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Giu 10, 2023 878volte

Corsette modenesi: il top di Magreta e il flop di San Damaso

Soraya osservata da Rambo, Alessandra, Margherita ecc. Soraya osservata da Rambo, Alessandra, Margherita ecc. Collage di Roberto Mandelli da originali di Teida Seghedoni

Modena, 8-9 giugno – Il mese più ricco di corse, guardando più alla quantità che alla qualità, ha celebrato la sua seconda settimana con due ritrovi non competitivi nel raggio di una dozzina di km dal capoluogo, alle 19,30 del giovedì e del venerdì.

Buon successo ha arriso alla Corrimagreta dell’8 giugno, con 636 iscritti a questa gara, ufficialmente non competitiva, ma che alla fine ha visto sul podio una discreta serie di meglio classificati, cominciando dall’enfant du pays Filippo Capitani (Modena Runners, anche duatleta e triatleta) che ha stradominato giungendo al traguardo in gran fretta per riprendere in braccio almeno uno dei suoi gemelli, portati nel frattempo a spasso dalla mamma Chiara Zini (lei pure atleta, ma attualmente un po’ ‘impedita’ quando corre il coniuge).

Sebbene Magreta non sia certo una delle località più turistiche della zona, il percorso è stato abbastanza gradevole, una volta uscito dall’area urbana in direzione nord (cioè verso Modena ovest), con giro di boa intorno a Corletto dove si passa anche con la camminata di Cittanova: prevalenza di campi di grano e frumentone, ancora verdi ma in buona salute, con allevamenti suini, più una antica latteria ormai dismessa e contrassegnata da un cartello “Vendesi” di improbabile esecuzione.

Organizzazione molto attenta curata dalla Formiginese (Bevini, Reginato e il dottor Soli über alles, ma anche la presenza di Marco Bortolotti era un valore aggiunto) e dall'Associazione Magreta Eventi, che gestiva soprattutto il lato festaiolo cominciando da un buon parcheggio gratuito a fianco della festa e dell’immancabile tendone gastronomico; grande quantità di segnalatori lungo il percorso di 9,5 km (più il ridotto di 3,5), chiusura assoluta al traffico salvo un paio di trattori che facevano il proprio mestiere.

Al ristoro intermedio ci è stata offerta, da una bella e invitante signora, perfino della birra fresca; più avanti, un privato offriva pignoletto. I due miseri euro richiesti per l’iscrizione sono andati in beneficenza, eppure ci è toccata una piada, oltre al ristoro finale col tè decisamente saporito servito da una Simonetta in ottima forma, come lo erano Alle-Simo, altri eroi locali di lunga lena appena tornati dalle 4 maratone in 4 giorni, e una Alessandra Fava decisamente ai massimi livelli tanto da meritarsi vari primi piani di Teida.

Cittanova, come al solito, dalla accogliente tenda che lo incorona primatista come società con 73 iscritti, tre in più della Formiginese; quanto all’aspetto bassamente agonistico della lotta per il trecentesimo posto, solito ordine d’arrivo con Maurito Malavasi che precede papà Paolino, Mastrolia, Margherita vincitrice di Vezzano, Rambo e staccatissimo Gelati. Prima era arrivato Verzoni, che però ha dichiarato di aver fatto il giro corto e, che se rinascerà, farà il ciclista, perché “mentre pedali puoi anche mangiare”.

Molti, molti meno (circa 250) eravamo venerdì 9 a San Damaso per una camminata annessa al festival dell’Unità (o come si chiama adesso). Cattiva scelta quella di mettersi in concomitanza con la gara omologa a Crespellano (Bologna: Bonaccini contro Schlein?), ad appena una ventina di km, più dotata paesaggisticamente, tanto che ci sono andati perfino Giangi e la Teida, e pure competitiva (con successo di Lofti Gribi, altro Modena Runners).

Scelta della data, oserei dire, poco intelligente dato pure che l’indomani, sabato, a Modena non si corre (e nemmeno domenica mattina); e siccome lo scopo principale di queste gare è far restare i podisti a cena, mi sa che sia stata punita come meritava, anche dalla pioggia arrivata (seppure per breve tempo) proprio quando gli ultimi stavano arrivando (mi pare sia stato l’ex boss Occhetto a dire che Dio punisce col diluvio gli imprevidenti).

Peccato, perché il giro (di 8.4 km, oppure di 6 o di 3) non è male, sebbene conosciutissimo per varie gare durante l’anno: dopo aver costeggiato i ruderi di quello che fu il ristorante l’Americano (dove in una cena di classe fine anni Sessanta trovammo le Orme e da licealini bigotti li sbeffeggiammo per i capelli lunghi cantandogli addosso con la voce di testa per accusarli di essere… una cosa che oggi non si può dire), per un paio di km si sale sull’argine del Panaro, per poi scenderne percorrendo la campagna contigua al Ponte S. Ambrogio, lungo stradette tranquille e comunque ben presidiate, anche da vigili. Due euro e mezzo, stavolta, in cambio di una confezione di merendine; al ristoro, squisiti i pezzi di torta; anche Soraya Pozzi, presente ieri a Magreta e oggi qui, ha apprezzato, malgrado l'assenza di Giangi la cui sentenza, in italiano da migranti, è stata "così bella corsa San Damaso che nessuno fatto foto" (ciao mama).

Rambo e Valentini (ancora una volta primi di società, ma con una trentina scarsa di iscritti) si affrettano a smontare la tenda per non farla bagnare dalle prime gocce. Domani, come si è detto, riposo; in compenso, domenica, doppietta reggio-modenese, con Castellarano al mattino e Freto (zona Madonnina ed ex festival dell’Unità; ma qui per la sagra parrocchiale) nel tardo pomeriggio.

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