Il Big Run di Nashville, una piccola sinfonia dal Nuovo Mondo
Nashville, Geodis Park, 4 giugno – Visto sul web l’annuncio di questa corsa di 5 km, che stranamente non parte alle 7 di mattino ma alle 18,30, mi chiedo: perché no? L’iscrizione gratuita, l’invito a partecipare rivolto anche alle mamme con stroller (passeggino), purché partano in coda al gruppo, mi fa pensare a un festoso happening, come le nostre sagre paesane, in cui parti quando vuoi o magari non parti neanche e ti basta scroccare le bevande e gli stuzzichini, o al limite partecipare alla magnazza finale.
Vabbè, mi dico, tanto è gratis: mal che vada mi faccio un giro per Nashville, che vale sempre la pena.
Il solito Uber per scendere dalle mie colline alla città: l’autista si chiama Simon, e dopo i primi approcci nel mio comico inglese mi risponde con una battuta in italiano. Di origine eritrea, ha vissuto per 25 anni a Milano facendo il meccanico dentista; tifoso del Milan, ha goduto come un riccio alla finale di Champions, è aggiornatissimo sul nostro campionato, e soprattutto correva le maratone con un record di 2.37 (chissà se qualcuno in zona RRRCM lo ricorda); ma nel 2007 è venuto qui e ha preso la cittadinanza Usa rinunciando a quella italiana. Continua a fare il meccanico dentista, ma arrotonda come taxi-driver: si gode le autostrade gratuite a 4 corsie, la benzina un dollaro al litro, se ne frega delle opinioni circa l’America sulla Sette o su Stampubblica, e mi fa notare che la Ferrari ha da poco aperto una concessionaria a Nashville perché l’80% dei suoi clienti sono tennesseani, disposti ad aspettare due anni per avere una Rossa; rimpiange solo la cucina italiana e non so dargli torto.
Chiacchierando, si fanno le ventidue miglia in 25 minuti malgrado il traffico intenso (che in Italia significa andare a passo d’uomo, in Tennessee, se va male, andare ai 50 km/h); l’autostrada I-65 fiancheggia la zona del ritrovo, il nuovissimo Geodis Stadium del calcio (inaugurato nel 2020, stupendo, ospita la squadra locale attualmente quarta in classifica nella Eastern Conference a un punto dalla seconda, e nei locali dello stadio ha un grande spaccio: e chi sfotte il calcio Usa ricordi che gli Usa vanno sempre ai Mondiali, l’Italia mai, e pensi ai vari Pulisic Weah McKennie Musah; nel Nashville gioca Christian Koffi con un passato in Fiorentina e Como).
Sbrigate in un minuto le formalità di ritiro del pettorale (mio pezzo https://runsignup.com/Race/TN/Nashville/thebigrunnashville), e notato che è fornito di chip, c’è tutto il tempo per una passeggiata attorno allo stadio e all’attiguo grande velodromo scoperto in cui i ciclisti stanno gareggiando, nel nuovo quartiere sorto dove c’era la Fiera (c’è anche il Barista Parlor, un elegante bar di fianco allo stadio). I podisti e le loro famiglie stanno arrivando, si gira anche tra i vari stand, fra cui quello della maratona di Nashville che oggi, come tante altre negli Usa, in questo 4 giugno Global Running Day (nel quale molti Big Run sono programmati un po’ ovunque) offrono iscrizioni scontate; quello del major sponsor Brooks (e della catena di negozi sua concessionaria, Fleet Feet), quello della squadra di calcio, e altri ancora, tutti posati su un bel verde di erba artificiale. Tanto per gradire, accetto l’offerta di un caffè freddo (ripetuta nel dopogara). Il pettorale (ribadisco, gratuito) dà diritto a una birra e un gelato (propriamente, una granita) dopo la corsa, a vari sconti, a premi a sorteggio che vanno dalle scarpe Brooks ai biglietti per lo stadio, tutte le partite tranne una già esaurita… “excluding the Miami match... we know, we tried” (si tratta della famosa Inter Miami dove giocano Messi, Suarez, Busquets, Jordi Alba ecc., a pari punti col Nashville: il match, ultima gara della regular season, ci sarà in ottobre e i biglietti più economici costano 160 dollari...; volendo risparmiare, si può andare a Fort Lauderdale in luglio per il match di andata, e bastano 77 dollari).
Un’occhiata al percorso, che partendo e arrivando sotto le tribune dello stadio (costruito su una collinetta, 14 metri sopra il piano stradale), percorre in parte larghi marciapiedi pedonali, in parte una corsia riservata delle strade dintorno (la Wedgewood, la Benton) e alla fine risale facendo alla rovescia gli ultimi 500 metri già fatti in partenza. Il segnale del miglio 3 è sul penultimo rettilineo prima della svolta per il traguardo, regalando il panorama della città col mitico grattacielo “Batman” sullo sfondo. Le foto allegate saranno poi inviate a Roberto Mandelli (l'unica cosa che in America non hanno), che provvederà ai soliti capolavori di cesello e inserimento.
Temperatura attuale 31 gradi, moderati dal clima secco di queste parti e da una deliziosa brezza. Siamo in quasi mille (i classificati risulteranno 953, di cui 547 donne), la pista è larga 5 o 6 metri e dunque si parte al passo, scattando solo dopo il transito sotto l’arco con relativo rilevatore chip (nel mio caso, una quarantina di secondi); le prime centinaia di metri sono affollate, poi ci si distende e già dal segnale del primo miglio riusciamo a impostare la nostra andatura (il mio cronometro registra 5:28 per il secondo km, peraltro in discesa; la contropartita sarà il 6:05 del penultimo km fatto risalendo). Strade perfettamente chiuse al traffico, transennate e ben segnalate (vedo solo un giovanotto al mio fianco tagliare l’ultimo curvone guadagnando una ventina di metri).
Lo speaker al traguardo dice i nomi di tutti; le classifiche con annesso diploma compaiono all’istante sul proprio telefonino, inviate per email (https://www.athlinks.com/event/395744/results/Event/1113981/Results); e il giorno dopo si possono scaricare gratis le foto in altissima risoluzione (anche sopra i 20 mega ciascuna), esattamente come accade in Podisti.net: https://www.fleetfeet.com/s/nashville/events-and-races/event-and-race-photos-2, https://www.dropbox.com/scl/fo/zt0xf8q8asbpz7e2peamo/AA_wR6F3OiCZytYMtFD8ntI?rlkey=nog9wfj3hq4orhug3nj8853f6&e=1&st=9e60f4do&dl=0.
Altrocché le tapasciate de noantri, dove l’eventuale “giornalista” al traguardo deve distinguere tra chi ha corso sul serio, chi ha accorciato il percorso, chi è partito prima, chi ha fatto solo il giro attorno al campanile ecc. E le corse dove il diritto di far foto è venduto in esclusiva a chi poi ce le farà pagare 9.99 l’una… Questo è un altro mondo, un Nuovo Mondo dove anche il podismo (inventato qui, nella forma attuale) merita la sua Sinfonia.
Vince Preston Webb, ventitreenne, in 17:57 equivalenti a 5:46 sul miglio, superando il ventiduenne Gabe Hernandez (18:09) e l’altro ventitrenne Anthony Cadle (18:20). Prima donna (decima assoluta) è la quarantenne Mary Zider, 19:51, un minuto abbondante sulla 26enne Jennifer Adams, quasi due sulla terza, la 33enne Esther Lok. E c’è gloria anche per i vecchietti: il sottoscritto, coi suoi 9:33 al miglio (fate voi le equivalenze) risulta primo over 70 (su 4, per chiarire), e perfino mia moglie, venuta qui per farsi una passeggiata, camminando risulta vincitrice del suo age group. Beninteso: le classifiche sono fatte col chip time, il gun time caro alla Fidal è citato solo tra parentesi (e a proposito di Fidal: qui non sanno neanche cosa sono le idoneità A e B e le dichiarazioni di responsabilità). Bella medaglia; dove hai ritirato il pettorale, adesso ti “stampano” con timbri un diploma a colori dove il tempo conseguito appare sopra la scritta party like a runner ‘festeggia come un corridore’.
Poi si va a prendere la birra, e a fare una fila più lunga per il gelato; tra i due erogatori di street food presenti in zona, alla “pizza assurda” da 17/20 dollari (ho letto che negli Usa esiste una decina di modi diversi di fare la pizza, generalmente alta e soffice) preferisco l’empanada alla sudamericana, carni molluschi o vegetali, insaporiti da cumino, avvolti in una sfoglia che si frigge e si può consumare intingendola in un formaggio liquido che somiglia allo squaquarone: pittoresca, e non male anche in altri sensi, la ragazza che frigge e poi sporgendosi dal pulmino strilla il nome del cliente cui spetta quel piatto.
Let’s party like a runner. E’ solo un anteprima della grande festa che incombe su Nashville da domani giovedì fino a domenica, la Country Music Association Fest, con spettacoli a pagamento e gratuiti in ogni angolo della città (https://cmafest.com/schedule/). Venerdì, al Nissan Stadium (l’altro grande stadio di Nashville, dedicato al football e caro ai podisti perché traguardo della maratona di aprile), si esibirà Kelsea Ballerini, tennesseana residente a Nashville dai suoi 15 anni, figlia di un italiano che ha fatto la scelta giusta: passare l’oceano e venire da queste parti.
L’Uber che mi riporta sulle colline arriva con un ritardo di 4 minuti sull’orario annunciato: incredibile, per ragioni opposte, sia in Tennessee sia in Italia.