Castelfusano (RM) – 5^ Maratombola: “una festa travestita da maratona”
29 dicembre - La frase nel titolo è desunta dal biglietto personalizzato, scritto a mano per ognuno dei 205 iscritti (vedi immagine 47 del nostro servizio fotografico), da “Mauro e le truppen”: vale a dire Mauro Firmani, classe 1957, ex assistente di volo Alitalia, maratoneta con record di 3.08 a Venezia 2004, ultramaratoneta che ha già partecipato, oltre che al Passatore (record 10h10), cinque volte alla massacrante 100 miglia del Muro di Berlino (miglior tempo 21h51), e che il 28 dicembre 2014, per festeggiare le sue 150 maratone, ebbe l’idea di allestire una maratona nella pineta di Castelfusano, vicino a casa sua, ristretta a 150 partecipanti e con premi da assegnare mediante una tombolata finale su cartelle abbinate ai pettorali. Curiosamente, la data ricalcava esattamente quella del 28-12-2003 in cui si era svolta una maratona di Ostia rapidamente estinta (non faccio per vantarmi, io c’ero, e penso ci fosse anche Firmani).
Toccato almeno due volte dal destino sotto forma di incidenti gravi (gliene capitò uno in moto nel 2004, con gravi danni alle gambe mentre gli mancavano due maratone per concludere la sestina dei “Nobili”: ottenne il permesso dalle maratone di Milano e di Reggio di correre in carrozzella!), operato ancora alla schiena nel 2016, ha scoperto la solidarietà: per la centesima maratona regalò 25 chili di caramelle ai bambini, nel 2008 accompagnò un podista inglese con due protesi al posto delle gambe a concludere la maratona di Roma, nella primavera scorsa ha aiutato Eleonora Rachele Corradini a finire la sua prima Nove Colli; da anni coordina i pacer in numerose maratone, specie del Centro Italia.
Anche la Maratombola si risolve sempre in un bonifico a favore di chi ha più bisogno; ma la beneficenza, spesso addotta come scusa da organizzatori disastrosi, qui non esime dalla perfezione organizzativa, che si manifesta fin dall’arrivo dei podisti a Roma. È difficile trovare libero il cellulare di Firmani, perché sta sempre a dare indicazioni stradali o dei mezzi pubblici, e soprattutto è sempre in giro con la sua “Stilo” (leggermente giù di vernice, e con sospensioni alquanto provate dalle buche di Roma) a prelevare maratoneti alle stazioni del metrò, o portarli agli alberghi o ai ristoranti o al luogo di partenza. In questo, coadiuvato dalla moglie, la bella francofortese Cornelia, che lo assiste anche nella confezione dei pacchi e nella Erfüllung a mano delle cartelle della tombola, oltre che (immagino) anche nel reperimento dei premi (fissi o a sorteggio), che toccheranno a tutti i partecipanti.
Il tutto, sia detto, per costi di iscrizione che stanno sui 25/30 euro ancora a poche settimane dallo svolgimento; e con benevoli strappi al numero chiuso, che per non saper dire di no ad amici o curiosi arriva ben sopra la cifra prefissata di 150. Il pomeriggio della vigilia si stava a quota 205 (con tante scuse da parte delle due supermiss, Luisa Betti ed Eleonora Corradini, impossibilitate a venire ma che ci salutano e benedicono; Eleonora manda in ogni caso il papà Fabio, che finirà 36°). Qualcuno si è aggiunto pochi minuti prima della partenza, gli arrivati sono comunque 175: questo – mi assicurano – senza spendere un euro di pubblicità, perché il passaparola dei podisti è sufficiente.
“Festa” sì (anche il venerdì sera, con trasporto a un più che dignitoso ristorante della zona dove si mangia e beve per 18 euro: foto 30), ma non pagliacciata, sebbene il nume tutelare siano le “Sturmtruppen”. La gara è organizzata coi crismi regolamentari, tesseramento (basta un Eps, viva!), certificati sanitari, chip, percorso ottimamente misurato di 5275 metri in pineta, più o meno una quindicina di metri di dislivello a giro, mezzo asfaltato e mezzo a fondo naturale (dunque zero problemi di traffico; e perfino le abituali frequentatrici a pagamento di quella pineta, il sabato mattina non si fanno vedere, con disappunto di chi avrebbe voluto vederle come tifose – l’intendance suivra – come era nella vecchia maratona di Ostia).
Grosso modo il percorso consta di un doppio rettangolo unito per uno dei vertici: si passa in zona traguardo due volte per ciascuno degli otto giri, senza mai intersecarsi perché le corsie sono rigorosamente distinte e hanno persino due ristori separati sebbene distanti cinque metri uno dall’altro (foto 31 e 32); meravigliosa la ‘segnatura’ del tracciato, intendo l’evidenziazione con gesso bianco di tutte le buche, radici, avvallamenti, sassi o qualunque cosa possa costituire pericolo; non mancano i cartelli “Achtung minen!” per i punti più problematici. Da notare che Mauro e il suo staff (Beppe Bizzarri, da quanti secoli non ci vedevamo?) lavorano di persona ancora il giorno prima, e dalle 5 del mattino della gara, per l’ennesima ripulitura da rami o altro; tra essi c’è anche “Ronaldinho” alias “Gullit”, olandese del Suriname, al secolo Haroldino Abauna (foto 9), che il sabato corre e riesce persino a cadere sui sassi che aveva appena marcato (ma l’equipe medica staziona vigile e ne ha per tutti: mi faccio promettere che, in caso di frattura a un braccio, loro mi bendino lasciandomi però proseguire fino al traguardo).
Eccoci al mattino della gara, sereno ma decisamente fresco (5-7 gradi), specie nelle prime ore quando il sole non perfora le chiome dei pini. Parcheggio custodito a 200 metri, ma qualcuno sosta anche a ridosso della partenza. L’impegno più arduo è spillarci il pettorale non con spingole franzese ma con gli appositi bottoncini (quelli che la mia povera mamma chiamava “automatici”): Ronaldinho-Gullit è a disposizione con la macchinetta per fare il buco giusto nei rettangoli numerati e portatori di chip.
Si parte con l’impegno di essere al traguardo cinque ore dopo, quando prenderà il via la distribuzione dei premi mediante tombola: ma per chi non fosse arrivato e non avesse familiari al seguito, qualcuno dell’organizzazione si prenderà carico di posare i simbolici fagioli di plastica sulla sua cartella. Numerose le occasioni di doppiaggi e soprattutto di “cinque” dati dall’uno e dall’altro lato della corsia, negli almeno 500 metri a giro nei quali facciamo il cosiddetto “biscotto”.
I primi tre maschi (Giuseppe Minici, Marco Indelicato e Marco D’Innocenti, vincitore l’anno scorso: foto 37 e 38) fanno gara a sé chiudendo tra le 2.53:55 e le 2:58:26; il quarto sta a venti minuti, il sottoscritto a… due giri e tre quarti.
La prima donna, Oriana Quattrocchi, chiude 11° assoluta in 3.28:26; a 13 minuti Silvia Vinci, a quasi 17 la terza, Unice Murillo Perez, che precede di non molto la carpigiana Silvia Torricelli, figlia d’arte (papà Werther le renderà 7 minuti, e io renderò un buon giro a entrambi). Settima donna (sulle 4.10) è Ilaria Pozzi, che i maratoneti e i lettori di queste pagine conoscono come colei che ha ultimato una ultramaratona due giorni prima di partorire, e che quaranta giorni dopo la nascita di Elisa si è presentata con lei sul traguardo della maratona di Reggio. A Castelfusano, lasciata Elisa ai nonni, col marito Daniele Tomasetti (foto 28-29) si presenta sul traguardo… con me, peccato però che loro finiscano mentre a me resta un giro.
Tra gli uomini, straordinaria la presenza di Angelo Diario, presidente della Commissione sport del Comune di Roma, e determinante per il nuovo corso della maratona ‘principale’: arriverà 32° assoluto e 5° M40 intorno alle 3:52 (quanti assessori o ministri dello sport ne praticano davvero qualcuno?).
Scendiamo rapidamente nella classifica per citare, fra tanti, il pugliese Francesco Cannito, famoso per i suoi abiti ‘eleganti’ in maratona e per la squalifica comminatagli da quel tal giudice Fidal barese (qui 4.19, appena avanti al nostro amico avvocato Paolo Reali: proprio colui che mi aveva convinto a venire a Castelfusano). Maddalena Lanzillotti, il cui ritratto abbiamo appena ospitato in queste pagine, chiude in 4.30, appena dietro al sassolese Lorenzo Borghi; il ligure/modenese Giorgio Saracini mi infligge di nuovo lo stesso distacco, all’incirca, che mi aveva dato a Pompei un mese fa, finendo intorno alle 4.40. E, dopo che Ronaldinho mi ha battuto in un prolungato, involontario sprint, ecco che posso gloriarmi di quelli che mi stanno dietro…: l’aviatore e ‘trombettiere’ Lorenzo Gemma, 5 ore giuste, e reciproci complimenti ad ogni incrocio; Massimo Morelli il toscano (5.14), che ogni volta vorrebbe anticipazioni su cosa scriverò nel commento; il capolista di tutti Vito Piero Ancora, che fino a un certo punto vedo affiancato al ‘vescovo di Pompei’ Massimo Faleo, il quale infine sparisce e lascia Ancora solo sulle 5.35. Un quarto d’ora prima di Francesco Capecci, ‘maratoneta sulla sabbia’, e qualcosa in più su due monumenti del podismo di ieri (Giordano Lucidi, quello del famoso scherzo a Govi), e di oggi, la “pantera rosa”, sempre bellissima, Carlotta Gavazzeni, che col suo passo elegante le finisce comunque tutte.
Ristoro finale che ai consueti generi dei ristori normali aggiunge una distribuzione fuori ordinanza di gnocco farcito e spumante, buon viatico per 1200 metri supplementari da percorrere fino al Nautic club sul mare, dove troviamo docce caldissime e un’ulteriore possibilità di relax in spiaggia (foto 46).
A trecento metri, infine, c’è il capolinea del trenino per Roma (inutile aspettare l’autobus 61, esistente solo in teoria): semmai si può fare una sosta, cinque fermate dopo, agli scavi di Ostia Antica, una specie di Pompei senza drammi.
L’ultima immagine è quella di un gatto nero, piede posteriore sinistro amputato, che sosta davanti alla porta del capostazione in attesa del cibo che sicuramente verrà. In zona-Firmani, nessuno resta deluso.
Informazioni aggiuntive
3 commenti
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Mercoledì, 02 Gennaio 2019 11:04
inviato da giorgio saracini
Posso confermare pienamente quanto scritto dall'amico Fabio, avendo vissuto quasi contemporaneamente tutte le emozioni della manifestazione insieme.
Colgo l'occasione x ringraziare l'amico Mauro x tutte le attenzioni avute nei Ns. riguardi. -
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Martedì, 01 Gennaio 2019 19:08
inviato da Tedesco Gennaro
Ringrazio Fabio Marri per un racconto bellissimo di una mattinata di sport e amicizia. Ringrazio Mauro Firmani per questa bellissima sua creatura che ci regala emozioni uniche. Questa creatura mancava nel mio palmares di maratoneta amatore e sono felice per essere riuscito a scrivere Maratombola nel mio libro dei racconti in giro per le maratone d'Italia. Difficile che ritorni sullo stesso percorso ma non mettiamo limiti alla provvidenza. Con Mauro ho festeggiato la 100' maratona nello stesso giorno a Roma 2012 con la differenza sostanziale che mentre lui, ha fatto felice tantissimi bambini vestendosi in modo colorato e distribuendo caramelle come raccontato anche da Fabio, io corsi la solita maratona con me stesso!!! Grazie Mauro
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Martedì, 01 Gennaio 2019 11:33
inviato da Carlo Buonomini
La maratonbola è la più bella gara alla quale io abbia mai partecipato.
In tutte le 5 edizioni ho cercato di essere presente anche se nn potevo correre l intera distanza.
È un avvenimento unico
Portato avanti da persone favolose che io ringrazio per 365 giorni perché le sensazioni che mi porto dentro dopo questa gara sono difficili da spiegare
Grazie
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