Modena, l’ultimo “Quartiere” dell’anno (ma non è finita)
29 dicembre – Ultima corsa modenese dell’anno (a pari merito con Molinella bolognese) per il podismo mediopadano; a San Silvestro sono in programma corse a Salsomaggiore e Rimini, mentre gare come Calderara, Crevalcore, Classe sono blowing in the wind, e per correre 42 km la famiglia Malavasi dovrà andare fino a Cinisello Balsamo.
Accontentiamoci dunque della quarta (ma terza causa maltempo) corsa di quartiere a Modena-San Lazzaro, anzi a Saliceto Panaro, sotto la protezione di una delle podistiche più politicamente allineate della città (il neoeletto presidente della regione è venuto qui – non alla Madonnina, altrettanto fedelissima - a festeggiare il successo elettorale tra il suo pubblico osannante, che oggi pomeriggio è invece convocato, nello stesso salone che vedete in foto, per una tombolata da 330 partecipanti).
Solito rituale, benemerito come già detto, delle camminate di quartiere giunte alla 45^ edizione: iscrizione gratuita, percorsi tra i 3 e i 10 km, pacco gara da mezzo kg di pasta e una confezione di simil-piadine ovvero pizza di pronta preparazione, e in più buono sconto di 5 euro in supermercato. Insomma, chi sta a casa ci rimette, hai capito Giangi?
Quanto al percorso, Sergio Leone diceva che Clint Eastwood ha due modalità: col cappello o senza. Il giro di San Lazzaro (con cadenza semestrale, a Natale e Pasqua) ha due modalità: con l’argine del Panaro, o senza. Oggi siamo al “senza”, con l’uscita dalla zona industriale attraverso il sottopasso della chiesa di Saliceto, il solito km erboso parallelo alla tangenziale, stradine rurali senza traffico (notata l’assenza della bandiera di Cuba in quella certa casa), agriturismo Cantoni (l’unico ramoscello che rimane del mitico Oreste), sottopasso ferroviario del cimitero a senso unico alternato (quando lo progettarono la macchina più larga era forse la Cinquecento), stradello Romano fino alla via Emilia, e poi ritorno per i vialoni della zona industriale est intestati in parte a musicisti e in parte a varie branche dell’artigianato.
Da queste parti doveva esserci anche la Sitam, principale produttrice di docce, scaldabagni e simile, con campo sportivo adiacente che mezzo secolo fa si popolava di adunate spontanee al sabato pomeriggio; invece, alla chiesa di Saliceto era annesso il campo regolare gestito il sabato da don Vescovini, mentre alla domenica ci giocava l'Olimpic San Lazzaro, poi divenuto Olimpic Vignola, e pure il Real Modena poi infine Vis Real Sitam; l'Olimpic riuscì addirittura a piazzare Chico Righi, classe 1950, al Bologna e alla nazionale giovanile. Adesso, quel campo sembra una coltivazione di canne palustri.
Chi è sopravvissuto a quei fasti, oggi si consola col podismo e costituisce il folto pubblico e l’inclita guarnigione che non mancano mai a queste occasioni, e che al magro ristoro finale della Polisportiva Modena Est (due dita di tè, come già al ristoro intermedio: non sia mai di restare senza!) può aggiungere gli spumanti con fette di panettone ammannite in varie tende societarie. Pietro Boniburini attende clienti della sua bancarella: mi dice che finora ha venduto due magliette "intimo termico", ma c’è uno spiraglio per un paio di scarpe. È arduo, però, vendere in un raduno dove veniamo senza portafogli perché è tutto gratis…
L’arrivederci è per il raduno autogestito di Capodanno “da Zona”, sotto Valle, Serra e Pazzano, nel ricordo di Gianni Vaccari che inventò quel modo salvifico di farsi gli auguri, e col ringraziamento a chi ne prosegue l’esempio. Domenica prossima si chiude coi Quartieri recuperando la Marzaglia annullata tre settimane fa, e per chi non ne avrà abbastanza, il lunedì della Befana si punterà al cioccolato di Casalgrande. Il podismo è in crisi, ma non si arrende.
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