S. Rocco (RE) – 27^ Camminata del Paese in festa, Morselli saluta e che San Rocco lo protegga!
2 agosto – Soppressa la corsa dell’ Unità di Casalgrande (ma anche a Reggio capoluogo non stanno benissimo...), e lasciata la staffetta “per non dimenticare” ai circa 14 partecipanti documentati dalle foto, ci dirigiamo (con la massima attenzione agli autovelox disseminati perfino su una strada rettilinea senza abitazioni, ma dotata del limite dei 50) verso San Rocco, tre case, una scuola probabilmente dismessa, una chiesa, quasi alla foce del Crostolo in Po: zona d’influenza di Morselli, che infatti prima di partire per l’Egitto viene a condurre le danze, col corredo dei fotografi Nerino e Domenico.
I meteo-astrologi annunciano, anche tre ore prima dell’evento, pioggia o temporali fino alle ore 20, e infatti... alle 19,30 – ora della partenza – uno splendido sole al tramonto si appresta a cedere il trono celeste alla sottilissima falce della luna nuova. Qualche goccia è sicuramente caduta, come appare dalla foto 8 di Petti (evidentemente arrivato molto presto), poi dal pantano entrando nel parcheggio; ma adesso si sta divinamente, una temperatura che non dispiacerebbe tutto l’anno. Le cifre ufficiali contano circa 300 iscritti, l’impressione tuttavia alla partenza è di qualche partecipante in meno rispetto al 2018, quando corremmo con 32 gradi: direi che manchino soprattutto i modenesi, e infatti la tenda di Peppino Valentini del Cittanova è meno affollata del solito (però alla fine vincerà la classifica dei gruppi, con 42 iscritti, dopo i padroni di casa del Novellara che ne hanno 56 ma sportivamente si fanno da parte).
È però vero che a venti minuti dal via ufficiale già diversi pedoni o similcorridori punteggiano le stradine designate per la gara e già fornite di sbandieratori/ristoratori (che invece a mio parere dovrebbero farsi vivi solo dopo la partenza legale). Vedremo cosa succederà il giorno che un 'anticipatore' sarà messo sotto da un'auto in orario extra-corsa.
Giro identico all’anno scorso, 11 km esatti (vedi foto Petti 13 e 38) con quasi 3 di argine del Crostolo, che sull’orizzonte si apre a Cimone, Cusna e Succiso, mentre in zona lascia vedere i campanili dei paeselli vicini, da Santa Vittoria (dove una volta si facevano i carrelli-appendice e una 21 competitiva) e San Bernardino, dove nemmeno Gelo Giaroli e la ragioniera-prof. M. Pia Verzellesi ricordano una gara pomeridiana (a meno che non partisse da Bagnolo). Non si fanno più nemmeno il retrorunning di Poviglio e la corsa annessa alla sagra del pesce di Meletole, il cui organizzatore è qui a correre e tre settimane fa era a punzonarci al lago Calamone prima della salita al Ventasso.
Confermati i ben quattro ristori più quello finale, dove un addetto con tagli netti e sapienti da macellaio antico affetta cocomere allo stadio perfetto di maturazione (foto Petti 105), mentre a fianco si consegna un nutrito e nutriente sacchetto-gara (foto 106, 107, 111) di fronte ai consueti 2 euro di iscrizione (che danno diritto anche a uno sconto equivalente nella cena che segue). Veramente il pettorale ha le dimensioni di una mezza scheda telefonica, e anche indossandolo non appare granché visibile: un amico podista, ben sapendo delle mie idee rigoriste, viene quasi a giustificarsi di non averlo in mostra: lo assolvo, ammettendo che domenica scorsa il sottoscritto, insistendo a portare un pettorale di carta sotto la pioggia, se l’è trovato spappolato dopo 3 km e ha dovuto conservarne qualche frammento negli slip per dimostrare di non essere un mortodifame.
Corsa, ripeto, piacevole, tranne i km 8-10 su una stradaccia ghiaiata e poco panoramica. Tornati sull’asfalto, Gelo impartisce l’ordine di accelerare, cosicché dai 6:04 del penultimo km risaliamo in rapida progressione ai 5:40, poi 5:20, tagliando infine il traguardo ai 4:50 sotto gli scatti increduli e diagonali di Nerino, mentre Morselli sta già procedendo alle premiazioni (foto 251-270).
Siamo gli ultimi miracolati di San Rocco di Montpellier, compatrono di Venezia, un ultratrailer prodigioso che percorse a piedi la strada da Montpellier a Roma e ritorno, facendo parecchie soste per curare e guarire gli appestati, e ormai prossimo al traguardo fu scambiato per una spia (o un dopatore?) e messo in carcere, dove morì verso il 1379. Dio ci scampi dall’ultima parte della sua ultramaratona, e soprattutto scampi Morselli in viaggio intercontinentale! Per fortuna, Mandelli resta con noi tutta l'estate e a sistemare i servizi fotografici, compreso questo, provvede lui.
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