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Dic 16, 2024

A San Siro, dopo Ribot e Varenne, è l'ora di Catalano, Liberti… Oggero e Morelli

A San Siro, dopo Ribot e Varenne, è l'ora di Catalano, Liberti… Oggero e Morelli Roberto Mandelli

Milano, 15 dicembre – Un’altra novità organizzativa di Paolo Gino e del suo staff inquadrato nel Club Super Marathon Italia (in primis Enzo Caporaso e Massimo Faleo) è andata in scena negli spazi, del tutto ignoti al podismo, del centenario Ippodromo Snai San Siro, inaugurato nel 1920 per il galoppo e nel ’25 per il trotto, teatro delle imprese della dinasty Tenerani-Ribot-Molvedo sui prati, di Muscletone, Tornese e infine Varenne in pista. La pista del trotto è stata recentemente rifatta e oggi è stata concessa, almeno nella sua parte alta oltre che nell’anello interno, ai podisti che avevano a disposizione dai 2 ai 10 giri per completare il percorso scelto.

Lascio la parola al resoconto ufficiale apparso sul sito dei superamaratoneti (https://www.clubsupermarathon.it/annalisa-liberti-e-nicolino-catalano-vincono/)

Erano quasi 700 i corridori al via, stamani alle ore 9, situato sotto la tribuna stile liberty dell’ippodromo per tutte e tre le distanze disponibili (43 km, 21,5 km e 10 km). Dopodiché il fiume colorato di podisti ha animato il circuito di 4.300 metri disegnato all’interno dell’impianto, ripetuto dieci volte da chi ha scelto la maratona, cinque volte per la mezza maratona e due volte più un giro breve per la prova sui 10 chilometri.

L’unico neo di questa giornata fantastica di sport è stato la leggera nebbia che ha avvolto l’ippodromo tenendo compagnia ad atleti e spettatori per circa due ore prima di lasciare spazio al sole, che ha illuminato i contorni meravigliosi dell’impianto milanese.

La maratona ha visto il successo di Annalisa Liberti (Alzaia Naviglio Runners), che ha completato la sua fatica in 3h45’42”. «Alla partenza faceva freddissimo, ci ho messo un po’ di giri prima di scaldarmi. Il percorso era piuttosto impegnativo, tra tratti in sterrato e un po’ di fango, ma in una cornice meravigliosa: passare sotto la tribuna dell’ippodromo mi ha dato una grande carica e il tifo e lo speaker mi hanno emozionato… Era la prima volta che mi mettevo alla prova su un circuito di questo genere e sono davvero felice della mia vittoria. Ci rivedremo all’Ecomaratona di Milano dell’anno prossimo? Prima voglio vedere come mi sveglierò domani…», ha detto Annalisa Liberti con un sorriso grande così. Medaglia d’argento nella maratona femminile per Elena Manara (G.S. Montestella) in 4h16’37”, mentre il bronzo è andato a Francesca Sabbioni (G.P. Casalese) in 4h24’51”.

Nella maratona maschile trionfo di Nicolino Catalano (Atletica Solidale), primo sul traguardo in 3h03’48”. Seconda piazza per Sandro Cavallaro (Cus Insubria Varese Como) in 3h08’40”, terzo gradino del podio per Roberto Rossetti (Roqad Runners Club Milano) in 3h17’03”. Le dichiarazioni del vincitore Nicolino Catalano: «Sono molto contento della mia vittoria e soddisfattissimo del tempo, calcolando anche i tratti in sterrato di questo percorso veramente stupendo. Complimenti a chi ha ideato e organizzato questa bellissima prima edizione dell’Ecomaratona di Milano».

La mezza maratona è stata vinta tra le donne da Amelita Benchimol Ferreira (Alzaia Naviglio Runners) che ha fermato il cronometro dopo 1h39’50’0. Secondo gradino del podio per Monica Riccardi (Podistica Amici dello Sport) in 1h45’16”, terza Isabella Cuocci (Urban Runners) in 1h45’59”.
Nella gara maschile sui 21 km si è invece imposto Alberto Colombo (Sport Project VCO) con il tempo di 1h26’52”, precedendo di oltre due minuti il secondo, Lorenzo Dalla Pozza (Runcard Fidal), arrivato dopo 1h29’21”. Sul terzo gradino del podio Amedeo Nacci (Atletica Ceglie Messapica) in 1h32’29”.

La gara sui 10 km ha invece visto il successo nella gara femminile di Raffaella Preatoni (Euroatletica 2002), in 41’38”, davanti a Silvia Savasta (Base Running) e Giampiera Farre (Road Runners Club Milano.
Tra gli uomini invece si è imposto Saverio Amasi (Atletica Savoca), che ha chiuso la propria fatica in 32’07” precedendo Ivan Doniselli (Calcaterra Sport) e Vincenzo Pellegrino (Runcard Fidal).

Tutta la soddisfazione di Paolo Francesco Gino, presidente del Club Super Marathon Italia, società affiliata alla Fidal che conta 1.400 tesserati e si è già distinta nell’organizzazione di oltre 200 eventi: «Portare la prima gara targata Club Super Marathon Italia nella mia città, a Milano, è per me un sogno che si realizza. Siamo stati favoriti dalla cornice fantastica offerta dall’Ippodromo Snai San Siro. Peccato soltanto per la nebbia che nelle prime due ore di gara ci ha impedito di godere dello spettacolo meraviglioso dei podisti. Poi, però, il sole ha baciato le ultime fasi della corsa e la premiazione. Diamo appuntamento alla seconda edizione dell’Ecomaratona di Milano, in calendario il 23 novembre 2025».

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Integriamo ora le cifre: la maratona è stata conclusa da 137 partecipanti, mentre in 126 si sono classificati nella mezza e in 111 nella 10 km competitiva. A questi 374 arrivati fino in fondo si aggiunge qualche ritirato o comunque non classificato, più i partecipanti alla camminata non competitiva. Larghissime le premiazioni: non solo i primi 3 assoluti M/F, ma anche i primi tre di tutte le categorie in tutte e tre le distanze, senza gli accorpamenti risparmiosi cari a qualche organizzatore.

Una certa foschia mattinale (ma non vera e propria nebbia, come invece subiva Roberto Mandelli da un’altra gara sul vicino Monte Stella) non ha impedito di raggiungere agevolmente la cittadella sportiva di San Siro, cui oggi si arriva in meno di mezz’ora dalle stazioni ferroviarie grazie alla nuova M 5 (senza pilota, con la possibilità da brivido di sedersi sul divanetto di prima fila a vedere il rincorrersi dei binari e delle stazioni). È vero che solo dopo circa quattro ore lo sguardo dei corridori ha potuto estendersi allo stadio di San Siro e ai grattacieli di City Life (almeno il Generali e lo “Storto” PwC), ma all’interno del recinto non c’è stata possibilità di confondersi: un primo km quasi interamente asfaltato o lastricato a fianco dei prati del galoppo lasciava posto a un km più pittoresco e fangoso nella zona del cross country (dubbio amletico: quel carro pieno di transenne è meglio aggirarlo a destra o a sinistra?), cui seguivano due km di piste da trotto coll’ingresso finale nel tunnel che porta alla tribuna, indi al ristoro e all’inizio del nuovo giro. Per arrivare al quale però bisognava sottoporsi a un avant-indree di circa 200 metri, introdotto in extremis per supplire all’indisponibilità di un tratto del percorso previsto: col risultato, però, che questo allungamento portava a una distanza del giro di almeno 4450 metri, se non di più. Il gps più “avaro”, verificando tra i colleghi in gara, è risultato quello di Andrea Dinardo, che dà 43,910; gli altri si orientano verso i 44,500 (anche a non dar retta al mio, che allo stesso punto di ogni giro diceva di aver perso il segnale, ma alla fine dichiarava 45 km abbondanti).

Controllo dei passaggi mediante chip di Timing Run, con apparizione dei risultati giro per giro, indi spedizione via email del diploma; premiazioni fatte a ondate, via via che si completavano le terne dei vincitori di categoria; musica dal vivo, servizio fotografico come sempre garantito da Sergio Tempera, e ristoro ricco de tusscos, inclusi tè caldo e spicchi di pomodoro da intingere nel sale grosso (per citare le due cose che ho gustato maggiormente, insieme alla birra).

Non esisteva un vero e proprio spogliatoio, in cui luogo i corridori hanno sfruttato la tribuna oppure l’ampio salone del bar sottostante; in mancanza di docce, ci si è valsi dei due gruppi di servizi igienici, con acqua calda e – per chi riusciva a trovarli liberi – degli spaziosi locali, dotati di sedie, per gli handicappati (io però mi sono trovato davanti un altro Antonio, perfettamente normodotato ma che proprio non aveva fretta). Il bar è servito anche da primo soccorso per riposare e rifocillarsi dopo la gara, facendo i primi commenti con due vecchie volpi quali Rinaldo “Bubu” Furlan (involontario co-protagonista col sottoscritto di una maratona valdostana “deviata”) e Rita Zanaboni (nel trentesimo anniversario dell’arrivo in coppia alla maratona di Russi, in 3.19): eccoci scelti da Mandelli nel riquadrino centrale del collage di copertina

Tra i vincitori di categoria, detto che i primi due assoluti Catalano e Cavallaro sono entrambi M 45, mi piace segnalare qualche amico che mi ha fatto sportivamente sperimentare quanto sa di sale (per me) il provare a confrontarsi con chi ne ha di più, cominciando dalla veneta prof di matematica Daniela Lazzaro, fresca campionessa italiana delle 24 ore, che con 5:32 ha nettamente prevalso tra le quattro F 70; e l’altro campione italiano M 70, il già citato Andrea Dinardo, bergamasco veterinario di tutte le guerre, arrivato secondo di categoria (dietro quell’autentico mostro di Piero Carlo Fiordi, 27° assoluto in 4:04) in 5.16:44, precedendo di tre minuti il coetaneo Paolino Malavasi reduce dalla tregenda di Reggio domenica scorsa (dove si era saggiamente fermato a metà, lasciando arrivare al traguardo il figlio Maurito, che anche oggi è giunto fino al termine in 4.39). Con loro due ormai riesco a stare insieme solo prima di partire, come appare ancora nel collage di Mandelli. Notevoli pure il 3.49 con cui Lucio Caroni ha dominato gli M 60, il 3.29 di Domenico Luca Matteucci (primo M 50), il 4.24 di Francesca Sabbioni vincitrice delle F 50, il 5.45 del vicentino Antonio Grotto, unico F 75.

Ma dopo 7 ore e 11 è arrivato un altro reduce da Reggio, Vito Piero Ancora ossia il maratoneta più prolifico in servizio, con circa 1670 traguardi tagliati in 25 anni, e che il giorno prima aveva percorso km 45,370 nella 8 ore di Barletta. Dove era pure presente l’altra supermaratoneta Barbara Cosma, che in Puglia aveva battuto Ancora di 930 metri, ma a Milano gli ha ceduto più di mezz’ora. Meglio di entrambi ha fatto però Massimiliano Morelli: 51 km sabato a Barletta, 6 ore e 50 a San Siro domenica. E super-meglio Simona Oggero, classe 1975,  km 69,547 a Barletta, poi seconda F45 a Milano in 4:55. Servono commenti?

Informazioni aggiuntive

Fonte Classifica: Timing Run

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