Ecatombe al Ventasso: maratona con 61 classificati e 66 fuori!
Busana (RE), 13 luglio – Il maltempo sembra prendere di mira le maratone reggiane: dopo il disastroso esito di quella del Tricolore lo scorso dicembre (ma d’inverno, ci può stare), ora, in piena estate, a leggere la graduatoria della 20^ Ecomaratona del Ventasso (43 km dichiarati con 2100 metri di dislivello) viene da sospirare: solo 61 gli arrivati, e dietro loro, una lista ancor più numerosa di 66 DNF (molto ottimistico il numero chiuso di 180 iscritti fissato in anteprima).
E’ andata un po’ meglio nella corsa di 25 km +1100 metri D, alias “Cadoniche Trail”, che elenca 132 arrivati (13 in più dell’anno scorso) e pochissimi ritirati; così così lo short trail “Rondino” di 11km +400 m D, che alla sua prima edizione conta 70 classificati.
L’anno scorso, gli arrivati in maratona risultano 118 nella 43 km (con 15 DNF); nel 2023 erano stati 146 più 10 ritirati. Impietoso il confronto con le prime edizioni (“inventate” da un’altra gestione): in questo stesso 13 luglio, ma del 2003, la prova inaugurale assommò 161 arrivati, che l’anno dopo superarono i 250 e nel 2005 divennero 280; più della somma dei classificati sulle tre distanze del 2025.
L’esordio di Roberto Brighenti come speaker è stato bagnato ma non certo fortunato, se (a quanto racconta chi c’era, o si raccoglie dalla pagina Fb dell’organizzazione), un nubifragio scatenatosi in prossimità della cima del Monte Ventasso (1727 metri), durato – pare – un’ora sola ma accompagnato da fulmini, ha indotto gli organizzatori (o i giudici: la cosa non è chiara) a bloccare le salite alla cima per chi non c’era ancora arrivato, lasciando proseguire la gara solo a quanti erano già passati. Sembra poi che all’arrivo venisse chiesto a chi tagliava il traguardo di mostrare il proprio Gps per verificare se avesse corso tutto il tracciato o solo la parte decurtata. Chi si trovava al “cancello” del lago Calamone, a 22,5 km, prima dell’ascensione alla vetta, riferisce che tutti i “fermati” condividevano la scelta; ma che qualcuno non fosse d’accordo lo si desume da commenti come questo, leggibili su Fb: “i giudici hanno fermato corridori che erano in regola con i tempi; li hanno trattenuti e fatti salire fino alla metà del monte Ventasso per poi farli scendere dicendo che annullavano la gara causa forte pioggia… Questo non è successo, e non si può accettare senza protestare. Mi dispiace per l'organizzatore che non ha protestato per farsi valere: quando si annulla la gara si annulla per tutti”. Oppure: “non abbiamo deciso noi di fermarci e tantomeno eravamo in ritardo, anzi 40 minuti di anticipo al cancello, i giudici ed altri addetti hanno fatto le tarantelle, del tipo “chi ha passato il muro è sopravvissuto, chi è rimasto da questa parte condannato a morte”, e l'organizzazione non ha mosso un dito, anzi hanno pubblicato le premiazioni, che vergogna… complimenti per la gestione di un'ora di pioggia”.
Da interpretare il racconto del "Resto del Carlino", edizione reggiana del lunedì: "Solo sul percorso lungo l’organizzazione è intervenuta fermando temporaneamente la gara, che poi è ripresa quando pioggia e vento sono calati di intensità". Una sorta di "neutralizzazione" che sembra strana. Purtroppo, il regolamento e il buon senso dicono che in montagna non si scherza, e sappiamo bene i guai passati da organizzatori di gare in cui c’è scappato il morto. Quasi sempre va bene (ricordo una UTMB 2010 sospesa per valanghe, poi ripresa con una nuova partenza a Courmayeur, con lo scatenarsi di una bufera sul col Ferret a quota 2600, eppure portata a termine), ma se va male, è male per tutti.
Con tutto questo, atteniamoci alla classifica ufficiale riportata dal sito iRunning a 24 ore dall’evento, che vede un arrivo quasi allo sprint per la 43 km, risolto a favore di Jacopo Fontanini (1996) in 3.43.13, davanti a
Marco Biondi (1982) 3.43.49; più staccato il terzo, Fabrizio Ridolfi (1990) 3.56.10. Tra le donne, netto successo di Dinahlee Calzolari (1995, 4:41:16), 25 minuti davanti a Galina Teaca e quasi mezz’ora su Rossella Munari.
La 25 km, che non prevedeva la salita al Ventasso, è stata vinta da Jacopo Mantovani (1980) in 2.02:19, e da Leda Bonicelli tra le donne (2.42:50); nella 11 km successo di Pietro Salati, con lo stesso 57:17 del secondo Manuel Cecchini (si tratta di due ventenni); più netto, quasi scontato il primato femminile di Isabella Morlini, classe 1971, quinta assoluta in 1.09:04, quasi due minuti sulla seconda Dorothee Christine Chassagnard che ha dieci anni di meno.
La parola, se lo desidera, a chi c’era.