Modena, Corrieconomia: mettersi a correre a 50 anni
13 ottobre – Senza entrare in disquisizioni sui cambiamenti di nome (da Unimo a Unimore), su università parificate e statali, sull’abolizione delle facoltà, sulla “nefasta istituzione dei dipartimenti” (così scrisse una trentina d’anni fa un insigne docente veneziano) ecc., sulla Gelmini abilitata in Calabria e sulla ributtante colorazione della penultima ministra dell’Università…, Economia e Commercio di Modena compie mezzo secolo. Tra le iniziative per celebrare la ricorrenza, a parte la lezione magistrale dell’ex podista Prodi, si è pensato a una corsa: e non poteva essere diversamente, dal momento che la facoltà (pardon, Scuola) annovera tra i suoi membri Isabella Morlini, campionessa che non vince le gare riservate agli accademici perché sa a battere qualsiasi categoria di podiste, dalle bidelle alle maestre d’asilo, e qualche volta persino le carabiniere e finanziere e azzurrine in caccia di prosciutti.
Oggi Isabella non l’hanno fatta correre, ma l’hanno messa a co-gestire una corsa ideata in poche settimane: le puntuali foto di Teida Seghedoni
http://www.podisti.net/index.php/component/k2/item/2613-13-10-2018-modena-1-corrieconomia.html
la rappresentano prima al tavolo delle iscrizioni (foto 20), poi alle operazioni di fine gara (167-169). Hanno invece goduto della licenza di correre vari insigni professori di Economia (vedete foto collettive ai nn. 366-368), tra i quali Teida ha dedicato particolare attenzione al prof. Andrea Landi (foto 2, 328, 370 e seguenti), fino a poco fa presidente della Fondazione Cassa di Risparmio e dunque finanziatore di tutte le iniziative culturali modenesi. Poco onore hanno fatto a Modena le altre università, ma dico almeno che l’Alma Mater Bologna ha mandato Maddalena Roversi Monaco (vedetela all’arrivo nella foto 282, oltre che nell’altra cartellina e qui in testa con la dea ex machina della gara), e questo nome dice tutto.
Non solo prof c’erano, ma anche scolari: dal laureando Chittolini (anche qui, il nome dice tutto), accompagnato dal papà organizzatore della Maratona verdiana, alla matricola fuoricorso Pierluigi Verzoni, primo studente della prima lezione della prima Facoltà (1968: per non perdere la lezione arrivò mezz’ora prima, quando l’aula ricavata nell’obitorio era vuota), Verzoni che sudava i 24 mentre altri “compagni” senza fare un kappero ottenevano il 18 politico. Lui invece, che votava DC, non passò l’esame di matematica, dovette andare soldato, e al ritorno una banca lo chiamò (avete presente la canzone di Venditti “Compagno di scuola”?). Addio laurea: beh, siccome a Guccini, che ha fatto una carriera accademica simile, la Unimore ha rifilato la laurea Honoris causa, si potrebbe fare lo stesso anche per Verzoni, podista di lungo corso ridotto a sfidare il sottoscritto e Gelo Giaroli nelle garette locali (oggi ha perso, vedi foto 320 -321, ma solo perché – dice – gli hanno fatto sbagliare strada!). La prof Morlini gli potrebbe proporre una tesi di statistica su quanti km ha corso in vita sua.
Visti anche universitari futuri, molto futuri (foto 135, 146, il simpatico 159 con quella maglietta che gli fa da sottana, e ancora da 258 a 279), e molte donne, una almeno delle quali deve aver imparato da una certa podista nostrana a scontorcersi e mostrare le sue indubbie doti quando intravede Teida (foto 108).
Percorso storico-nostalgico, tra le varie sedi universitarie, quantificato in 7,3 km dalla Fratellanza che lo organizza, ma che i Gps tradiscono in 6,8: qualche reminiscenza della Corrida (infatti Ferraguti è a vigilare nello stesso posto dove sta il 31 gennaio), decisamente brutto il tratto a sud lungo la Giardini e l’orrendo quartiere di San Faustino, dove evitiamo l’unico luogo decente, il parco ex Autodromo. Traversando via Guglielmo Zucconi, scambiamo col collega direttore Macchitelli (altro laureato di Economia) alcune impressioni su giornalisti modenesi padri e figli degeneri : siamo noi peones, i soliti che popolano le cronache locali dello scrivente (foto 86-90, ecc.), che procedendo a 5:35 possiamo dirci tutto quello che vogliamo.
Si arriva presto, mezzo giro dell’ippodromo (pardon: parco Novi Sad in memoria delle non sopite simpatie politiche degli amministratori) e poi tra le braccia (metaforiche) della Morlini, e a un buon ristoro finale, tutto gratis come l’iscrizione e la maglietta della gara. Che non passerà alla storia, ma resterà sicuramente irripetibile, come diceva il poeta, in questo tiepido sole ottobrino che splende sulle vigne saccheggiate.
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