Spariscono le corse? ci salvano Castelnuovo, il Maialino e il Lord
26 luglio – Se guardo i calendari podistici per questi stessi giorni di qualche anno fa, sono preso dalla nostalgia: per Sant’Anna era tutto un proliferare di corse, dal campionato nazionale di retrorunning a Poviglio, alle varie camminate per le sagre patronali delle frazioni con questo nome, alle corsette del festival del giornale che c’è ancora ma di un Partito che non c’è più perché nessuno “lo vede arrivare” al traguardo delle elezioni.
Adesso niente, per fare un po’ di moto collettivo ci si deve affidare a iniziative, diciamo, exlege, fuori dai circuiti consueti: e se nella bassa bolognese c’è Alessio Guidi, a Castelnuovo Rangone (una dozzina di km a sud di Modena, centro mondiale o quasi dei salumifici) c’è Lord Colombini, coalizzatore di gruppi come “Movimento è salute” o “Muovi Castelnuovo” che quasi quotidianamente allestiscono i “treni del buon risveglio” (niente a che vedere con le speculazioni commerciali e becere delle cinquettrenta) o la ginnastica posturale nel parco, e tutti i mercoledì sera alle 20,30 mettono su camminate per le frazioni del paesone, facendo conoscere o vedere sotto una luce diversa luoghi che (visti di giorno) giustificano la loro assenza dalle guide turistiche.
La sera di S. Anna a Castelnuovo era l’ultimo appuntamento prima del rompete le righe agostano, e ad occhio eravamo in centocinquanta radunati attorno al maialino, il monumento in bronzo tra la chiesa e la torre, dedicato al principale sebbene involontario e poco consenziente protagonista dell’economia locale (in realtà, con un maialino di quelle dimensioni si fanno più selfie che prosciutti).
Lord arringa la folla da un piccolo balcone, quasi piazza Venezia, illustrando il percorso che ricalca in parte le Camminate dei Salumifici tradizionali il 1° maggio: dopo un paio di km su stradetta tranquilla, preceduti da staffette ciclopedonali e con addetti ad ogni incrocio o deviazione (tutti diretti da Lord con autorità da Pari d’Inghilterra, cui Harry e Meghan fanno giusto un candido baffo), si entra nella zona-Tiepido, ottimamente servita da una ciclopedonale sterrata sulla quale solo il sottoscritto, ormai, ricorda che decenni fa venne fatta una corsa ufficiale la domenica pomeriggio.
Oggi la consegna sarebbe di camminare, non correre: però i pacemaker sono due atleti di lusso, il Dino delle scarpe chiodate e il Nube produttore di marmi e graniti, e la loro “marcia” puntatacco si estende a 6:30 /km, andatura che perfino qualche tapascione faticherebbe a raggiungere. Chiesta licenza a Lord, ottengo di poter correre, anche se alla fine una amabile signora mi accuserà di tradimento sia pure risparmiandomi la fucilazione alla schiena.
Il percorso “lungo” supera di poco i 10 km, portandosi sulla riva sinistra del torrente attraverso il ponticello già reso famoso da camminate ora non più esistenti in servizio al suddetto Partito non più esistente (anzi nemmeno più nominabile perché la prendono come un’offesa): siamo a Portile, paese che ha ottenuto di poter cambiare nome dall’originario Porcile che meglio rispecchiava la sua vocazione produttiva (anche noi liceali sessantottini ma perbene, per non cadere nel turpiloquio, dicevamo ”che portata!” quando il prof ne diceva una grossa). L’orizzonte si fa rosso, quando si passa da un agriturismo pieno imballato (ah, la crisi, l’inflazione, le famiglie che non arrivano alla fine del mese, il governo della malavita che affama i percettori del Reddito…), poi un breve tratto, sempre guidato da staffette a loro volta messe in riga dal Lord, per strada asfaltata, fino a tornare al ponticello ligneo (bè, si potrebbe anche guadare i 10 cm d’acqua) e riprendere la carraia in senso opposto.
Nel frattempo, è arrivato il più bel chiaro di luna, come diceva Manzoni stemperando l’angoscia nella notte degli imbrogli (e voi leggete Saviano e la Murgia? Vergognatevi); accendiamo le lucine mentre lontano, alle nostre spalle, si vedono lampi e fulmini che dall’alto Micio Cenci riprende e posta. Come ulteriore atto di indisciplina mi permetto di allungare il percorso fino alla pieve romanica di Santa Maria sul Tiepido, certamente il monumento più notevole della zona sebbene inglobata e recintata in una megavilla dalla quale forse esala il profumo dei salumi.
Era un altro dei percorsi colombiniani, che in breve riporta ai marmi & graniti Nube ed al maialino. A fianco, nella sede del circolo Caos (che credo voglia dire Cultura Ambiente Opportunità Solidarietà), c’è un gradito ristoro con tè saporito e anguria a gogò: lo stesso luogo dove, anni fa, il ristoro dopogara lo serviva una apprezzatissima signora di una terra confinante, che forse non del tutto amabilmente mi rimproverò per aver espresso dubbi, su queste pagine, a proposito del suo malfidente fidanzato di allora. Ma la apprezzatissima ex stasera non c’è, e dobbiamo farcene una ragione: ci basta un nostalgico saluto a William Mazzi, ex maratoneta di lungo corso di cui è rimasto in una cassetta VHS il video dello sprint, sulla pista di Klagenfurt al termine della Woerthersee Marathon, nientemeno che con Ross Brevini reduce da un’altra notte degli imbrogli in un albergo dalla popolazione “strana”.
Grazie a Lord Colombini e alle sue entusiaste collaboratrici, il fine luglio di Castelnuovo ci ha regalato un confortevole arrivederci, al pio colono augurio di un più sereno dì.
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