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Set 22, 2024

40^ Fanano-Capanna Tassone, per pochi nostalgici

Lolo, Isabella, Ettore, le gemelle e gli altri Lolo, Isabella, Ettore, le gemelle e gli altri Roberto Mandelli

22 settembre – “Quarant’anni e non sentirli…”, “i miei primi quarant’anni”, sono le frasi fatte per nascondere l’inarrestabile avanzare dell’età e il conseguente decadimento. Se poi arriviamo, come in questi giorni, a celebrare mummie parlanti come la signora Senzafine, e i suoi coetanei, tutto è lecito; eppure, essendo tornato per nostalgia alla 40^ Fanano-Capanna Tassone (ma adesso il luogo è stato ribattezzato “Capanno Tassoni”, in ossequio a chissà quale filologia), dove avevo già corso nella 17^ edizione del 1996 e nella 22^ del 2002, devo purtroppo dire che i quarant’anni si sentono tutti, anche nel fatto che un giorno e mezzo dopo lo svolgimento (programmato per sabato 21, con un mese di ritardo sulla data solita di fine agosto) le classifiche sono ancora latitanti: il sito Irunning spaccia col nome di classifiche l’elenco alfabetico dei 28 preiscritti, e rimanda per il cronometraggio a “Mysdam – pettorali chippati” (non è vero: il chip era alla caviglia); Mysdam che infatti andando alle classifiche annuncia quelle… del 2017, ’22 e ’23 (che comunque non appaiono). (Postilla: graduatorie complete dei 69 classificati apparse la mattina di martedì 24, non però su Irunning né su Endu).

Gare organizzate in questo modo hanno un passato (nemmeno troppo glorioso), ma non un futuro; e quanto al presente, se dovessi basarmi sulla classifica parziale affissa al muro della Capanna o Capanno durante la lunga attesa delle premiazioni, dovrei direi che gli arrivati sono 63… salvo che il sottoscritto non c’è ancora, e dopo lui gli altri arrivati, fino alla gloriosa Lorella (detta Lella, o anche Micia) Cenci che ha chiuso grosso modo in 2h e 2 minuti: una camminatrice che però rifiuta categoricamente le partenze anticipate e arriva sempre nel suo tempo giusto (senza però ricevere oggi menzione dalla classifica ufficiale che arriva fino a 1h52). Il marito Micio, felicemente stabilitosi a Fanano dove accudisce a cani e gatti propri, ma pure alla selvaggina dei dintorni, senza dimenticare di postare idilliche immagini della natura, oggi fungeva da fotografo: in aggiunta al servizio “ufficiale” di Italo Spina che aveva da accudire qua moglie e cognata (le due gemelle diverse, specie quanto a haute coiffure), figlio e aspirante nuora coccolosa. Questa volta, a sorpresa, la moglie Cecilia ha preceduto la cognata Margherita; il risultato sarà poi ribaltato il giorno dopo (cioè oggi) nella Marun Trail corsa una trentina di km sotto Fanano, dove Margherita è arrivata 9 minuti prima della sorellina, che oltre tutto ha accusato quasi un’ora di ritardo dal figlio condiviso con Italo, Gianluca (che già le aveva dato 25 minuti a Fanano).

Andando nelle prime posizioni, diremo che a vincere sui 12 km con 784 metri di dislivello e arrivo a quota 1300 è stato Roberto Gheduzzi del Mud&Snow (non a caso, pettorale 1) in 58:27, un minuto davanti al figlio d’arte Zeno Vistoli (59:28), moro e barbuto rispetto alla zazzera bionda che lo contrassegnava da bambino: solo loro due sono stati sotto l’ora, dato che il terzo, Roberto Barbuti (M50) ha impiegato 1.02:51.

Senza storia il successo femminile di Isabella Morlini, ottava assoluta in 1.06:27, sei minuti davanti alla storica rivale Laura Ricci e tredici sulla terza, Daniela Rausse. (Per completare il weekend, aggiungeremo che la prof Morlini domenica mattina sui 15,5 del trail di Marano è arrivata seconda, allo sprint, dietro Camilla Rizzardi altra Mud & Snow, 1.22.22 contro 1.22.29).

Torniamo a Fanano (tra noi studenti del liceo Muratori anni sessanta, insieme al futuro sindaco di Fanano Pierluigi Passini, divenne proverbiale l’esclamazione del preside-giullare Martinez “cheffanano effanano! Guì non imborta se uno è deffanano o ddebbèèri!”), per dire che un cielo imbronciato e le strade ancora umide accolgono noi nostalgici, che per 15 euro riceviamo la garanzia del trasporto borse al traguardo, e del ritorno alla base con pullmini dedicati (sebbene la partenza alle 12 sarà posticipata a dopo le 12,30), e ci fidiamo dei ricordi antichi a proposito di un ristoro finale luculliano.

Come da copione, i primi 1300 metri lineari ci portano dai 700 metri slm della partenza ai 524 del ponte sul torrente Ospitale (che dopo varie confluenze diverrà Scoltenna e Panaro): ma è solo il 6% del percorso, che per il resto offrirà un 7% di piano e il restante 81% di salita, sull’antica via Romea Nonantolana che valica l’Appennino al passo Croce Arcana (pure lui, sede di varie apprezzate competizioni podistiche): ora tutta asfaltata, a differenza dei primi tempi della gara, e corribile anche per gli scarsi come lo scrivente che ce l’ha fatta in 1h44, poco davanti alla succitata signora Cecilia e il monumento del podismo modenese e internazionale, Lolo Tiozzo, che non si contenta di mandare i podisti in giro per il mondo (“e smettetela di correre dietro alle Major!”), ma corre di persona con onore, e premiato come più anziano in gara, ne approfitta per commemorare chi c’era e non c’è più.

Chi invece c’è ancora, e si fa tuttora valere, sono i cugini Carmen Pigoni (prima F 60) e Giorgio Pigoni (secondo M 60), il sempiterno reggiano Ettore Marmiroli, classe 1948 e primissimo M 70, l’altro reggiano Attilio Acito (coniuge dell’ “altra” Cavallo) che ha la meglio sul suo “gemello” Dino Ricci (li ho tallonati finché ho potuto e non riuscivo a distinguere l’uno dall’altro). Menzione speciale per mamma Linda Malavasi, che qui chiude in 1.26 e il giorno dopo vedrò, non a Marano ma alla non comp del Torrazzo, mentre corre i 9 km e nel frattempo insegna al figlioletto di 4 anni ad andare in bicicletta senza ruotine.

Tre abbeveraggi (acqua e coca) lungo il percorso fananese, mentre del mitico ristoro finale, per noi di ultimo rango rimangono soprattutto le foto che ritraggono salumi, formaggi, arance e banane: grazie tante se a mezzogiorno meno un quarto è avanzata una crostata e delle fette di pane toscano da spalmare con marmellata (niente di caldo, comunque, per nessuno, malgrado il cielo rabbuiato e il clima freschino). Chiaro che basta pagare e all’interno della Capanna/Capanno dei conti Forni, i neoarrivati gestori Christian, Luca e Silvia vi accolgono a braccia aperte con tutte le specialità della casa: magari, un vin brulé gratis ai podisti arrivati non sarebbe stato sgradito, durante l’attesa un po’ lunghetta per le premiazioni (bei cestoni alimentari per i primi, agli altri... borracce di plastica e manicotti).
Pazienza, poi si torna giù (qualcuno è sceso direttamente di corsa, appena giunto in cima). Dalle mie agende trovo che il 24 agosto 2002, arrivato alla Capanna alle 11,50 (1h20netti), invertii anch’io direzione per essere alle 18,45 a Brescello e correre la 4^ Camminata di Peppone e don Camillo, partendo poi la mattina dopo alla volta di Agropoli per il giro a tappe di Ristallo.

Altri tempi… Oggi (domenica 22) chiudo il racconto dopo 28 ore e mezzo dall’arrivo dell’ultima; per le classifiche complete dei 69 inseriti (senza la signora Cenci) ho dovuto aspettare quasi 72 ore.

Informazioni aggiuntive

Fonte Classifica: Irunning

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