San Silvestro a San Damaso: tutti i santi aiutano
Il podismo modenese ha chiuso l’anno insistendo con la sponda sinistra del fiume Panaro (quello che storicamente segnava il confine tra la “Longobardia” e la “Romagna”, nel dettaglio tra Modena e Bologna): appuntamenti il 17 e 24 dicembre a San Donnino, il 26 dicembre a Saliceto Panaro, il 31 dicembre a San Damaso cioè 2 km scarsi a nord di San Donnino. La corsa del 31 dicembre è stata intitolata per ragioni di calendario a San Silvestro, papa romano morto appunto il 31-12-335, sotto il cui pontificato la Chiesa cominciò il suo potere temporale e venne approvato il “Credo”, quel polpettone – detto senza offesa - irto di formule filosofiche che nascevano dai dibattiti dei primi cristiani ma dalla dubbia presa sui credenti di oggi (“generato, non creato, consustanziale al padre”… ecc.).
San Silvestro è comunque popolare anche da queste parti perché a lui venne dedicata l’antichissima abbazia di Nonantola, centro di luce e di civiltà nel Medioevo più buio: dunque, un santo pure locale, nel cui nome Modena ha messo in piedi questa gara in concorrenza con la più antica “Corrida di S. Silvestro” di Crevalcore, 21° edizione, a lungo presente nel calendario modenese data la vicinanza della cittadina bolognese.
Ma è significativo che il podismo modenese, sia pure perdendo pezzi, senta il bisogno di andare a occupare date già tradizionalmente piene (come era pure il 26 dicembre, dove a 15 km da Modena era programmata la 51^ edizione della classica di S. Agata Bolognese). La torta si riduce ma si preferisce dividerla: in compenso, il 1° gennaio a Modena non si è corso da nessuna parte, salvo un improvvisato raduno nostalgico di pochissimi amici nel luogo dove per anni la polisportiva Madonnina allestiva un allenamento di gruppo, sulle prime colline sotto Serramazzoni; e, al pomeriggio, l’ennesima corsa speculativa in centro città, dedicata a quelli che Emilio Veroni su Modenacorre ha chiamato artisti di strada, che corrono mascherati (in questo periodo vanno di moda i Babbo Natale), che non sanno dove si applica un pettorale, che sono malati di selfies (soprattutto in gara), etc. (per lo più podisti dell’ultima ora, che dopo pochi mesi lasciano perché non animati da vera passione).
Torniamo dunque al San Silvestro di San Damaso: la foto di Teida, che la redazione ‘suggerisce’ di mettere come emblema, mi ritrae in compagnia di un amico di Podisti.net della prima ora (potete rivedere i suoi commenti del 1999 cercando nel nostro archivio), Giuliano Macchitelli che da anni porta avanti il sito appena citato. Il giro, peraltro notissimo (sulle stradine è tutto in intersecarsi di frecce e chilometraggi delle varie corse), è reso piacevole nel tratto sopra l’argine, che permette di gettare lo sguardo più lontano, e dalla giornata limpida che lascia vedere innevate tutte le cime dell’Appennino, quelle che d’estate saliremo nei trail. Percorsi, come al solito, per tutti i gusti, dai 3 ai 12 km, che tutti affrontiamo con souplesse; cifra d’iscrizione al solito di 1,50 (che rimarrà tal quale a Modena per l’anno nuovo – probabilmente ultima oasi in Italia), compensati alla fine da varie dosi di integratori.
Partenza raccomandata più volte dallo speaker alle 9,30 (senza eccezioni nemmeno per i camminatori, che ci si stava abituando a instradare mezzora prima su percorso ‘dedicato’): raccomandazione disattesa da parecchi, sicché quando nell’imminenza del via viene chiesto un momento di raccoglimento in memoria di Gianni Vaccari, saremo a dir molto in 400. Più animata certamente la zona all’ora d’arrivo, confortata da un buon ristoro caldo cui si aggiungono i vari brindisi proposti dalle società (ma tra i cibi abituali in queste circostanze, cerco invano la Spongata di Brescello: forse Morselli saprà dirci il perché di questo repentino calo).
Unica consolazione sicura, oltre al ritrovo tra amici, quella di illuderci sullo smaltimento di un parte delle calorie che stiamo immagazzinando coi cenoni e pranzoni stagionali. Qualche santo ci aiuterà durante l’anno per fare meglio.
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