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Giu 18, 2018 4422volte

Castelbolognese (RA) – 4^ Sei ore della birra (anche senza, ma per pochi)

I vincitori I vincitori Roberto Mandelli

16 giugno - “Da chi hai saputo di questo evento?”, ci chiedono a volte i siti di manifestazioni sportive. Rispondo che un po’ di passaparola mi era giunto, dall’ambiente dei supermaratoneti, specialmente in occasione del precedente evento similare organizzato da Enrico Vedilei ai primi di febbraio, tra Bagnacavallo e Alfonsine: me ne avevano parlato come di un allestimento molto divertente e in un simpatico ambiente rurale. Poi la cosa si era un po’ persa: la maggior parte dei supermaratoneti, dopo la 4 giorni di Orta, è migrata in Puglia per la gara ‘ufficiale’ di Cagnano Varano; e confesso che, dopo la mezza follia del sabato precedente, e avendo durante la settimana corso solo 10 km, mi stavo preparando a un fine settimana di quasi-riposo ovvero di blando recupero delle fibre muscolari avariate.

“E dove vado?”, mi sono chiesto a mezzogiorno di venerdì. Per un quadro completo mi sono rivolto al calendario di Podisti.net, e mi è apparsa tra le prime questa gara di Castelbolognese, terra famosa un tempo presso i calciofili per essere la patria di Mondino Fabbri, mister-Corea alias ‘tetnico del tortelino’ come lo chiamava Gianni Brera; e famosa oggi presso gli ultramaratoneti per la sua 50 km di Romagna, da sempre prova generale un mese prima del ‘Passatore’.

Rapida telefonata al vecchio amico Vedilei (tecnico della nazionale di ultramaratona), da cui ricevo l’arrivederci a domani. Rassicuro mia moglie che vado là solo per bere un po’ di birra, partecipare alla salsicciata finale e fare pochi giri: lei fa finta di crederci e mi accompagna.

C’è anche un pretesto culturale: è l’ultima settimana di apertura della grande mostra di pittura da Michelangelo a Caravaggio, a Forlì (una cittadina bruttina e tutta ducesca, ma che per le sue iniziative culturali sta molto avanti a quasi tutte le sue consorelle regionali, soprattutto a Modena che è la più scarsa di tutte): sono 25 km in più ma vale davvero la pena. Come non è sprecata nemmeno una passeggiata per il centro storico di Imola, che non si vergogna di esporre in pieno centro dei bassorilievi chiaramente di regime senza scalpellare la scritta DVX, e la cui biblioteca è forse la più adatta agli studenti e la meglio organizzata dell’area di Bologna (oltre che, diceva la vecchia sovrintendente regionale alle biblioteche, ad annoverare la più bella bibliotecaria di tutta la regione).

E bisogna ammettere che quanto a belle donne, questa trasferta di Castelbolognese non lascia delusi. Chi scrive, quando va a correre, va a correre e basta (a differenza di molti colleghi delusi dalla vita, che sperano in un ribaltone solo per aver porto il bicchiere del tè alla fighetta affiancata); ma certo, arrivare in zona ritrovo e trovarsi di fronte all’opulenza di Luisa Betti o a quella vivente statua di Canova che è Eleonora Corradini (e non solo lei), sa renderti gradevole persino una corsa all’inferno (“si nun ce trovo a ttia, mancu ce trasu”).

E qui, di inferno non ce n’era neanche un po’: se in città si stava attorno ai 30 gradi, lì presso l’azienda agricola Montanari, in riva al fiume Senio, la campagna e le intermittenti alberature mitigavano l’arsura; al resto, provvedeva la birra che era fortemente consigliato bere ad ogni passaggio presso il traguardo del circuito di 2638 metri.

Mi spiego: alla gara ufficiale, su circuito, dove vince chi dopo 6 ore ha fatto più giri, si aggiungeva quella cosiddetta ‘goliardica’: ogni birra bevuta al passaggio dà un bonus di 1 km; ma se non bevi almeno una birra ogni 3 giri, riceverai un km di penalità. Guardando le classifiche, constato che ben pochi si sono astenuti dal farsi la loro birretta (vedi foto 10); magari non ad ogni giro, ma considerando che si partiva alle 14, questo tipo di ristoro (alla spina e freschissimo sempre) diventava molto desiderabile. Naturalmente restavano a disposizione anche gli ‘abbeveraggi’ normali, le bevande e frutta solite, più qualche verdura un po’ meno usuale (pomodori, carote, cetrioli), e da metà corsa anche dei rotoloni di salsiccette, sotto la supervisione di altre gloriose ultramaratonete, come le sorelle Costetti (con Franca fui immortalato nella copertina patinata di un mensile dopo la prima maratona di San Marino), e Anna Zacchi del cui passo sospinto non si sono dimenticate le cronache del Passatore.

A proposito: alla gara ha assistito “Pirì” Crementi, classe 1931 e fondatore della 100 km più famosa d’Italia (vedi foto 11-12); e naturalmente vi hanno preso parte attiva molti habitués di quella corsa, come i coniugi barlettani Rizzitelli/Gargano (qui quasi ’di passaggio’ in attesa del treno notturno che li avrebbe portati nel foggiano per la maratona dell’indomani mattina), o Massimo Morelli, o il redivivo Giordano Lucidi da Treia, antico rivale di Govi e di ‘monsignor’ Fusari in maratone di vent’anni fa. Sospetti più che fondati, sebbene mai confermati dall'interessato, asseriscono che da Giordano partì quel certo attestato, candidamente bevuto e pubblicato da "Correre", secondo cui il maratoneta più prolifico dell'anno era non Govi, 'fermo' a sole 32 maratone, ma il povero e ignaro Sante Facchini, che ne avrebbe corse 33. Questa è storia.

E tornando all'oggi cito Ilaria Pozzi (foto 14), anni 40, che nel 2017 alla 24 ore di Cesano aveva coperto 181 km, e qui ha gareggiato in una condizione straordinaria, vale a dire al sesto mese di gravidanza, compiendo 17 giri cioè quasi 46 km (che, aggiungendo una birra a giro, diventano 63 km).

Da notare che il percorso era completamente sterrato, e se per circa metà si svolgeva sull’argine del fiume, in una pista il cui fondo era paragonabile ai vecchi campi da bocce, per il resto era su un ‘’caradone’ di campagna, dove il drenaggio era garantito da sassi appuntiti, non precisamente una delizia per le piante dei nostri piedi, che specialmente nella seconda parte tendevamo a risparmiare camminando senza calcare troppo.

Due classifiche, dunque: quella ‘seria’ vede vincitore Stefano Farina (che non poteva non appartenere alle società del Passatore), che ha corso per 26 giri cioè 68,6 km; tra le donne, l’agilissima Elena Di Vittorio (foto 18, che di Podisti.net stima il dire pane al pane senza censure), la quale con passo felpato ne ha compiuti 23 (circa 60,7 km), come due soli altri maschietti: Marco Mazzanti del Passo Capponi, e Simone Assirelli, un altro del Passatore.

Ma se passiamo alla classifica “con birre”, ecco che Elena grazie alla sua regolare birra ogni giro ‘guadagna’ altri 23 km e affianca al primo posto assoluto Marco Mazzanti, anche lui bevitore regolare (vedi foto 18-20); mentre il vincitore coi piedi, Farina, che ha bevuto ‘solo’ 13 birre, passa al terzo posto; e il quasi astemio Assirelli si becca addirittura delle penalizzazioni (come in tutto appena 5 degli 85 classificati) scivolando al tredicesimo posto.

Torniamo alla classifica ‘sportiva’ per completare il podio femminile: la Di Vittorio è seguita a un solo giro dalla mugellana Sabrina Gargani (58 km), e a tre giri da Chiara Barassi (52,7 km): rispettivamente 21 e 18 le birre bevute dalle due concorrenti, dunque immutate le posizioni anche nella graduatoria alcoolica. Luisa Betti è quarta coi piedi, ma… non beve mai e dunque si trova penalizzata di 6 km, addirittura 20^ su 23 donne; quei 6 km che invece guadagna Eleonora Corradini, la cui maratona netta (42,208 secondo la misurazione precisa) viene elevata ai 48 km virtuali.

La festa finisce, dopo una lavatura molto sommaria con l’acqua di una gomma, e dopo che ho offerto un mio piede dolorante alla visita medica del dottor Rizzitelli (che qui mi ha dato ‘solo’ un giro insieme all’avvocato Tundo: vedi foto 16), con una tavolata a base di salsicce e altri generi di conforto (oltre alla birra appare anche il vino) sotto un favoloso cielo stellato in cui la sottile falce della luna nuova sembra giocare all’inseguimento con Venere luminosissima che la incalza da ovest.

Alla famiglia Vedilei l’onere di preparare le classifiche (svolto in due tempi, ma tutto perfezionato entro l'alba di lunedì) e sottoporle agli enti vari che, se vorranno, le omologheranno per le famose maxiclassifiche; a noi resta comunque molta polvere, molta birra e molta allegria.

 

Foto maliziosamente assemblate da R. Mandelli:

http://www.podisti.net/index.php/component/k2/item/1785-16-06-2018-castel-bolognese-ra-4-6-ore-della-birra-foto-di-fabio-marri.html

 

1 commento

  • Link al commento giordano Martedì, 19 Giugno 2018 15:35 inviato da giordano

    ciao Fabio,
    sono passati 20 anni da quando ci avevi marchiato con appellativo di "govisti" e nell'incontrarti sabato scorso un poco di nostalgia dei tempi andati mi ha sorpreso.
    Gli anni sono passati e da un paio sono rientrato anche se soltanto nelle 6 ore assolutamente piatte causa ginocchio che non ne vuole sapere di fare discese ( le salite vanno bene ma poi dovrei prendere la seggiovia per rientrare). ma va bene cosi, anzi ultra bene. riesco a fare 42.195 metri? va bene.Non riesco a raggiungere i 42.195 metri? sono altrettanto soddisfatto. Sono rientrato nel giro di vecchi amici e conosciuto nuovi personaggi che noi "govisti" a confronto noi correvamo intorno al "pagliaro" detto alla jesina.. Quello che noi facevamo in 7 o 8 anni oggi lo fanno in 365 giorni. Eravamo in pochi......ma eravamo un gruppo. Non era proprio questo lo spirito per cui è stato fondato il club.Ma dei vecchi soci fondatori (di cui faccio parte) nessuno è più iscritto per vari motivi.
    ti ho ritrovato con tanto piacere e ti leggo ben volentieri. non sei cambiato affatto ( e poi perchè dovevi cambiare). Le tue frecciatine ti rendono molto divertente e piacevole nella lettura.
    Ciao Fabio un abbraccio da EL BABO CAMPEON

    Rapporto

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