S. Croce di Carpi (MO)– 2° White Run: avevamo sete di corsa…
1° luglio - Una volta la lingua della Chiesa era il latino, e in latino sono le lapidi affisse all’interno della chiesa parrocchiale di Santa Croce (frazione a sud di Carpi, vicino al casello autostradale, nota per essere sede ufficiale della produzione del lambrusco Salamino): da una lapide appare che la chiesa, eretta a parrocchia nel Quattrocento, fu solennemente ri-consacrata nel 1792 quando il parroco si chiamava don Aloisio Marrio (traducete voi…).
Ma la Chiesa si evolve: questa corsa è titolata all’inglese (sebbene il sottotitolo, e il sito della Onlus cui ci si riferisce siano in chiaro italiano “ho avuto sete (e mi avete dato da bere)”, e quando si fa del bene, complice anche la calura, non ci sono restrizioni verso le numerose signore e signori che si presentano, alla partenza-arrivo davanti all’ingresso dell’edificio sacro, in costumi alquanto succinti (vedere foto 173, 312, 349 ecc. ; che spettacolo tra le foto 194 e 202). Il che è una tradizione per il rubierese Bedeschi (388-9), mentre per altri si trasforma in un involontario revival del rag. Ugo Fantozzi (270).
Siamo davvero in tanti, sebbene il coordinamento modenese questa domenica abbia stabilito che si corra in appennino: e malgrado il prezzo ‘scomunicato’ di 2 euro (largamente compensato da un asciugamano come premio per tutti, oltre che da un ristoro dove le angurie vanno a ruba: e si noti che il ricavato va a finanziare una scuola in Malawi), ho l’impressione che i partecipanti siano un migliaio.
Contribuirà anche la sete di corse che c’è a Carpi: orfana della maratona, orfana delle “tre sere” che le verranno usurpate da Correggio, orfana di tante altre gare che sono sparite così come erano nate, la città e i dintorni accorrono su un percorso nuovo, i 3 km iniziali attraverso un parco erboso e alberato, poi per terre bonificate e rigogliosi campi di grano o frumentone verso Gargallo, la frazione più meridionale del comune (foto 129-131 ecc.), dove un anno fa di questi giorni si passò per un “giro delle frazioni” notturno, suggestivo ma oggi dimenticato.
Ne parlavo con uno degli organizzatori di allora, il vigile emerito Ermanno Pavesi (foto 357), il quale mi suggerisce che la persistenza di questa gara è dovuta al ‘potere’ del vescovo, che prevale sui burocratismi deleteri della circolare Gabrielli e sulla morìa naturale dei festival dell’Unità. Grazie vescovo: non sarebbe male se in questa repubblica i preti contassero di più (ma non troppo: almeno in campo sportivo) dei politici e burocrati. Chissà se l’annunciata corsa di fine agosto, della sagra di Ponticelli (che l’anno scorso saltò da un giorno all’altro) quest’anno si farà davvero. Nel qual caso non mancheranno due tra i più insigni sportivi carpigiani oggi presenti: il veterano dottor Guaitoli (foto 412) e l’ex assessore D’Addese (foto 470, col supermaratoneta Libero da Quarantoli: sarà una gara ultra-amatoriale, ma questi tre insieme avranno corso non meno di 500 maratone).
Alla gara di S. Croce vengono abbastanza compattamente le società della Bassa (Novi, Mirandola, Finale); e qualcuna del capoluogo (non però la società che abitualmente si aggiudica i prosciutti del gruppo più numeroso). Quelli della confinante Campogalliano fanno quasi gli onori di casa, e offrono visite guidate al vicino mini-santuario di via Pioppelle, dove tra il 1984 e il 1993 la Madonna apparve più volte al padre di un loro podista.
C’è tutto quanto si può desiderare da una corsa non competitiva: una adunata di amici e di famiglie in cerca di aria pulita, di panorami abbastanza inediti (“quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello”, diceva Manzoni), di svago a poco prezzo. Anche noi podisti di terza serie abbiamo sete, e Santa Croce ci ha dato da bere.
http://foto.podisti.net/f755246316
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