Portile inaugura le corse di quartiere del dicembre modenese
3 dicembre – E siano benedette le camminate di quartiere! Anche se il nome è ormai un eufemismo, ricordo di una stagione gloriosa quando i quartieri di Modena, e le relative camminate, erano 8 o magari anche 12, facendo perno sulla Ghirlandina, e nelle fredde domeniche invernali ci si riappropriava della città, di via Verdi, di piazza S. Agostino, del Tempio, di piazza Roma, delle mura… Adesso, delle quattro camminate programmate per tutto dicembre, fino all’ultimo dell’anno, nessuna si svolge in centro, l’unica urbana è nel quartiere San Faustino – zona artiglieria e Parco Ferrari, insomma media periferia – le altre si svolgono in frazioni (Cognento, Saliceto Panaro) staccate dalla città (oltre la cerchia delle tangenziali), a cominciare da questa inaugurale che, partendo da una località che si è fatta cambiare il nome rispetto a quello ufficiale di “Porcile”, addirittura si dipana per la maggior parte fuori del territorio modenese, in comune di Castelnuovo Rangone.
Felix culpa, si commentava lungo la ciclopedonale del Tiepido (sponda castelnovese) con Max Nube e Lord Colombini, che questi percorsi ha inventato per la sua camminata del 1° maggio e settimanalmente li pratica in affezionata compagnia serale di camminatori: “ma sì, gliel’abbiamo concesso”, diceva il Lord. E meno male, perché il giro lungo di 10,3 è molto gradevole nel tratto di Castelnuovo, e se non altro diverso dai soliti nella prima e ultima parte modenese, assolutamente tranquilla e senza traffico: i più anziani lo ricordano anche per le camminate del salumificio di Paganine e di un festival dell’Unità anch’esso consegnato alla memoria dei tempi duri e puri.
Iscrizione gratuita, partenza nell’ora civile delle 9,30, baciata dal sole (anche se i tanti vecchiardi insonni partono mezz’ora e più prima), e al traguardo ti danno addirittura mezzo kg di pasta e un buono-spesa da 5 euro (dunque, per chi fa il conto della serva, spendi di più se resti a casa). Oltre tutto a metà – per la cronaca, in territorio di Castelnuovo – c’è un ristoro con tè bello carico e caldo: mi sono chiesto come avrebbe fatto Giangi a chiedere il rimborso della quota di iscrizione… Ma per evitare imbarazzi Giangi aveva scelto altri lidi.
Supporto tecnico agevolato dal vecchio campione, ora scarparo di classe, Pietro Boniburini da Cavriago, che ha fornito l’arco gonfiabile del traguardo (e poco importa se glie l’hanno montato alla rovescia, cioè si parte sotto la scritta “arrivo” e si arriva sotto la scritta “partenza”): non ha ancora digerito la sconfitta della Reggiana a Modena, ieri, e si consola con una pagina falsa e ruffiana della “Gazzetta dello sport” che proclama la Juventus capoclassifica.
Disponibili a fianco un utile parcheggio (però non segnalato sulla via principale) e spogliatoi riscaldati, con possibilità di fare la doccia e di leggere le tattiche dell’Allegri di Portile in un tabellone murale che Mandelli (juventino pure lui, ma combattuto nell'amore della natia Monza) ha inserito nel collage qui sopra: un 4-2-3-1 dove i due centrocampisti arretrati Giovanni e Dade devono allargare su Ivan e Patta, i quali scatteranno alle estreme e crosseranno per Fausto, con Domenico appena dietro pronto a riprendere le respinte della difesa (l’ha copiato Mazzarri in serata, mettendo Raspadori dietro Osimhen, coi mirabolanti risultati che sappiamo). Quelli molto, molto vecchi ricordano quando DS del Portile era Emilio Ghelfi, ex “ciabattino del Modena” (come si definiva, perché aveva fatto le scarpe su misura a Brighenti e Pagliari, Ottani e Goldoni), la cui botteguccia di Corso Vittorio era la sede principe per il Processo del Lunedì; mentre qui vicino sta la fabbrica Richeldi il cui custode era Elio Grani da Vignola, roccioso stopper di Torino e Catania (in coppia col reggiano Fantazzi). Quanto all’attualità, è presente a Portile il quasi-direttore della tribuna del Braglia, nonché speaker di lusso (altrocché il povero Stefano della Nasi…), Giorgio Reginato, pure lui custode di memorie storiche del podismo. Come ne custodiscono Emilio Borghi e Vittorio Collese: insomma, anche a Porcile/Portile si ravviva la storia del nostro sport umile e ricco.
Oltre tutto, la lochèscion della corsa è utilissima per la tappa successiva (chissà se qualcuno l’ha fatta di corsa, in preparazione alla maratona di domenica prossima), fino al centro di Castelnuovo dove, all’ombra (si fa per dire) del monumento al maiale si svolge l’annuale fiera gastronomica, con l’ennesimo zampone da Guinness e soprattutto distribuito gratuitamente insieme ai fagioloni, che sono “la sua morte”, e a un ottimo grasparossa fermo. Eccellente organizzazione anche qui, come conferma (ma guarda un po’) la presenza di Giangi, che a Portile non si è nemmeno fermato e qui raggiunge il suo domenicale appagamento dei sensi.
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