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Giu 08, 2024 1280volte

“Unità” a Sorbara: “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo…”

La grande Ilva contornata dai soliti noti e da una splendida new entry La grande Ilva contornata dai soliti noti e da una splendida new entry Roberto Mandelli

7 giugno – C’era una volta il Trofeo Berlinguer, benemerita risposta modenese al Challenge (pronuncia: sciallànsg) bolognese, cioè raggruppamento delle corse estive tardopomeridiane che si disputavano anche in paesini minuscoli o in parchi pubblici, a fianco dei festival dell’Unità. Istituzione, ripeto, benemerita, che consentiva di allenarsi in compagnia e in allegria, e per chi voleva, farsi poi una cena a prezzo apparentemente economico, sebbene di qualità discutibile, partecipando magari pure agli eventi “culturali” annessi a quel festival.

(Ricordo una sera, tra gli anni 80 e i primi 90, che a Bosco Albergati, luogo d’incontro di Berlinguer e Challenge, sentii i Nomadi in una delle ultime esibizioni di Augusto, che cantava “Un vecchio e un bambino” che il batterista accompagnava come se fosse “libiam nei lieti calici, zumpappa zum”).

C’era anche un’entente cordiale fra i due coordinamenti, che si spartivano i giorni della settimana in modo da evitare sovrapposizioni (martedì e giovedì da una parte, mercoledì e venerdì dall’altra), così Peppino Valentini poteva indirizzare la sua tenda, o meglio la sua Open arms del podismo, a Sorbara come a Crespellano, a Paganine come a Zola Predosa, a S. Anna di S. Cesario come a Calcara…

Ah, quel campo largo di una volta! Oggi invece, alle 18.10, quando cominciavo a fare i piani per arrivare a Sorbara appena in tempo per la gara (e prendermi l’usuale sgridata di Paolino: et riv seimper a l’ultem minòtt!), mi raggiunge un whatsapp di Giangi: “Oggi vai Crespellano BO. Io NO troppo caldo 29 gradi ombra ore 18,00 a Campogalliano Mo”. Bravi: di corse dell’Unità ce ne sono sempre meno in regione (oltre tutto, l’Unità non è più il giornale del Partitone), e le andate anche a sovrapporre? Continuiamo pure a farci del male, diceva Nanni Moretti, che aggiungeva: con questi non vinceremo mai!

(Google mi avverte che le stesse cose le avevo scritte un anno fa, quando a far le spese della concorrenza era stata San Damaso: ma evidentemente la storia non serve a niente) .:Podisti.Net:. - Corsette modenesi: il top di Magreta e il flop di San Damaso

Sebbene Crespellano sia una delle corse più belle di tutto il Sciallànsg, opto per la più comoda Sorbara (quantunque la tradizione corsaiola locale non sia delle migliori: un anno, perfino il povero Rispoli, che non risparmiava elogi a nessuno, sbottò in "ma sono corse queste?"). Sbarco a dieci minuti dalla partenza (19,45), e con grande sorpresa riesco a parcheggiare nel piazzaletto appena davanti al baraccone (baracchino: grande come casa mia), mentre in anni passati dovevo cercare posto a 200 metri o più. Il tempo di spogliarmi e lasciare la borsa da Valentini, che mi accompagna col solito “Vai tranquillo!”, e lo speaker dice “Cinque minuti alla partenza!”. Sì, ma dove sono i podisti? Sembra quasi un ritrovo tra vecchi compagni di classe, ci conosciamo tutti (Mac, Paolino & Maurito, Rambo e Mastrolia, Morena e l’attraente new entry Cristiana Pradelli, Pivetti, Marco Medici, “Mastrolindo”, Antonio Ragazzi, qualche maglia gialla del Finale e verdina dell’Albareto): ci contiamo, siamo 40, e uno chiede “Fate l’appello?” (Lucio, assente ingiustificato!).

Mi viene in mente una poesia luzzarese di Zavattini che dice all’incirca: A jò vist un funeral acsè puvrètt – ch’an gh’era gnanc al mort – la zent adré a sigava – in mes a la fumana. Nemmeno un gatto di fotografo: di questo passo, arriveremo a una gara podistica senza podisti? Sconsolata l’Ilva Guidetti, che tante corse festivaliere ha organizzato, e che oggi merita la foto di copertina: “almeno loro hanno avuto il coraggio di farla; io a Fossoli non l’ho avuto”.

Si parte, il giro “lungo” annunciato di 8,5 risulterà alla fine di 7,2 perché ci fanno saltare l’ultimo ricciolo attraverso le strade di Sorbara intitolate a vini concorrenti come Chianti, Vernaccia e Moscato. E’ un ricordo ormai lontano il ristoro ‘privato’ verso il km 6 dove davano bicchieri di lambrusco; come pure la bottiglia in premio finale: siamo ormai stabili sul mezzo kg di pasta (d’altronde, con 2 euro di iscrizione cosa pretendete? un Mimmo Lucano?), più un buono sconto per la cena nel baracchino adiacente: visti i prezzi (1 euro per un gnocco fritto senza condimento, 3.50 per le patate fritte, 16 per la frittura di mare), la fila per la cena è forse inferiore al  numero dei podisti (che, conteggiando i camminatori-anticipatori, saranno stati 70 o 80).

Le cose più belle sono i convenevoli del dopo-gara: se Morena Baldini rifiuta di farsi una foto con Maurito Malavasi perché questi è a torso nudo (e chissà se sotto l’accappatoio ha qualcosa), Mastrolia invece accetta il ritratto insieme alla simpatica Cristiana (entrambi vestitissimi, e con la mamma di lei che sorveglia da lontano), la quale dà appuntamento a Castellarano domenica mattina. Giorno in cui si potrà addirittura fare la doppia, con ritrovo a Freto nel pomeriggio, per una sagra nei pressi di dove sorgeva uno dei più potenti festival del mondo: podisti proletari di tutto il mondo, unitevi!

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