La prima volta del Cerviarun: per 855 competitivi
24 marzo – Cervia non è nuova a competitive di lunga lena: almeno fino al 2022 si è corsa l’Ecomaratona del Sale, benedetta dallo stesso Fantini Club davanti a cui si è svolta la mezza di oggi; e andando molto più indietro ricordo una 30 km trail fino a Ravenna, e una 21 corsa un sabato pomeriggio in abbinamento a manifestazioni ciclistiche.
Punto e a capo: in questa prima domenica di effettiva primavera, con un bel sole, 14 gradi in partenza, e alla fine la tentazione di mettere almeno le gambe in acqua, si è ricominciato con il Cerviarun, potrei dire sul modello dell’antica e tuttora vivente Strarimini, con un doppio giro tra lungomare e un viale parallelo interno, con la digressione obbligata del passaggio verso la vecchia zona del nucleo storico e dei magazzini del sale per recuperare il ponte sul canale che separa Cervia da Milano Marittima; qualche chilometro anche qui (bastava poco e si sarebbe arrivati al Papeete…), e ritorno per l’altro ponte al rettilineo d’arrivo.
Percorso quantificato in 10,5 km, in realtà qualcosa di meno perché chi ha fatto il doppio giro risulta aver corso per 20,700 (e 38 metri di dislivello, confermati anche da un sito ufficiale https://www.openrunner.com/route-details/18070403?utm_medium=embed&utm_source=www.cerviarun.it : non esattamente gli zero metri decantati da altri siti). Insomma, a voler trovare il pelo nell’uovo, non è una half-marathon i cui tempi siano validi per le statistiche della Fidal; però c’era un sacco di gente, tant’è vero che gli organizzatori già da qualche giorno avevano dichiarato il tutto esaurito (pardon: si dice sold-out altrimenti non ti prendono sul serio) con più di mille iscritti. E questa mattina, la fila al ritiro pettorali e nuove iscrizioni non competitive era talmente lunga, e forse gestita in modo non ottimale, che il via è slittato di mezz’ora, addirittura alle 10.
Il percorso abbastanza scorrevole (salvo un tratto a Pinarella, infestato da buche e radici, e la zona attorno al canale, non asfaltata ma lastricata) ha favorito prestazioni di un certo rilievo, ad esempio il netto successo di Andrea Bonoli (Dinamo Sport) con 33:54 nella 10 km, in vantaggio di 1:21 su Federico Casadei (Castel S. Pietro) e di 1:41 su Francesco Peccerillo (Potenza Picena).
Alle loro spalle è giunto, primo delle M 50 e degno capofila dei tantissimi modenesi scesi fin qua a 140 km di distanza da casa, Fabrizio Gentile, potentissimo M 50 dei Modena Runners, in 36:22 (la cui giovane sposa, Elisa Ragazzi, ha continuato per un altro giro arrivando ottava assoluta, e seconda F 35, in 1:33 nella mezza). Intanto, poco dietro nel giro unico, arrivava il quasi omonimo modenese Maurizio Gentile della Fratellanza, che ha messo in fila gli M 55 con 37:20. Il gruppo è stato chiuso da un ennesimo Modena Runners, il camminatore Massimo Bedini 200° su 200, in 1.53:55.
Un’altra Modena Runners, Lucia Ricchi (F 40), ha dominato la gara femminile, con 41:17 e 2:22 sulla seconda, Lara Orlandi del Castel S. Pietro.
Modenesi in evidenza pure nel doppio giro, cominciando da quanti hanno corso la 21 in staffetta da due: la coppia mista Andrea Baruffi / Aurora Imperiale ha vinto in 1.20:12, preceduta solo dalla coppia maschile vincente Gianluca Scardovi / Riccardo Dall’Osso (1.11:23); mentre la dolce metà di Baruffi, la sempre sorridente Sonia Del Carlo, in coppia con Sara Calzolari ha vinto tra le staffette femminili con 1.41:23.
Il clou della gara individuale sulla quasi-mezza è stato dominato da Luca Facchinetti (Potenza Picena) in 1.07:53, con 2:44 su Enrico Bartolotti (Avis Castel S. Pietro, altra società solita mietere allori in campo regionale), e 3:33 su Fabio Gervasi (Minerva Parma), su un totale di 446 arrivati.
La collezione dei trofei dei Modena Runners si è arricchita col primo posto M 50 del dottor Giacomo Carpenito, in 1.21:18; qui, addirittura ai piedi del podio è finito Giorgio Calcaterra, pettorale 1 ma quarto M 50 in 1.23:32.
Le 167 donne della 21 sono state regolate dalla F 45 Giorgia Bonci (Liferunner) in 1.24:45, quasi cinque minuti davanti alla molto più giovane modenese Laura Bertoni (Fratellanza), e oltre 6 sulla terza, Lucia Terlizzi, veneta di Taglio di Po. Derby del Secchia in fondo, dove la Modena Runners Simona Neri con 2.45:14 relega all’ultimo posto la reggiana Natascia Messori.
Organizzazione nel complesso migliorabile: a parte la misura del percorso e il ritardo della partenza, direi che i ristori potevano essere forniti un po’ meglio della sola acqua (riempita da taniche) e mele (un bicchiere vuoto sul tavolo aveva tracce di tè, ma evidentemente non ce ne sarà stato moltissimo). Al traguardo, in compenso, un ristoro, per quanto nascosto verso la spiaggia, offriva piatti di pasta con tre condimenti e bottigliette d’ acqua; chi voleva tornare indietro sul percorso di un centinaio di metri avrebbe trovato le solite mele… (naturalmente giudico da quanto ho visto io, che sono arrivato oltre la cinquecentesima posizione; magari i primi avevano di tutto). Svolta seriamente la custodia dei bagagli: potevamo ritirarli self service, ma all’uscita un addetto riscontrava il nostro pettorale col numero attaccato alla borsa.
Docce a oltre un km, ci hanno rinunciato quasi tutti (se vai fin là e poi le trovi fredde, che ci guadagni?): mi sono adattato a una delle docce “da spiaggia” (però chiuse e dotate di un certo confort), sebbene decisamente freschine, dell’attiguo club Fantini. Anche i nostri parcheggi, mediamente, abbiamo dovuto trovarli a un km almeno dal via: questo perché la chiusura al traffico del tracciato - decisamente encomiabile - era tanto assoluta che già un'ora prima del via erano sbarrati tutti gli accessi verso la zona mare.
Speaker molto impegnato e chiassoso, con abbondanza di adrenalina (la parola più citata nel suo eloquio), ma indubbia abilità nel condurre le lunghissime premiazioni di categoria, da cui sono stati esclusi solo gli over 70 intruppati tutti coi sessantacinquenni: peccato, perché sarebbe stata la volta buona che Paolino Malavasi da Modena, domenica scorsa finisher alla maratona di Roma, col suo 1.57 saliva sul podio. Avari.
20 euro la quota di iscrizione per la 21, non elevatissima stando a quanto si è visto nelle ultime settimane; pacco gara scarsino, e nemmeno la medaglietta per gli arrivati. Ma, come dicevano le nostre vecchie, la prima volta si perdona, la seconda si ragiona, alla terza si bastona. C’è tempo.
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