoi descriverle brevemente?
Grazie Rodolfo. Anche in questo 2019, dopo il favorevole debutto dello scorso anno, siamo più carichi che mai e vogliamo rivoluzionare il mondo della corsa campestre italiana. Il format su quattro turni ad eliminazione è confermatissimo, con una prima fase a cronometro e tre a batterie tra quarti di finale, semifinali e finale, assieme però a tantissime novità che vi sveleremo nei prossimi mesi.
Cominciamo segnalando quella più importante di tutte
Come dice il nome Survivor Series, plurale, da quest’anno non ci sarà più un solo evento Survivor, bensì quattro, e non sarà organizzato solo su suolo lombardo, ma l’innovativo format sbarcherà anche “oltre confine”. Oltre alla tappa inaugurale di Busto Arsizio (VA), la manifestazione esordirà anche in Veneto ed in Emilia Romagna, nel tentativo di coinvolgere quanti più atleti possibili da regioni diverse e di innalzare il livello della manifestazione. Verrà quindi creato un circuito con tre tappe di qualificazione e una finale, per aggiungere ancora più interesse ad una manifestazione che già nella tappa inaugurale ha dimostrato quanto il format piaccia a tutti, atleti, tecnici e pubblico.
Come sarà stilata la classifica?
Ogni tappa assegnerà dei punti, da 1 per la partecipazione a 50 per il vincitore. Per la finale questi punteggi verranno raddoppiati, dando di conseguenza maggior importanza al risultato raggiunto nell’ultimo evento della stagione. La finale sarà aperta a tutti, ma per poter partecipare all’assegnazione del titolo sarà necessario aver preso parte almeno ad una tappa di qualificazione. Non è quindi scontato che il vincitore delle Survivor Series 2019 sarà lo stesso atleta che si aggiudicherà la finale.
In quali date si correrà?
Il calendario, studiato per evitare concomitanze con le tappe di qualificazione per i campionati europei di corsa campestre e altre importanti manifestazioni di corsa su strada, sarà il seguente:
03 Novembre 2019 – Busto Arsizio (VA) – società organizzatrice Pro Patria ARC Busto Arsizio
10 Novembre 2019 – San Dona’ di Piave (VE) – società organizzatrice ASD Bunker Sport
01 Dicembre 2019 – Imola (BO) – società organizzatrice Imola Sacmi Avis
15 Dicembre 2019 – Milano – società organizzatrice
Passiamo alle novità tecniche
In quest’edizione sono state omologate a quelle dei campionati regionali le distanze di gara delle staffette Ragazzi/e e Cadetti/e, che saranno quindi portate entrambe alla distanza di 3x1000 (contro il 3x2x600 e 3x2x800 dello scorso anno).
E per i…diversamente giovani?
In aggiunta ai round ad eliminazione, dedicati alle categorie assolute, per invogliare alla partecipazione anche i moltissimi master che praticano le distanze del fondo sono stati aggiunti anche dei round loro dedicati, che si svolgeranno al termine proprio della gara assoluta.
Grazie Stefano, io l’anno scorso ho partecipato, ma essendo scarso e vecchio ho preso delle paghe incredibili da ragazzi che potevano essere quasi miei nipoti… Altre informazioni?
Per accorciare i tempi delle gare assolute, e rendere la competizione più serrata dando meno tempo di recupero, sono quindi stati ridisegnati completamente gli orari gara. Si inizierà alla mattina con le staffette giovanili, a cui seguiranno le fasi di qualificazione di tutti gli atleti assoluti e master. In seguito ci saranno i turni eliminatori delle categorie assolute, e in coda alla manifestazione quelle legate ai master. Le iscrizioni alle gare saranno direttamente online tramite la solita procedura sul sito della Fidal.
Con cosa vogliamo concludere?
Terminiamo come avevamo iniziato, ovvero con una conferma. Come lo scorso anno, anche per questo 2019 partner benefico della manifestazione sarà Africa Athletics Onlus www.africaathletics.com, associazione patrocinata da FIDAL che da 4 anni si impegna nel promuovere l’atletica in paesi del terzo mondo, sviluppando progetti di sport socializzazione e cultura. Durante ognuna delle quattro tappe saranno presenti degli incaricati per la raccolta di materiale sportivo (cinesini, ostacoli rotti, pesi, giavellotti, cronometri ecc), vestiario e scarpe da ginnastica di seconda mano. Niente di più facile che mettere i vostri indumenti e le vostre scarpe in lavatrice e portarle il giorno della gara per un riciclaggio solidale. Perché le Survivor Series sono divertenti per tutti, e se si fa del bene lo sono anche di più.
Grazie ancora Stefano e per ogni altra informazione ricordiamo il sito: www.survivorseriescross.wordpress.com
Tor des Géants: sono arrivati in 564
Chiuso il Tor des Géants con l'arrivo degli ultimi corridori, appena qualche minuto dopo il termine delle 150 ore: si tratta di Anna M. Corsico Piccolino (563^ in 150h 11 min) e di Pierre-Hugues Faivre (150 h 13'). Sono giunti scortati da ben 10 "scope", di cui non sono divulgati i nomi.
Stiamo preparando un pezzo con tutti gli ordini d'arrivo per le prime posizioni.
Ai massimi livelli maschili, il Tor 2019 parla ancora in bergamasco. A trionfare è Oliviero Bosatelli, il vigile del fuoco che non è nuovo a questa impresa avendo già vinto nel 2016. Il cinquantenne orobico fa sua la decima edizione della competizione in 72 ore e 37 minuti. Quasi tre ore in meno rispetto alla sua prima vittoria, per quello che possono contare i tempi quando bisogna percorrere 330 chilometri e superare 24.000 metri di dislivello positivo. E lasciateci dire, altrettante discese, non per questo meno facili. Ben distaccati i primi rivali, Galen Reynolds, secondo in 76 ore e 6 minuti e Danilo Latermino, medaglia di bronzo in 79 ore e 9 minuti. Quarto Erwee Tiaan (80 ore e 18 minuti), quinto Lukas Jeens (85 ore e 4 minuti).
Bosatelli ha trionfato grazie ad una condotta molto accorta. Partita la gara domenica 8 settembre, Oliviero ha lasciando l’onere del battistrada a Franco Collé e Peter Kienzl, entrambi poi costretti al ritiro dopo la prima notte di corsa. Va allora al comando il transalpino Romain Olivier, ma alla sosta-ristoro di Donnas, Rosatelli accorcia i tempi ed esce dopo solo 15 minuti dal rifugio. Presa la testa, non la mollerà più fino a Courmayeur dove è arrivato stamattina 11 settembre.
In campo femminile vittoria per l'iberica Silvia Trigueros Garrote, sesta assoluta e che ha concluso in 85 ore e 23 minuti. E' l'unica donna che fino alle 10:25 di giovedì 12 è transitata sul traguardo. A chiudere il podio , nel pomeriggio dello stesso giovedì, sono state Jocelyne Pauly (20^ assoluta in 94h 22) e Chiara Boggio (26^ in 96h 55), autrice di una straordinaria rimonta. Seguono altre otto donne classificate fra il 38° e il 59° posto assoluto. Da notare che Niwa Kaori, a lungo terza donna, è scivolata all'ottavo posto, superata da tre italiane: Elisabetta Negra (38^ assoluta) Patrizia Pensa, Melissa Paganelli. Appena mezz'ora dietro la Kaori è giunta la campionessa altoatesina Annemarie Gross: 102 ore e 20 minuti il suo tempo.
Alla mezzanotte di giovedì hanno concluso la loro straordinaria fatica 69 atleti, anzi forse è meglio definirli superatleti. Venerdì mattina alle 7,12 è giunto il centesimo, Elio Foiadelli; alle 13,21 il centocinquantesimo, Michele Balestri, che dunque ha impiegato cinque giorni e poco più. Alle 9,15 di sabato 14, mentre chiudiamo provvisoriamente questo aggiornamento, è arrivato il 357°, Pietro Colamartino da Celano, con un tempo di 141 ore e 9 minuti complessivi. Altri 580 sono ancora in corsa, mentre il numero dei ritirati continua forzatamente a salire e ha raggiunto i 366: tra essi, nomi eccellenti sono quelli dei già citati, il valdostano Franco Collé (vincitore nel 2015), e l'altoatesino Peter Kienzl; poi della bergamasca Lisa Borzani, già due volte vincitrice di questa competizione. I "superstiti" narrano di una temperatura scesa a -15 sul Col Loson, il punto di massima elevazione della gara coi suoi 3300 metri. Ma l'impressione è che a questo punto nessuno voglia ritirarsi e punti in ogni caso a Courmayeur; è più probabile che ci siano dei fuori-tempo massimo (categoria da guardare con molto rispetto, gente che non si arrende mai) piuttosto che degli abbandoni.
Si è già chiuso il "Tor 130", fratello minore (come intuibile dal chilometraggio) della gara più massacrante, con 197 finisher e 223 ritirati: primi, i locali Giuliano Cavallo (23h 01) e Marco Bethaz (24h 17); prima donna, Marina Cugnetto in 28h 53.
Per chi volesse seguire in diretta gli arrivi a Courmayeur, ecco il video in onda su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=J9LQznKkVmQ, rilanciato dal sito ufficiale della manifestazione https://www.tordesgeants.it/it/news/
Il Miglio di Segrate trasloca alla Scuola Leopardi
Prima che termini l’estate è giusto che ricominci il Club del Miglio. L’ottava tappa del circuito sarà il “1° Miglio di Segrate” e andrà in scena il prossimo 21 Settembre. Originariamente previsto presso il Centro Sportivo Saini, a causa dei lavori di manutenzione dell’anello di atletica, l’evento ha dovuto trovare un’altra sede. Lavori che certamente non malediciamo, in quanto vanno a sanare una situazione che aveva ormai costretto da anni a revocare l’omologazione dell’impianto. Tanto è vero che se si fosse corso ancora al Saini, si sarebbe verificata la strana situazione di correre in pista una manifestazione etichettata come su strada con eventuali record non omologabili.
Gli organizzatori dell’Atletica Segrate non si sono persi d’animo ed è stata trovata una bella e ben servita soluzione alternativa presso le Scuole Medie Leopardi, in via San Rocco. Si partirà ed arriverà sulla pistina dell’istituto, mentre il resto del percorso sarà su asfalto o sterrato nel piacevole scenario del parco centrale della cittadina milanese.
Ritrovo previsto per le ore 14.30 e già alle 15 partirà la rumba delle batterie con gli Esordienti e le altre categorie giovanili, su distanze ridotte. Verso le 17 sarà la volta di Allievi e tutti i master/assoluti. Per altre informazioni potete sintonizzarVi su questi siti:
Canelli (AT): continuiamo così, facciamoci del male
L'8 settembre a Canelli si è disputato il Campionato Italiano assoluto sulla distanza dei 10 km. Ad ospitare la prova è stata la “Corsa sulle strade dell’Assedio di Canelli”. Gara che si svolge nelle strette, sottolineiamo strette, vie centrali della cittadina astigiana da anni. Manifestazione che aveva sempre avuto una dimensione locale, mentre questa volta doveva fare i conti con numeri ben diversi dal solito.
E’ successo di tutto. Spiace usare un'espressione forte e peraltro già impiegata in altri nostri articoli, in occasione di altre rassegne nazionali. Abbondantemente organizzate e generosamente distribuite sul territorio dalla FIDAL. Stavolta con l’aggravante che al posto dei soliti master, abituati ad essere dei “can da bòtte”, erano di scena gli assoluti. La crème della nostra atletica.
Gli assoluti non sono stati fatti entrare a tempo debito nelle griglie di partenza, ma lasciati a scorrazzare oltre la linea del via. Poi si è perso un quarto d’ora per spingere tutti indietro, come acciughe. Ovviamente quando si è partiti, schiacciati e sullo stretto, ci sono state delle cadute. Un atleta ha avuto una spalla lussata e stante il fatto che l’ambulanza era già impegnata in un altro intervento, ha dovuto attendere mezz’ora prima di essere soccorso e 45 minuti prima che i sanitari gli risistemassero la spalla che era uscita dalla sua sede. L’ambulanza ha finito per bloccare il percorso e quindi dopo un giro, ovvero dopo aver fatto correre gli atleti per oltre 3 chilometri, la gara è stata interrotta. Fermi ragazzi, abbiamo scherzato. Adesso ricominciamo… Ci sono volute altre due ore prima che fosse data una seconda partenza, con tanti saluti alla preparazione pre-gara, alimentazione, riscaldamento e compagnia bella. Al secondo tentativo è filato tutto liscio, anche perché nel frattempo oltre un centinaio di partecipanti avevano deciso di averne viste abbastanza e se ne erano già tornati a casa... Le prove giovanili, femminili e master hanno avuto altri inconvenienti, tra ritardi ed approssimativo conto dei giri, ma non ci perdiamo in dettagli, la frittata più gustosa ve l'abbiamo già descritta.
(Si veda http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/4787-assoluti-di-canelli-cronaca-di-un-naufragio.html )
Ma continuiamo così, facciamoci del male, senza una efficace supervisione da parte della FIDAL dell’organizzazione e della messa in pratica delle linee guida da osservare in occasione di queste manifestazioni. Linee guida che forse non sono nemmeno così complete, o vengono disattese senza nessuna reazione federale, visto il ripetersi di queste figuracce.
Jennifer Smith è l’atleta più pesante al mondo ad aver completato una maratona
In attesa che il Guinnes dei Primati, “certifichi” il record, riportiamo la notizia che arriva dagli USA e più precisamente dalla cittadina di Clinton nello stato dello Iowa, dove si sono svolte le “Mainly Marathons Heartland Series”. Una manifestazione che organizza 42 chilometri per diversi giorni consecutivi. Se vogliamo, sono i cugini americani della “Dieci maratone in 10 giorni” che si è appena svolta sul nostro lago d’Orta.
Il quinto giorno, lo scorso 23 Agosto, ai nastri di partenza si è portata anche Jennifer Smith, non prima di salire sulla bilancia che ha registrato il peso di 346 libbre, equivalente a circa 157 chilogrammi.
Sostenuta ed anche accompagnata da parenti ed amici ad ogni passaggio dei dodici giri previsti, la donna che ha avuto un passato molto complicato tra bulimia ed un incidente che l’ha costretta a letto per parecchio tempo, è riuscita a completare la prova.
Si è trattata in sostanza di una lunghissima camminata, durata 11 ore e 50 minuti, ma questo poco importa, così come l’omologazione del record. Ciò che conta è averla stimolata al movimento e lanciare un messaggio positivo a tutti coloro che si trovano in analoghe condizioni. Uscire dal suo guscio per fare del moto, non può che far bene. Nel frattempo Jennifer sta già pensando al primato sui 50 chilometri.
Speriamo solo che chi vuol battere il suo record, basato sul peso a non sulla prestazione cronometrica, non progetti d’ingrassare per diventare più pesante di lei!
Completa maratona trainando un’auto per beneficenza
Avete presente quando Vi sentite particolarmente stanchi e fate fatica a finire un allenamento? Oppure in maratona Vi sembra di trascinare un auto, tanto avete le gambe pesanti? Ebbene, c’è chi i famosi 42,2 chilometri li ha fatti tutti rimorchiando una BMW da 1,7 tonnellate.
Autore dell’impresa è stato l’ex marine Max Glover lo scorso 3 Agosto presso il circuito Bruntinghthorpe Proving Ground nel Leicestershire, a sua disposizione per 24 ore, il tempo cui è durata la prova.
Il britannico ha fatto questa faticaccia con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore di Julie Parker un’amica affetta da una rara malattia e che recentemente è stata operata. La Parker soffre infatti di una rara condizione chiamata carenza di alfa-1-antitripsina, il che significa che le manca un inibitore dell'enzima protettivo che la rende più vulnerabile al fumo, alla polvere e ad altri materiali tossici. Ciò aumenta il rischio di malattie polmonari. A causa della sua malattia ha appena subito un doppio trapianto polmonare, ma ora sta molto meglio.
Il ricavato della giornata sarà destinato ad un ente benefico di Harefield, consentendo ad altri pazienti di ricevere trapianti salvavita. Glover invece ha deciso di rinunciare all’abbonamento con l’ACI. Nel caso la sua auto restasse in panne, prenderà l’imbracatura nel baule e ci penserà lui stesso a trainarla alla più vicina officina ;-)