Modena – Buon Pastore, 41° Camminata di Quartiere
9 dicembre - Come da precetto vulgato, non si spara sulla Croce Rossa, e dunque non starò a criticare questa seconda puntata delle quattro gare di quartiere che da 41 anni coprono il calendario di dicembre per la città di Modena.
Una gara a iscrizione gratuita che alla fine regala una tavoletta di cioccolato, che manda i vigili a presidiare i due incroci con una strada di grande traffico, e per il resto instrada i podisti su piste ciclabili attorno ai due parchi principali della zona (attraversandone però solo uno, quello intitolato alla Resistenza cui si riferisce la maggior parte delle foto di Teida Seghedoni, dalle quali spuntano anche i palazzoni che sorgono a limare i confini dei parchi in omaggio al promesso ‘saldo zero’ del consumo di territorio: vedi foto 76-83, 242-290 ecc.), merita che non si infierisca sul fatto che il percorso consisteva in un misero giro di 3,800 (foto 5) da ripetere a scelta fra l’una e le tre volte (imitando con questo una criticatissima gara parrocchiale svolta pochi mesi fa nella stessa zona); che il tè offerto all’unico ristoro (foto 624-626) sapeva fortemente di cloro, e comunque all’arrivo di chi aveva fatto i tre giri partendo regolarmente, era esaurito (rimaneva l’acqua fresca, abbastanza inutile vista la temperatura prossima allo zero - vedi foto 59-61-; esaurita in fretta l’abituale dotazione di biscotti, mai vista la frutta).
Per il resto, è stato un gioioso assembramento di non competitivi (patetico il passaggio, preceduto da ben tre ciclisti con fischietti attivati, del primo, cioè di uno dei pochi che prendesse la corsa sul serio: foto 421-423), di famigliole con cane (foto 62, 225, 271, 339, 525 ecc.), più raramente con bambini (229-231), ma non di bambini che corressero per conto proprio (quelli, alle gare modenesi non sono invitati), o infine di maschiotti spelacchiati che nelle corse trovano l’unica speranza di imbarcare, mentre la rispettiva moglie li aspetta alla tenda sociale senza correre ma avendo ‘acquistato’ a zero lire un congruo pacchetto di pettorali cioè di cioccolata (foto 629-630).
È ciò che resta di quanti, 45 anni fa, su questi parchi non ancora intitolati correva con ardore giovanile le prime campestri o partecipava con incosciente entusiasmo e senza tante visite mediche alle sgambade che cominciavano a nascere: questo tipo di podismo si è trasformato da sport a servizio sociale, specie geriatrico, alternativa al gioco delle bocce che ormai non esiste più (lungo il percorso si costeggiava almeno un bocciodromo in sfacelo allo stesso modo dell’attiguo campo da tennis e dei giochi per bimbi) o della briscola, e certamente più sana che andare in discoteca. Come potremmo dirne male?
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