La 7^ maratona di Crevalcore, festa della Befana tra amici
Alla fine, i classificati di questa edizione svoltasi il giorno della Befana 2018, non lontano da quella Calderara che 5 giorni fa aveva allestito la prima maratona dell’anno, sono stati 247 (di cui 43 donne, e compresi taluni ‘graziati’ oltre il tempo massimo annunciato): giusto un 10% in meno rispetto al 2017, quando si registrò il record di 273 arrivati; ma non lontano dalla media degli anni precedenti. Da notare che questa maratona entra di diritto tra le ‘ribelli’, ammettendo iscrizioni anche dai tesserati per i soli Enti di propaganda, senza l’esosa Runcard.
A proposito: sui tavoli del ritrovo appaiono parecchi volantini di gare regionali, tra cui due maratonine: Fusignano 11 febbraio, aperta ai tesserati per qualunque Ente; Pieve di Cento 11 marzo, 35° edizione di una delle gare più affollate della stagione: marchio CSI. Seguirà il 22 aprile un diecimila a Lovoleto, “aperto agli Enti di promozione sportiva”. La Fidal può salutare le tasse che riscuoteva.
Partecipanti soprattutto locali, numericamente soverchiati dai “Passo Capponi” di Alessio Guidi da S. Agata (cioè 7 km da Crevalcore), e irrobustiti da varie decine di Supermaratoneti, alla fine radunatisi per festeggiare le 500 maratone del loro ex presidente Luciano Bigi, e le 100 di sua moglie Monica Esposito. Non poteva mancare il primatista italiano di questo genere di graduatorie, il milanese Vito Piero Ancora, l’unico per ora ad aver superato le mille maratone in carriera, e che oggi ha chiuso in un rilassato 5.23.
Gara certo non bella paesaggisticamente (due giri tra le campagne a nord di Crevalcore), con un solo agglomerato da attraversare a parte Crevalcore, cioè Bolognina, che però dava pochi segni di vita: per il resto, casolari isolati, alcuni abbandonati e crollati. Il maggior monumento architettonico della zona, la dimora signorile (quasi un castello) di Ronchi, nel cui cortile entrammo il primo anno, è tuttora transennato e coi cancelli sbarrati.
In effetti queste zone sono state ferite due volte: la prima, il 7 gennaio 2005, da uno spaventoso incidente ferroviario (lo scontro fra due treni) proprio alla stazione di Bolognina; e la maratona, fin dalla sua prima edizione, ricorda l’evento assegnando un premio speciale al primo che transita alla Bolognina (oggi al km 15, essendo stato invertito il senso di marcia rispetto alle prime edizioni). La seconda ferita, meno cruenta quanto a numero di vittime, però che ha lasciato segni tuttora ben visibili, è stato il terremoto, che ha picchiato su questa zona pochi mesi dopo la prima edizione del 2012, tra l’altro distruggendo il locale dei due organizzatori (gli ultramaratoneti Monica Barchetti e Andrea Accorsi), che allora servì da Centro maratona.
Abbiamo attraversato due volte il centro storico di Crevalcore, circa un km prima del passaggio e poi dell’arrivo nella zona sportiva: tipica creazione urbanistica della Bologna papalina (come San Giovanni in Persiceto, Pieve di Cento, S. Agata ecc.), strade rettilinee tra le antiche porte d’ingresso al borgo: e sono ancora molti i locali inagibili (compresa la chiesa parrocchiale, chiusa) e le impalcature (però la cittadina sembra viva).
Forse anche per i lavori in corso nel centro, partenza e arrivo sono state spostate in periferia, nell’area sportiva (giù utilizzata, fra l’altro, per una camminata di S. Silvestro che ha superato le 20 edizioni), dove sono ampi spazi e tutti i servizi necessari. Comprese docce che (lo dico subito) sono tra le più calde delle mie esperienze ultime, e una palestra che si è poi trasformata anche in eccellente ristorante per il pranzo finale, roba di lusso ceduta a 3 euro per i podisti e 5 per gli accompagnatori. Si vede, direi, la ‘scuola’ di Gianfranco Gozzi, patron di quasi tutte le maratone della provincia bolognese, Calderara inclusa, e al tavolo di regia insieme alla moglie Alberta e a Claudio Bernagozzi.
Sui valori tecnici della gara c’è poco da dire: erano garantiti premi per tutti gli uomini classificati sotto le 3 ore, e sono stati 7 in tutto; e per le donne sotto le 3.30, e sono state 4. Vincitori assoluti sono Marco Ferrari in 2.33:18 (comunque, quasi 9 minuti in meno del vincitore 2017, Stefano Velatta, giunto secondo) e Daniela De Stefano in 3.20:26.
Più tardi sono state diramate le classifiche e le notizie essenziali anche sui 10mila, per cui cedo la parola all'addetto stampa Claudio Bernagozzi: «Grande successo per il 3° 10.000 della Befana”, gara che ha visto ben 510 Atleti al via e 492 classificati, quasi un centinaio in più dei classificati 2017. La corsa, valida sia come prima prova del Circuito “Corriemilia 2018-Trofeo Giosport” che della “Coppa UISP Bologna”, ha visto il successo di Abdelhamid Ezzahidy (Atl Blizzard) con un crono di 32’09”, davanti a Kaba Mamadi (Atl Castenaso) secondo in 32’34” e a Luis Matteo Ricciardi (Acquadela) terzo in 33’11”. Tra le donne si è riconfermata Francesca Giacobazzi (La Fratellanza 1874) che ha migliorato di 51 secondi il tempo del 2017, terminando in 37’05”; dopo di lei Daniela Ferraboschi (Casone Noceto) in 37’24” mentre il terzo gradino del podio è andato a Rosa Alfieri (Circolo Minerva) con un tempo di 38’19”».
Crevalcore 2018
Foto di Daniela Gianaroli
Cronometraggio tramite chip Sdam, ma l’unico tappeto di rilevamento era alla partenza/arrivo: eppure, in almeno tre punti, con un piccolo salto di poche centinaia di metri si sarebbero potuti risparmiare dai 4 ai 7 km per volta (per fare un esempio, al km 9,5 bastava imboccare via Moriglia a sinistra, anziché a destra come indicavano le frecce, per trovarsi in breve al km 13,5). Non ho notato giudici in giro, e posso giurare sull’onestà del 99% dei colleghi, però come dice il Padre nostro, “non indurci in tentazione”.
Strade aperte al traffico, peraltro molto raro, quasi assente nelle stradette di campagna che hanno costituito la massima parte del tracciato; incroci pericolosi comunque tutti presidiati, da vigili e da volontari.
Lo spettacolo l’hanno fatto i podisti e soprattutto le due podiste presentatesi alla partenza in abiti da befana; abiti che peraltro lasciavano ampio pascolo alla vista. Come al solito, la più ammirata è stata Luisa Betti, toscana tesserata a Bergamo, decima assoluta e prima della categoria SF; ma anche la risata contagiosa di Isabella Introcaso da Briosco ha rallegrato le nostre falcate sempre più stanche.
Puntuali ed eccellenti i ristori (tè caldo fino alla fine, con tanto altro), segnalazione del percorso impeccabile; speaker di lusso al traguardo, nientemeno che Roberto Brighenti. Servizio fotografico che permette di ricevere le proprie immagini sul cellulare (a pagamento) connettendosi al sito della ditta; ma abbiamo scattato una cinquantina di foto anche noi, e le mettiamo a disposizione immediatamente e gratis.
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