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Apr 21, 2025
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Modena, 37^ Camminata della Solidarietà

21 aprile – La notizia ci arriva solo da Italo, schierato a fotografarci venti metri prima del traguardo: troppo tardi, dunque, per cadere nella mannaia decretata dal Coni per tutte le attività sportive, come già era accaduto vent’anni fa (2 aprile 2005) alla morte di papa Giovanni Paolo II. Ai podisti modenesi raccolti in discreto numero (circa 700, stando ai numeri ufficiali) non resta che ricordare i loro compagni Romano Biagioni e Angelo Giovanardi scomparsi negli ultimi giorni, chi dopo qualche mese di lotta con la malattia, chi invece poco dopo la corsa di Solignano, otto giorni fa. Scrisse Virgilio: “quale luogo della terra non è pieno delle nostre sofferenze? Ci sono lacrime per le cose del mondo, le vicende dei mortali toccano la mente; ma dobbiamo deporre le paure e muoverci verso una qualche salvezza”.

Alle 9 ci muoviamo anche noi, insolitamente compatti, sotto la guida delle signore volontarie alla Pubblica Assistenza, dalla presidente Anna, a Mara che ha tracciato il percorso (di 11,5 km nella sua versione più estesa), alla biondissima Simona Neri mandata a districare il traffico nel punto più problematico, all’interno dell’ex autodromo dove i primi e i più lenti si incrociano, prima di uscire verso l’esterno della città, grosso modo nel percorso della Corrida fino alla periferia di Cognento.

E’ qui che perdo il principe dei massaggiatori modenesi, lo scultoreo Luther conteso da vari podisti per le foto del pre-gara, e mi aggancio alla principessa dei medici modenesi, Paola Calzolari che ha da poco corso a Roma la sua prima maratona. E via via tutti gli altri, diceva Dezan, già compagni due giorni fa al lato opposto della città, con l’aggiunta oggi (dicono) del Venerabile Roncarati: Peppino Valentini e Rambo Benassi del Cittanova, abbonati al successo nella classifica per società con ben 163 pettorali venduti (alla cifra ormai irreperibile altrove di 2 euro), e che alla fine sfoderano sul loro tavolo uno spumante millesimato di classe; Ragazzi e Foligno della Madonnina, che a trecento metri dall’arrivo si fermeranno a salutare il vecchio Lupo che bene o male festeggia 41 anni di attività (non lasciando insensibile nemmeno Roberto Mandelli che inserisce la scena nel suo collage); le sorelle Gandolfi e la presidentessa Emilia Neviani da Sassuolo, Paolino Malavasi, Nube Montecchi col solito corredo di belle donne uguagliato solo dalle ragazze del Run & Fun; e perfino i reggiani Claudio Iotti e Paolo Giaroli, orfani della loro manifestazione in riva al Po: tutti senza strafare coi ritmi, soprattutto quelli che venerdì si testeranno alla 50 km di Romagna o domenica alle 42 tra Padova e Marsala (se il Coni non si mette di mezzo).

Dopo Cognento, il rientro in città avviene costeggiando in parte l’autostrada e poi puntando sulla zona cosiddetta dello Zodiaco o Sagittario, ideata da qualche urbanista ubriaco o patito delle gimcane, per ricongiungersi col giro della Corrida al sottopasso delle Costellazioni, dove si pone l’eterna scelta tra i gradini o la rampa per bici.

Per fortuna abbondano le frecce e i segnalatori umani, altrimenti non ci raccapezzeremmo proprio in questi transiti attraverso stretti pertugi o quartieri postmoderni colorati in giallorosa, aree scolastiche e poi la salita alle torri del Direzionale 70 (altra vecchia storia di urbanistica contestata, e di coop-commercio dalla tassazione agevolata cui oggi fanno concorrenza i negozi cinesi senza dazio), col sovrappasso pedonale che ci riporta alla buonora da Italo e dalla sua ferale notizia pontificia, prima del ristoro finale (tè saporito, arance un po’ tigliose) e di ritrovare Simona Neri addetta con le colleghe alla distribuzione di un pacchetto-premio di spaghetti.

Di là dalla strada, offerte varie di dolciumi pasquali (con la già conclamata eccellenza del Cittanova), richieste di conferma della notizia papale, prospettive di conclavi e di maratone, e infine il saluto con l’augurio di “buona Pasquetta”. Non c’è nessuno della Bassa a protestare che Pasquetta, dalle nostre parti, sarebbe l’Epifania e non il Lunedì dell’Angelo: “Per Pasquetta n’urètta, per San Zemian do or n’ag fan”. Roma ha vinto anche qui.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Italo Spina - Fabio Marri

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